Ong e migranti, venti indagati dalla Procura di Trapani Misura per permettere analisi del materiale sequestrato

Venti avvisi di garanzia sono stati notificati ad alcuni membri degli equipaggi della navi Iuventa, della ong Jugend Rettet, e Vos Hestia, della ong Save the children, oltre a personale di Medici senza frontiere che si trovava a bordo. A disporli è stata la Procura di Trapani che indaga ipotizzando il reato di immigrazione clandestina sulle due organizzazioni non governative. In questo contesto, ad agosto del 2017, era scattato il sequestro della Iuventa che si trova ancora oggi ferma al porto di Trapani. Lo scorso aprile, infatti, la Cassazione ha rigettato il ricorso della ong tedesca, confermando il provvedimento.

Gli avvisi di garanzia sono stati notificati per permettere di effettuare accertamenti irripetibili, cioè l’analisi del materiale sequestrato a bordo delle due navi, in particolare telefoni e computer. Momento a cui devono partecipare anche i legali degli indagati. Dovrebbe essere questo uno dei passaggi conclusivi dell’indagine che si avvierebbe verso la chiusura, dopo oltre un anno.

«Si tratta – ha fatto sapere Save the children in una nota – di un atto dovuto per consentire di partecipare all’ispezione dei dispositivi elettronici sequestrati alcuni mesi orsono, permettendo di esercitare il diritto alla difesa. Di fatto l’unico modo per farlo è quello di iscrivere le persone al registro degli indagati. Siamo certi che tutti i componenti del nostro staff abbiano sempre svolto il proprio compito nel pieno rispetto dei regolamenti e delle procedure interne e sotto il pieno coordinamento del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera (IMRCC). Apprezziamo pertanto il provvedimento del Procuratore che è volto a garantire alle persone coinvolte la partecipazione, attraverso i loro rappresentanti legali e consulenti di parte, all’ispezione dei dispositivi elettronici».

Le indagini di Trapani partono dalla denuncia di due dipendenti dell’agenzia di sicurezze Imi Security Service, Pietro Gallo e Lucio Montanino, imbarcati sulla nave Vox Hestia di Save the children. Sono loro i primi a segnalare anomalie nelle fasi di soccorso in mare. A puntare il dito contro la Iuventa è anche Stefano Spinelli, un medico che fa parte della onlus Rainbow for Africa che partecipa alle missioni a bordo della nave della ong tedesca. Dopo queste segnalazioni viene infiltrato un agente dello Sco a bordo della nave di Save the children, Vox Hestia. È lui che, a partire dal 19 maggio del 2017, racconta e fotografa il recupero da parte degli esponenti della ong Jugend Rettet di tre imbarcazioni utilizzate dai migranti soccorsi, che, una volta vuote, sarebbero state trainate dall’organizzazione tedesca verso le acque libiche, «consentendone – scrive il Tribunale di Trapani – il recupero ad opera di alcuni soggetti che si trovavano già all’altezza di quelle acque».

Per i responsabili della ong tedesca che chiedono che la nave venga dissequestrata, si tratta però di «dichiarazioni contrastanti» e «immagini decontestualizzate». È settembre quando organizzano una conferenza stampa in cui ribattono punto su punto a tutte le accuse. Secondo il portavoce della Ong tedesca, a dare il via alle indagini sono state le dichiarazioni di due operatori «legati a gruppi di estrema destra italiana che hanno riportato informazioni errate ai servizi segreti». Sono loro anche a occuparsi di fare una ricostruzione della cronologia e a sottoporla all’attenzione dei giudici.


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