DAGLI ESCREMENTI AL DETERSIVO: CONTINUANO AD ARRIVARE BUSTE MINATORIE A LAMPEDUSA. QUESTA VOLTA TOCCA AL SINDACO
di Mauro Seminara
Mitomani all’attacco in quel di Lampedusa. Dopo le buste alla “materia organica” recapitate al centro di accoglienza e indirizzate rispettivamente all’ex amministratore delegato dell’ente gestore e al direttore, torna adesso a farsi vivo il matto che spedisce antrace profumata al sindaco Giusi Nicolini. Stessa busta, stessa calligrafia e stessa destinazione della busta consegnata il 2 settembre scorso contenente la presunta antrace. In quel caso la polvere contenuta dalla busta risultava essere uno tra i più noti detersivi per lavatrice in commercio. Per intenderci, quello con i microgranuli blu. Le misure di sicurezza da adottare in questi casi hanno però costretto le stanze del comune in cui la busta era stata aperta a dieci giorni di sigilli. Un bel intoppo per una amministrazione comunale. Al fine di scongiurare una simile eventualità, essendo come già detto estremamente riconoscibile il bis intimidatorio, in questo caso la busta non è stata aperta. Giusi Nicolini ha consegnato la missiva ai Carabinieri e questi, in presenza del direttore del presidio Asp di Lampedusa per le dovute misure di sicurezza anti contaminazione, hanno provveduto ad aprirla per esaminarne il contenuto. Il maresciallo Donato De Tommaso e il Dott. Pietro Bartòlo hanno quindi appurato che la modica quantità di “antrace” avrebbe potuto produrre un piccolo buon bucato, profumato, da far asciugare poi sotto il sole di Lampedusa.
La busta aperta sabato mattina verrà comunque sottoposta ad accertamenti di laboratorio scientifico ma, a questo punto, pare di maggiore interesse scoprire chi è il mittente più che la marca di detersivo usato. Sono invece andate al Ris di Messina le buste ricevute dall’ex Ad di Lampedusa Accoglienza Cono Galipò e dal direttore della stessa, l’avvocato Federico Miragliotta. Nelle due buste c’erano dei fazzoletti macchiati da una sostanza che in un primo momento aveva fatto pensare a sangue coagulato, tendente al color ruggine. Si è poi compresa la vera natura della sostanza, e non era cioccolato. Tutte e quattro le buste provenivano da uffici postali decisamente lontani da Lampedusa: Veneto e Lombardia. Se il sindaco non ha battuto ciglio di fronte a una ridicola minaccia asserendo che “non sarà certo un mitomane con tanto tempo da perdere a intimidirla”, di diversa natura è la reazione della Lampedusa Accoglienza. Quest’ultima, nell’occhio del ciclone per lo “scandalo” mediatico che li ha recentemente travolti, non possono comunque dimenticare che a Lampedusa hanno subito in passato l’incendio doloso di due auto, un pulmino e un magazzino di sensibili dimensioni contenente tutti gli approvvigionamenti e le spettanze da distribuire agli immigrati.
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