Il Consiglio di giustizia amministrativa ha accolto in via cautelare il ricorso dell'azienda: secondo i giudici, le motivazioni che avevano portato all'interdittiva antimafia nel 2014 non erano «sufficienti». L'udienza pubblica per trattare il caso nel dettaglio è fissata al 5 luglio 2017
Oikos: decadono i commissari, azienda torna ai Proto Ordinanza prefetto priva di «motivazioni convincenti»
Oikos spa, l’azienda che gestisce la raccolta di rifiuti per la città di Catania, non è più in regime commissariale e tornerà a essere gestita dalla proprietà. Il Consiglio di giustizia amministrativa, in sede giurisdizionale, ha preso la decisione in via cautelare il 14 dicembre scorso, e ha fissato l’udienza pubblica per trattare il caso per il 5 luglio 2017. Secondo l’ordinanza, depositata ieri, i provvedimenti del prefetto dell’estate 2014, che emanavano una interdittiva antimafia nei confronti dell’azienda, e le conseguenti nomine commissariali, «non erano assistiti da motivazioni convincenti e sufficienti».
La sentenza «sospende l’esecutività della sentenza impugnata», ovvero la precedente decisione del Tribunale amministrativo che confermava la decisione prefettizia, che si era pronunciato sempre su richiesta di Domenico Proto, tra i proprietari di Oikos e della discarica di Motta Sant’Anastasia Valanghe d’Inverno. I commissari dell’azienda – Carlo Gualdi, Maurizio Cassarino, Riccardo Tenti e Stefano Scammacca – erano stati confermati proprio giorno 14 dalla prefetta Maria Guia Federico. La scadenza della proroga commissariale era infatti fissata per il 15 dicembre. Adesso, fino alla decisione definitiva, secondo l’ordinanza cautelare dei giudici amministrativi che hanno accolto il ricorso dell’azienda, l’attività dovrà continuare con amministratori scelti dalla proprietà.
«Noi abbiamo sottoscritto con l’azienda un nuovo contratto il 14 dicembre, che deriva dalla proroga commissariale, e quindi proseguiamo con quanto fatto: il commissario era nei pieni poteri», afferma l’assessore all’Ecologia del Comune di Catania Rosario D’Agata. Per l’amministrazione la sentenza «non cambia nulla. Bisogna vedere quello che dirà la proprietà dell’azienda quando riprenderà la gestione», conclude l’assessore D’Agata