Operazione Banda del buco  Sequestrati immobili per 2 mln di euro

Tre rapine con sequestro di dipendenti messe a segno fra giugno e settembre 2013, in danno della Banca Intesa San Paolo – agenzia di Cusano Milanino (MB), del Credito Artigiano – Credito Valtellinese, agenzia di Bresso (MB), della Banca Popolare di Milano – agenzia di Senago (MB) per un totale di per 538 mila euro. 

L’immediata raccolta e valorizzazione dei primi frammentari indizi acquisiti sui luoghi dei crimini ha permesso di evidenziare l’esistenza di un medesimo modus operandi (ingresso poco prima della chiusura dell’istituto di credito dai condotti degli impianti di climatizzazione, sequestro degli impiegati nel caveau, asportazione dei contanti in cassa, nel bancomat e del contenuto di numerose cassette di sicurezza) e la riconducibilità quindi delle diverse rapine ad uno stesso gruppo criminale, costituito, al principio, da quattro soggetti di origine siciliana.

I carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni in prima battuta e quelli del Nucleo Investigativo di Monza successivamente, hanno provveduto alla meticolosa assunzione di dichiarazioni da tutti i soggetti identificati contestualmente alle rapine, anche se lontani dal luogo dei delitti, che potevano fornire dettagli utili alle indagini. In particolare, dopo la rapina avvenuta a Bresso del 26 giugno 2013, ci si è avvalsi della preziosa testimonianza di una commerciante che aveva notato, diverse settimane prima, alcune persone sconosciute armeggiare sulla serratura del cancello carraio posteriore dello stabile che ospita la banca. Insospettita, aveva trascritto il numero di targa della vettura con cui gli sconosciuti erano sopraggiunti. Immediate verifiche sull’identità della proprietaria, incensurata, avevano permesso però di identificare Ignazio Randazzo, che utilizzava l’auto.  Palermitano di 62 anni, l’uomo è  noto alle forze dell’ordine per reati di mafia.

E’ stata quindi avviata una complessa attività d’indagine mirante a ricostruire la cerchia relazionale di quest’ultimo nonché i suoi movimenti nelle circostanze di tempo e di luogo corrispondenti ai fatti delittuosi per cui i militari hanno proceduto. Durante le articolate e difficili fasi investigative, condotte con prolungati pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, avviate spesso in urgenza e  tramite l’analisi del traffico cellulare storico, è stato ricostruito gradualmente un sodalizio criminale, individuando ruoli e competenze di ciascuno. L’associazione era composta, oltre che da Randazzo dai pregiudicati: Benito Lo Re 33 anni,  Natale Caravello 41 anni, capi, promotori ed organizzatori del sodalizio con i compiti di effettuare i sopralluoghi per individuare gli obiettivi da colpire, organizzare e realizzare, i giorni precedenti le rapine, l’accesso ai locali dell’istituto di credito mediante la creazione di aperture di accesso ai locali della banca, eseguire materialmente le rapine, provvedere ad organizzare il trasporto della refurtiva in Sicilia. Provvedevano inoltre a procurare i telefoni, le schede telefoniche e l’alloggio da usare durante la fase di preparazione ed esecuzione dei reati e quant’altro utile alla realizzazione del programma criminoso.

Gli altri membri del gruppo erano Calcedonio Grimaldi, 50 anni, che concorreva alla rapina a Bresso e costituiva il punto di riferimento in Lombardia di Randazzo, nonché della moglie di quest’ultimo P.A. del figlio R.P. in occasione del prelievo e successivo trasporto della refurtiva in Sicilia dopo la rapina di Cusano Milanino, mettendo a disposizione la sua utenza telefonica per i contatti tra Randazzo Ignazio e i suoi familiari, attivandosi per il reperimento di un alloggio in affitto per i componenti dell’associazione. 

 Antonino Pipitone 37 anni, ospitava in casa le persone che si occupavano della realizzazione delle rapine, nelle fasi di preparazione della stessa, abitazione che costituiva la base logistica ed organizzativa dell’associazione, procurava agli altri  il necessario per la sopravvivenza e i mezzi per l’esecuzione dei delitti, aiutava i capi e promotori a procurare altri alloggi per i correi in occasione della consumazione delle rapine, svolgeva il controllo dall’esterno presso gli istituti di credito nelle ore antecedenti la consumazione delle rapine,  P. A. classe 1959 denunciata in stato di libertà per concorso nel reato moglie di Randazzo  con R. P. classe 1975, suo figlio che svolgevano il compito di recarsi in Lombardia immediatamente dopo l’esecuzione delle rapine per prelevare la refurtiva e portarla in Sicilia.

L’attività investigativa è giunta ad una prima svolta con l’individuazione del nuovo obiettivo del gruppo: l’agenzia della Banca Agricola Mantovana di Buccinasco (MI). Il giorno 7 febbraio, un articolato servizio di osservazione, controllo e pedinamento, unitamente a personale del Nucleo Elicotteri di Orio Al Serio (BG) ha permesso di seguire in diretta i movimenti degli indagati e trarli in arresto in flagranza di reato per rapina tentata pluriaggravata.

La successiva attività d’indagine, ha portato alla conclusione che  lo stesso gruppo, aveva rapinato gli altri istituto di credito. 

Lo scorso 8 gennaio, il GIP del Tribunale di Monza,Giovanni Gerosa, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati, tratti in arresto il 14 gennaio successivo.

Considerato che i proventi delle rapine erano di considerevole entità è stata avviata una mirata indagine patrimoniale con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano al fine di ottenere delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, atteso che alcuni degli indagati risultavano essere proprietari di numerosi beni immobili, anche attraverso dei prestanome identificati nel corso delle indagini. Il 14 febbraio 2015, le richieste di sequestro preventivo finalizzato alla confisca successivamente disposto dal Tribunale di Milano – Sezione Autonoma Misure di Prevenzione che ha disposto il 29 settembre scorso, il sequestro di 13 immobili ubicati nel centro storico di Palermo il cui valore immobiliare è stimato  in 2 milioni di euro riconducibili a Salvatore Ferdico e Benito Lo Re.


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