Online la petizione per salvare la Valle dei Templi dalle grinfie dell’Enel (e degli ascari)

C’è anche l’associazione Italia Nostra tra i firmatari della petizione per salvare la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco, dalla sciagurata ipotesi di costruire al suo confine un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi.

Praticamente si tratta di enormi contenitori di Gas naturale liquido, inseriti nella direttiva di Seveso, che classifica gli impianti industriali ad alto rischio di incidente.  Gli affaristi e gli ascari che hanno concesso le autorizzazioni negano che siano strutture pericolose.

Negano cioè quello che l’Unione europea ha detto chiaramente con la sua direttiva (qui potete leggere una lista degli incidenti più rilevanti in impianti simili).

Il pericolo maggiore è dato da fuoriuscite di gas, che possono essere provocate da guasti, errori umani o anche atti terroristici. Il GNL non è infiammabile quando è nel suo stato liquido dentro il contenitore ma, una volta uscito, si diffonde sotto forma di nube di gas ed è sufficiente che si mescoli  in percentuali dal 5% al 15% con l’ossigeno perché diventi altamente volatile infiammabile.

Ovvio che solo in un Paese incivile come l’Italia si poteva autorizzare un  progetto simile alle spalle di una delle aree archeologiche più belle del mondo (in caso di esplosione, o di fuoriscita di gas, ovvio che i Templi, già fragili, potrebbero essere compromessi).

Quello che si vuole costruire a Porto Empedocle, praticamente al confine con il Parco archeologico agrigentino, è targato Enel. I lavori vanno molto a rilento. Si vocifera che il gruppo non abbia i liquidi necessari ad andare avanti più speditamente e che stia pensando di venderlo.

In sostanza, si mette a rischio la Valle dei Templi per fare arricchire qualche società in cerca di nuovi affari.

La petizione, lanciata dal Comitato ‘Salviamo La Valle dei templi’ è rivolta al Ministro dei BB.CC., Massimo Bray, nella speranza che almeno lui, possa dimostrarsi sensibile all’argomento.

Silenzio assoluto da parte dell’attuale Governo regionale (ad autorizzare l’impianto è stato il precedente esecutivo guidato da Raffaele Lombardo), nonostante l’assessore al ramo, Mariarita Sgarlata (qualcuno dubita pure che esista), al momento del suo insediamento, avesse promesso più cura per i siti archeologici siciliani.

Nauseante anche il silenzio dei media, probabilmente illuminati dall’Enel…

Questo il link del sito dove è possibile firmare la petizione.

Sull’argomento leggi anche:

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