Allieva ed assistente di Roberto Zappalà, dopo vari progetti personali la coreografa ha presentato nel fine settimana, a Scenario Pubblico, la prima tappa di On time, performance di danza contemporanea portata in scena da dodici danzatori tra gli otto e i 14 anni
On time, Ilenia Romano alla ricerca del tempo perduto Dodici danzatori-bambini sul palco a Scenario pubblico
Quando la luce si accende sul palco, le braccia bianche ed esili di una bambina aleggiano come una farfalla. Una scena che non intenerisce, ma impone subito l’attenzione che si riserverebbe ad un adulto, per la professionalità trasmessa da tutti i giovanissimi interpreti. In un’epoca in cui il valore del tempo appare perduto, la coreografa – ovvero Ilenia Romano, allieva di Roberto Zappalà – ne affida la ricerca ai più piccoli, con un’intuizione quanto mai azzeccata. È il microclima di On time, una performance di danza contemporanea portata in scena nello scorso weekend, a Scenario pubblico, da 12 danzatori tra gli otto e i 14 anni.
Grazie anche all’ausilio di strumentazione musicale dal vivo – con protagonisti Valeria Grasso e Pasqualino Cacciola alle percussioni – la Romano riesce nel suo intento: rappresentare reazioni corporee che ricreino la dimensione reale del tempo. La scelta dei 12 adolescenti non destabilizza. Anzi: rassicura, restituendo allo spettatore non solo il ritmo naturale del tempo che scorre, ma anche l’idea di un tempo autentico ancora da vivere: l’innocenza della giovinezza.
Sul palco movimenti semplici, perché essenziale ed incontaminata è l’adolescenza: non sembra ancora giunto il tempo della frenesia e degli artifici. Dodici corpi dalla fisicità differente, proprio per la diversa età e provenienti da varie scuole di danza della Sicilia orientale, si esibiscono in un’alchimia di movimenti e gesti che calmano il cuore, restituendogli il suo battito naturale.
Si compie il consueto miracolo della danza contemporanea, capace di rendere arte il movimento di una spalla, di un dito, di un gomito; che, se si potesse effettuare una radiografia in quel momento, si potrebbe vedere quale costola o osso sia interessato da quello sforzo tanto mascherato. Così dopo tamburo, tamburello e marranzano, anche le mani diventano uno strumento musicale. Una camminata, la parte di una coreografia. Una marcia, la corsa educata e pacata verso il tempo cercato.