La Procura di Termini Imerese ha chiuso le indagini con una richiesta di incidente probatorio. Tra gli indagati ci sono anche responsabili tecnici e amministrativi della società Bolognetta, contraente generale, e della Icoler srl, sub-affidataria dei lavori di realizzazione del rilevato in terra rinforzata
Pa-Ag, crollo viadotto Scorciavacche: trenta indagati Direttore Anas Sicilia, commissione collaudo e società
Sono trenta gli indagati per il crollo del viadotto Scorciavacche sulla statale 121 tra Palermo e Agrigento dello scorso 4 gennaio. La Procura della Repubblica di Termini Imerese ha chiuso le indagini con una richiesta di incidente probatorio. Tra gli indagati c’è anche Salvatore Tonti, il direttore generale di Anas Sicilia, che ha la gestione della statale, i componenti della commissione collaudo del ponte e i rappresentanti delle imprese che hanno costruito la rampa ceduta una settimana dopo l’inaugurazione a dicembre scorso.
L’ipotesi di reato è di attentato alla sicurezza dei trasporti. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Alfredo Morvillo. La richiesta di incidente probatorio è stata notificata ai responsabili tecnici e amministrativi della società Bolognetta, contraente generale per i lavori di ammodernamento della statale 121, ai responsabili tecnici e amministrativi della società Icoler srl, sub-affidataria dei lavori di realizzazione del rilevato in terra rinforzata.
Indagati anche i tecnici e gli esperti che si sono occupati della progettazione definitiva, esecutiva e di dettaglio del lotto, il direttore dei lavori, il direttore operativo, il direttore generale di Anas Sicilia, i responsabili del procedimento pro-tempore dei lavori, i componenti dell’ufficio di Alta sorveglianza per conto dell’Anas, i presidenti dell’organo di collaudo che si sono succedutisi nel corso dei lavori.
Oltre al lavoro della Procura, il ministero dei Trasporti – allora guidato da Maurizio Lupi, oggi da Graziano Delrio – ha concluso un’indagine conoscitiva. «La Commissione – è stato l’esito dell’approfondimento, reso noto a inizio marzo – ha lavorato nei tempi previsti e nelle sue conclusioni individua come cause del cedimento carenze strutturali e costruttive, il rilevato in terrapieno è risultato non idoneo all’utilizzo rispetto alle condizioni stratigrafiche, geotecniche e idrauliche del territorio su cui è stato realizzato».