Il grande impianto sportivo al coperto da oltre cinquemila posti, costruito per le Universiadi del 1997 e raramente utilizzato, è da anni preda di vandalismo. Una condizione denunciata più volte, ma nuovamente testimoniata dalle immagini catturate da un consigliere della quinta circoscrizione, Andrea Guzzardi. Guarda le foto
PalaNesima in rovina dopo anni di abbandono Girlando: «Non possiamo permetterci di ristrutturarlo»
Seggiolini divelti e ammucchiati, le grandi vetrate ormai praticamente tutte cadute, bagni distrutti. Al Palanesima, il più grande palazzo dello sport della città con oltre cinquemila posti, realizzato per le Universiadi del 1997 e quasi mai utilizzato, anche l’impianto elettrico ormai è diventato un ricordo. L’ultima denuncia pubblica del suo stato di pesante degrado risale al 2013, quando a lamentarsi con l’amministrazione guidata da Raffaele Stancanelli fu Giovanni Fodale, presidente della municipalità Nesima. E la situazione, in quasi due anni, è ulteriormente peggiorata. A testimoniarlo è un altro consigliere della quinta circoscrizione, Andrea Guzzardi di Articolo 4. «Ormai ne usufruiscono solo i vandali, dopo milioni di euro buttati», commenta il giovane consigliere, il quale ha catturato anche delle immagini che poco spazio lasciano all’immaginazione su cosa, ancora, potrebbe andare distrutto di una struttura enorme ormai praticamente da ricostruire.
Al problema della gestione degli impianti, sollevato già nel 2011 dall’allora presidente della commissione Sport e membro della maggioranza a sostegno di Stancanelli Manlio Messina, fu proposta una soluzione, ovvero quella affidare gli impianti in gestione alle società sportive per curarne manutenzione ordinaria e vigilanza, in assenza di competenze specifiche, e fondi, affidati all’assessorato allo Sport. Un’idea che a breve verrà riproposta con dei bandi dall’assessore allo sport Valentina Scialfa, che però sul PalaNesima non può far altro che allargare le braccia: «Il mio assessorato non si occupa di manutenzione, quella struttura è affidata al Patrimonio, l’impianto non è tra quelli disponibili».
«L’impianto deve essere rifatto, e purtroppo nella condizione attuale delle case comunali non ce lo possiamo permettere. Non possiamo pagare nemmeno un servizio di sorveglianza e custodia, che da solo costa centinaia di migliaia di euro l’anno», afferma l’assessore al Patrimonio Giuseppe Girlando. Secondo cui occorre prima di tutto «capire cosa fare della struttura: l’epoca delle grandi opere realizzate e mai utilizzate è finita. Qui abbiamo una emergenza con i tagli al bilancio che ci impone di affrontare con primaria importanza come riuscire ad erogare i servizi essenziali», afferma Girlando.
Gli unici progetti di ristrutturazione di immobili comunali sono quindi «finalizzati al trasferimento di uffici comunali da immobili in locazione. Abbiamo in corso – prosegue Girlando – innanzitutto la ristrutturazione dell’ex mercato ittico, con risorse interne al Comune. Le risorse non sono un bene infinito, e se non ci sono attività là dentro, per la struttura si devono innanzitutto creare delle redditività. Se non viene utilizzata è solo un costo e un potenziale spreco», conclude l’assessore Girlando.