Cronaca

Il caso della nuova discarica per rifiuti speciali pericolosi ad Augusta: «Meno rischioso che spedirli in Germania»

Una comunità solo in parte in subbuglio e «un territorio già pesantemente martoriato». Oggetto del contendere, questa volta, è la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali pericolosi in contrada Marcellino, ad Augusta, nella parte Nord della provincia di Siracusa. L’area individuata dalla società Log Service non è casuale. La discarica, infatti, dovrebbe sorgere a due passi dall’impianto di termodistruzione della GE.S.P.I, così da essere a servizio esclusivo di quest’ultima.

GE.S.P.I è una società che si occupa di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti provenienti da stabilimenti produttivi di ambito petrolifero, chimico-farmaceutico e sanitario. Un processo basato sulla combustione controllata, con il calore che genera vapore per la produzione di energia elettrica. Tuttavia, non tutto il rifiuto introdotto nell’impianto riesce a essere trasformato: rimane, infatti, una frazione non trascurabile di scorie (5-10 per cento in volume e 15-25 per cento in peso). Scorie – almeno in parte costituite da materiale inerte e metalli – che devono essere rimosse e smaltite in discarica, dopo avere separato la frazione (come ferro e alluminio) che può essere recuperata e avviata al riciclo in fonderia. Ci sono poi i fumi di combustione con ceneri e polveri che vengono trattenute dai sistemi di filtrazione e, anche questi, devono essere smaltiti.

Scarti che attualmente vengono spediti fuori Regione. Nello specifico, in Germania attraverso un tragitto di oltre 2000 chilometri da coprire su gomma «con i rischi connessi alla viabilità e incidenti che potrebbero diffondere i rifiuti nelle strade e, di conseguenza, nell’ambiente», si legge nello studio d’impatto ambientale. Ecco perché l’obiettivo dell’azienda è quello di creare una discarica dietro l’angolo. Stando al progetto, l’impianto dovrebbe sorgere a cinque chilometri da Augusta e a sei chilometri da Melilli. In un’area pianeggiante, quasi incolta, con pochi agrumeti degradati e al confine con lo stabilimento della Sasol e diversi impianti fotovoltaici. Una discarica capace di coprire cicli di produzione di rifiuti per 14 anni con, secondo le stime, 440 viaggi su gomma durante ogni anno.

Sulla nuova costruzione si è recentemente pronunciato anche il sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare, esprimendo parere favorevole durante una commissione convocata nelle scorse settimane. «Nonostante la richiesta di un confronto – lamenta a MeridioNews Fabio Morreale, il presidente dell’associazione ambientalista Natura Sicula – non riusciamo a dialogare con l’amministrazione. Temiamo che non ci sia voglia di parlare con la società civile», riferisce il presidente della realtà che fa da coordinamento anche di altre realtà augustane. «La vicenda di questa discarica – continua – non riguarda solo Augusta ma anche Priolo e Melilli. Nonostante questo, gli altri sindaci sono silenti su questo progetto. Poi c’è la popolazione che rimane imbavagliata, perché – afferma Morreale al nostro giornale – mettersi contro le industrie non è semplice. Ma viviamo in un territorio martoriato già da 70 anni e che non può permettersi ancora queste situazioni».

L’iter autorizzativo prevede adesso l’acquisizione del parere istruttorio definitivo della Commissione tecnica specialistica regionale, prima dell’adozione del provvedimento di VIA (valutazione d’impatto ambientale), favorevole o contrario, da parte del dipartimento regionale dell’Ambiente. Come emerge dai documenti, dovrebbe essere realizzata una discarica a fossa con una capacità complessiva di 150mila metri cubi di rifiuti abbancabili, serbatoi per lo stoccaggio del percolato con capacità di 150metri cubi, una pesa per gli automezzi con un impianto per il lavaggio delle ruote, un capannone adibito a deposito e un edificio per la guardania e il controllo con sistema di videosorveglianza. L’area in si vorrebbe realizzare la discarica ha uno strato di argilla di notevole spessore, circa 100 metri, «che garantisce una impermeabilizzazione idonea che sarà integrata con dei sistemi previsti nel progetto», si legge nei documenti tecnici.

Secondo le stime, la produzione annua dei rifiuti prodotti dalle lavorazioni raggiungerà le 20mila tonnellate. Prima di essere abbancati in contrada Marcellino, si precisa nel progetto, «i rifiuti verranno lavorati nell’impianto di trattamento interno della GE.S.P.I». Stando agli esami del Piano regolatore Irsap, l’area in fase di acquisizione da parte di Log Service ricade in zona F, in cui sono previsti gli insediamenti produttivi. «Non sussistono incongruenze – si legge – tra il progetto proposto e la pianificazione esaminata, nonostante il progetto dovrà essere approvato in variante da grandi industrie ad area trattamento rifiuti». In attesa di capire cosa ne sarà di questo progetto, la GE.S.P.I come sostenuto da Legambiente Augusta e Natura Sicula, avrebbe avviato le operazioni per la messa in esercizio della seconda linea di incenerimento. 

Dario De Luca

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