Il legale di Enza Ingrassia - la casalinga che a fine agosto ha confessato di aver ucciso il coniuge - aveva fatto ricorso al tribunale del Riesame. Che ha fissato per la donna gli arresti domiciliari. I nuovi rilievi dei Ris hanno intanto confermato la sua versione e la possibile vicinanza della vittima con la malavita locale
Omicidio Biancavilla, scarcerata la moglie Trovata foto del marito con un pregiudicato
Enza Ingrassia, la casalinga di 64 anni accusata dell’omicidio del marito Alfio Longo, 67 anni, è stata scarcerata. Il provvedimento è stato preso nel pomeriggio dal tribunale del Riesame del capoluogo etneo, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi. A fare ricorso era stato il legale della donna, l’avvocato Luigi Cuscunà, subito dopo la decisione della giudice per le indagini preliminari Loredana Pezzino. Che aveva confermato l’arresto della donna con la detenzione nel carcere di piazza Lanza. A Ingrassia sono stati assegnati gli arresti domiciliari in una struttura protetta di Biancavilla. «Ritengo che i giudici del Riesame abbiamo avuto più elementi rispetto alla gip», dichiara l’avvocato Cuscunà.
Negli ultimi giorni la villetta di contrada Crocifisso, dove è avvenuto l’omicidio confessato dalla donna, è stata nuovamente ispezionata dai carabinieri del Ris alla ricerca di nuove prove «che hanno confermato quanto detto dalla signora nella sua confessione». Determinanti sarebbero state le tracce che il reparto scientifico avrebbe trovato grazie all’utilizzo del luminol, una particolare lampada in grado di mostrare tracce di elementi organici. I militari, in un sopralluogo successivo, hanno sequestrato anche degli psicofarmaci che probabilmente sarebbero stati prescritti al marito.
Tutto ciò, secondo gli inquirenti, confermerebbe quanto detto dalla donna: ossia che per 40 anni avrebbe subito violenze fisiche e psicologiche che alla fine l’avrebbero spinta a eliminare il marito. Dentro la casa, inoltre, i carabinieri hanno trovato anche una foto di Longo in compagnia di un noto pregiudicato di Biancavilla. Un ulteriore indizio che confermerebbe l’ipotesi di un collegamento dell’uomo con la malavita locale. Già nel corso delle prime ispezioni all’interno della villetta, i carabinieri avevano trovato armi e droga. E aperto un altro filone di indagine.