Una trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni con dati accessibili e riutilizzabili da cittadini, imprese e associazioni. Può essere sintetizzato così il mondo degli Open data: ormai ritenuti fondamentali per l’ammodernamento delle amministrazioni in un processo di svecchiamento che ha come modello di riferimento quello lanciato dal governo americano. Oltre oceano il primo schema di dati […]
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Gli Open data (non sempre aggiornati) della Regione: cosa sono e come funzionano
Una trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni con dati accessibili e riutilizzabili da cittadini, imprese e associazioni. Può essere sintetizzato così il mondo degli Open data: ormai ritenuti fondamentali per l’ammodernamento delle amministrazioni in un processo di svecchiamento che ha come modello di riferimento quello lanciato dal governo americano. Oltre oceano il primo schema di dati aperti, suddiviso in 45 sezioni, venne reso pubblico nell’ormai lontano 2009. In Europa e in Italia questo processo è arrivato più a rilento anche se ormai rappresenta una realtà più o meno consolidata: Sicilia compresa nonostante i dati presenti non sempre risultino aggiornati con importanti distinguo tra le varie categorie. Intanto il prossimo 19 e 20 marzo si terranno, in Lussemburgo, le giornate europee dedicate agli Open data. In Italia il Piemonte è stata la prima regione a produrre un atto formale sui dati aperti e poi, negli anni, anche le altre amministrazioni locali si sono adeguate.
In questa direttrice si è mossa anche la Regione Sicilia mettendo online un portale dedicato nell’estate 2022. Un processo che all’epoca venne definito «un punto di partenza», «una grande opportunità» in un «processo graduale finalizzato al coinvolgimento di tutti i rami dell’amministrazione regionale e di tutte le pubbliche amministrazioni siciliane che vorranno aderire all’iniziativa». A occuparsi del portale e dell’organizzazione dei dati è l’ufficio per l’attività di coordinamento dei sistemi informativi regionali con il supporto dell’Agenzia per l’Italia digitale e dell’associazione FormezPA. Le sezioni consultabili sul portale dedicato – chiamate tecnicamente dataset – sono 184 e sono suddivise in varie categorie: dall’agricoltura, all’energia, passando per la salute, i trasporti e le tematiche internazionali.
A balzare subito all’occhio è però come i dati consultabili non siano sempre aggiornati. Nella categoria salute, per esempio, possono essere visionati i dati sulle farmacie aperte su tutto il territorio regionale. L’ultimo aggiornamento risale però al 14 ottobre 2021. C’è anche un elenco nominativo dei medici specialisti in medicina dello sport ma, anche in questo caso, i dati risalgono al 18 giugno 2020. Passando alla sezione Regioni e Città viene proposto un dataset con le offerte di lavoro gestite dall’agenzia regionale per l’impiego e dagli uffici provinciali e regionali del lavoro. Anche in questo caso i dati disponibili sono abbastanza vecchi e risalgono al mese di marzo del 2022.
La situazione è migliore quando si naviga tra i dati presenti nell’area Governo e settore pubblico. In questa sezione è possibile consultare la dislocazione territoriale del personale per provincia con aggiornamento al 20 novembre 2024. Stesso periodo dell’ultimo aggiornamento sulle locazioni passive, ossia i canoni di affitto annuali pagati dalla Regione per alcune sedi istituzionali. Anche in questa categoria, però, ci sono dati non aggiornati: l’elenco dei beni confiscati alla mafia assegnati al patrimonio della Regione risale al 18 giugno 2020 così come il prezzario dei lavori pubblici, anche questo aggiornato al 2020 ma il documento consultabile è quello riferito al 2018. Ferma al 2022 la sezione dedicata alla delibere di giunta dell’anno in corso.
È decisamente più aggiornata la sezione del portale dedicata al Pnrr. In questo caso l’elenco dei progetti in cui la Regione è soggetto attuatore – oltre 1500 – fa riferimento alla data del 3 novembre 2024. Sebbene sia il primo passo da realizzare – ossia mettere i dati a disposizione – è chiaro come sia cruciale mantenere un buon livello di aggiornamento garantito. Ecco perché tra le direttive principali di chi si occupa di Open data c’è proprio l’individuazione di un nucleo centrale che si preoccupi del costante aggiornamento dei dati sulla piattaforma.