Ormai è una strage continua: oltre 100 mila cristiani vengono uccisi ogni anno per la loro fede!

NON E’ ESAGERATO PARLARE DI UNA NUOVA PERSECUZIONE. SONO OTTO I PAESI DEL MONDO DOVE L’ELIMINAZIONE FISICA DI CHI PRATICA IL CRISTIANESIMO RAGGIUNGE CIFRE IMPRESSIONANTI: BIRMANIA, CINA, ERITREA, IRAN, COREA DEL NORD, ARABIA SAUDITA, SUDAN E UZBEKISTAN. PERCHE’ STIAMO TUTTI ZITTI? PERCHE’ I RAPPORTI COMMERCIALI CON ALCUNI DI QUESTI PAESI CONTANO DI PIU’ DELLA LIBERTA’ RELIGIOSA E DELLE VITE UMANE

Qualche mese fa due studiosi di scienze religiose, il professor Todd Johnson e il suo collega David Barrett, hanno reso noti i risultati di un loro studio. Risultati che avrebbero dovuto scatenare un finimondo. Ma così non è stato.

Il dato più sconvolgente che è emerso dalla loro ricerca è quello relativo al numero di cristiani uccisi: nel primo decennio del XXI secolo (dal 2000 al 2010) i cristiani assassinati solo a causa della propria fede sono stati circa un milione, vale a dire 100.000 all’anno.

Questa cifra terrificante è stata confermata durante un convegno dell’Unione Europea, nel quale si parlava di “un cristiano ucciso ogni cinque minuti” (la stima di Johnson per il 2013, pubblicata nel numero 37/1 di “International Bulletin of Missionary Research” si discostava di poco).

Sopra: foto tratta da blitzquotidiano

Questi “numeri” (ma come si fa a parlare di numeri quando si tratta di vere e proprie stragi religiose?) sono stati confermati anche da altre ricerche come quella dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa). In una conferenza sul dialogo interreligioso fra cristiani, ebrei e musulmani a cui hanno partecipato, fra l’altro, il Cardinale Péter Erdö, presidente dei vescovi europei, il custode di Terrasanta padre Pierbattista Pizzaballa, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, l’arcivescovo maronita di Beirut, Paul Matar, il metropolita Hilarion, “ministro degli esteri” della Chiesa Ortodossa Russa, il rappresentante del Congresso Ebraico Europeo Gusztáv Zoltai, quello dell’Organizzazione della Conferenza Islamica Ömür Orhun, il segretario generale del Comitato per il dialogo islamo-cristiano in Libano, Hares Chakib Chehab, Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della libertà religiosa in Italia, ha sostanzialmente confermato questi dati: i cristiani uccisi ogni anno a causa della loro fede sono circa 105.000.

Ovviamente, visto il numero enorme di “martiri” (come definire altrimenti quanti sono stati uccisi a causa della propria fede?), sono stati sollevati alcuni dubbi.

Dopo alcune attente analisi (se un cristiano viene ucciso mentre si trova un luogo di culto, la causa della morte è la sua fede o il fatto che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato?) è emerso che la stima potrebbe essere considerata addirittura eccessivamente “prudente”. Uno studio dal titolo “The Price of Freedom Denied” dei sociologi statunitensi Brian J. Grim e Roger Finke (Cambridge University Press, Cambridge 2011), dimostrerebbe che il numero di martiri cristiani che perdono la vita ogni anno è ancora maggiore: fra 130.000 e 170.000!

E anche se i dati relativi al 2013 sembrano (la conferma ufficiale non è stata ancora resa nota) in lieve calo, si parla comunque di un numero di martiri non inferiore a 70-80.000. Secondo il Rapporto annuale della Commissione sulla Libertà Religiosa Internazionale degli Stati Uniti sarebbero almeno otto i Paesi che destano particolare preoccupazione: Birmania, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Sudan e Uzbekistan.

A parte la sorpresa nel leggere tra i Paesi maggiori responsabili dello sterminio di cristiani alcuni di quelli con cui le nazioni occidentali hanno enormi scambi commerciali (si pensi ad esempio alle recenti promesse di investimenti fatte da rappresentanti dell’Arabia Saudita in Italia e in Sicilia o ai rapporti commerciali tra industrie del Bel Paese e Cina), ciò che sorprende è la totale indifferenza, sia a livello globale che a livello nazionale, per lo sterminio in atto.

Se un islamico o un ebreo viene assassinato nel corso del conflitto israelo-palestinese, tutte le prime pagine dei giornali vengono riempite di titoli a quattro colonne. Quando, invece, alcuni estremisti islamici uccidono diverse decine di persone, lasciando sui cadaveri copie della Bibbia (segno evidente della causa che li ha portati a commettere una strage), solo pochi ne parlano. Eppure non si tratta di un fatto occasionale: le venti persone assassinate nella zona di Gamba a Tana River County e i nove cristiani uccisi presso il centro commerciale Hindi nella contea di Lamu, sono solo l’ultima strage di cristiani avvenuta nella città di Mpeketoni (dove altre 65 persone sono state uccise il mese scorso).

La situazione non è molto diversa in Nigeria, dove non passa settimana che dei cristiani vengono uccisi da estremisti islamici. “Sono andati a prenderli casa per casa e poi hanno cominciato a sgozzarli o a farli a pezzi”, ha raccontato uno dei pochi sopravissuti all’ultimo massacro dei tagliagole islamici. A Febbraio, in un remoto villaggio nel nord est della Nigeria, sono stati sterminati senza alcuna pietà almeno 100 tra uomini, donne e bambine. Solo le ragazze più giovani, almeno 24, si sono salvate: sono state portate via per essere vendute come schiave del sesso.

Eppure nessuno ha detto una parola. Dall’ottobre 2012 in Nigeria, secondo i dati della costola inglese dell’associazione “Aiuto alla chiesa che soffre”, sarebbero stati uccisi 791 cristiani colpevoli solo della propria fede. Nella regione di Borno, dove è avvenuta l’ultima strage, 50 delle 52 chiese cristiane sono state abbandonate o distrutte. E dal 2007 oltre 700 chiese del Paese hanno subito un attacco, compresi attentati con macchine minate e terroristi suicidi. Dall’inizio del conflitto con Boko Haram solo in Nigeria avrebbero perso la vita non meno di ottomila persone molte delle quali a causa delle loro fede.

Ma pochi ne parlano. E ancor meno chiedono che queste azioni cessino.

Chi se ne importa se ogni cinque minuti nel mondo un cristiano viene assassinato? L’importante è che non vengano disturbati gli accordi commerciali con Paesi come gli Emirati Arabi o la Cina.

E anche quando queste stragi hanno luogo in Paesi come la Nigeria o l’Eritrea o l’Uzkbekistan, chi volete che se ne interessi? Forse molti dei nostri esemplari di HOMO POLITICUS non sanno neanche dove si trovano questi Paesi…

Agli italiani deve importare solo il “tittytainment” di Renzi e i risultati dei mondiali di calcio in Brasile…

 

 

 

 


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