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La palermitana Maria Colajanni tra le prime 10 italiane di sempre negli 800 metri: «Credevo di non avere talento, avevo smesso»

Fino a pochi anni fa aveva appeso le scarpe al chiodo. «Non mi andava più, non vedevo i risultati e pensavo semplicemente di non essere portata per fare l’atleta», racconta con lucidità. Poi qualcosa è cambiato e Maria Colajanni, palermitana di 25 anni, ha riscritto il suo percorso sportivo e oggi appartiene al ristretto club delle dieci donne più veloci di sempre negli 800 metri in Italia. Una distanza spietata, quella dei due giri di pista, nella quale si fondono velocità, resistenza, istinto e calcolo. Tesserata per il CUS Palermo, Maria Colajanni lo scorso 2 giugno ha fermato il cronometro in 2’00″71. E lo ha fatto a Rovereto, in provincia di Trento. Un posto speciale per chi ama l’atletica leggera, perché il meeting del Palio della Quercia è il più antico d’Italia e ha ospitato, in 60 anni di storia, 127 ori olimpici. «Sapevo di valere questo tempo e in fondo me lo aspettavo – racconta Colajanni a MeridioNews –. In Belgio, a fine maggio, avevo chiuso in 2’03”56, ma non ero rimasta soddisfatta: era pur sempre la prima gara stagionale e correvo nella seconda batteria».

Per comprendere le ambizioni di oggi, serve però tornare indietro in questa storia. «Nasco come quattrocentista e gli 800 metri li avevo corsi soltanto per provare. Avevo 16 anni e tentai di qualificarmi ai giochi delle Isole ma non andò bene». A 17 anni la scelta di smettere. «Terminato il liceo ho deciso di mollare con la corsa dedicandomi agli studi in Medicina», spiega. Ma quella di Colajanni si rivela una pausa, non un addio: sarà il pressing di un tecnico del CUS a riaccendere in lei la voglia di tornare in pista. «Paolo Pecora, il mio ex tecnico, mi contattò con dei messaggi per provare a convincermi ma non ero molto sicura. Essendo sportiva ho comunque accettato e nell’estate 2021 sono tornata ad allenarmi – spiega – ma solo qualche volta a settimana». La svolta, quella vera, arriva dopo una chiacchierata con Gaspare Polizzi, 82 anni, decano dell’atletica leggera palermitana. Storico allenatore di Salvatore Antibo e di tanti altri atleti del CUS, tra i quali Ala e Osama Zoghlami fratelli gemelli noti per essere tra i migliori siepisti italiani degli ultimi anni.

«Polizzi, mi conosceva già perché frequentavo il campo – racconta Colajanni – Abbiamo parlato un po’ e mi disse che, secondo lui, ero più portata per gli 800 rispetto ai 400 metri. Era ottobre 2021 e ho deciso di seguirlo al cento per cento. In questo modo sono entrata nel focus di potere fare qualcosa di concreto come atleta. Il rapporto con lui? Da fuori può apparire un personaggio particolare, forse eccessivamente duro, ma vi assicuro che non è così. Con lui ho un rapporto ottimo e sono davvero felice di essere allenata da lui». Nuovo allenatore, nuova specialità e anche un nuovo modo di approcciarsi all’atletica. «Con lo studio purtroppo ho rallentato – racconta – Sto dedicando anima e corpo alla corsa e per riuscirci c’è bisogno di più tempo». Tempo nel quale rientrano pure dei periodi in altura di almeno 20 giorni per dei ritiri, effettuati al Sestriere, con la pista di atletica alla quota più alta in Europa, o a Ifrane, in Marocco.

Rovereto però rappresenta soltanto un tassello del percorso da atleta della 25enne palermitana. Festeggiato con tanto di pasticcini al campo: «Da noi al campo c’è la tradizione di portare i dolcini quando si fa il personale – svela – Si tratta di un momento coinvolgente anche per i ragazzini più piccoli. Una cosa che accomuna tutti». Nella sua testa c’è però il sogno di vestire la maglia della Nazionale e l’ambizione di scendere sotto il muro dei 2 minuti. Traguardo che solo sei donne in Italia sono riuscite a raggiungere. «Cercheremo dei meeting per correre forte durante l’estate – spiega – Tra gli appuntamenti ci sono già i campionati di società (il CUS è in serie B e la gara probabilmente non sarà così veloce, ndr) e i campionati italiani assoluti il 2 e 3 agosto a Caorle, in Veneto». Rassegna, quest’ultima, che ha visto Colajanni già protagonista lo scorso anno con la medaglia d’argento. «Fa un po’ ridere come cosa – spiega – ma quello del 2024 è stato il mio primo campionato italiano».


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