Animali squartati, sanguinanti e sacrificati in croce. Dopo Città del Messico, dove una petizione ha cancellato l'evento, l'artista viennese si prepara a sbarcare a Palermo. Tra le polemiche di animalisti e detrattori, che promettono battaglia. Assessore Cusumano: «Nessuna violazione di legge e nessuna sevizia. Artista di livello internazionale»
Nitsch ai Cantieri culturali, 8.500 firme contro la mostra Lav: «Sconcertati». Il Comune: «Censura è inaccettabile»
Il 10 luglio sbarcherà a Palermo. Ma ad anticiparlo sono già le polemiche. Una levata di scudi di animalisti e semplici cittadini contro la mostra dell’austriaco Hermann Nitsch. Animali squartati, sanguinanti e sacrificati in croce si amalgamano a nudità e sangue. L’esposizione in programma allo spazio Zac dei Cantieri culturali della Zisa è sponsorizzata da Elenk’Art. A volerlo nel capoluogo siciliano è stato l’assessore comunale alla Cultura, Andrea Cusumano, che dell’artista è stato collaboratore per più di 20 anni.
Le opere, in mostra fino al 20 settembre, dovrebbero essere una quarantina di tele di grandi dimensioni, una di una decina di metri posta a terra, oltre quaranta fotografie e numerosi video che raccontano le più importanti performance di Nitsch, padre dell’azionismo viennese, movimento che coniuga teatro, body art, performance e pittura gestuale. Riti parareligiosi in cui le vittime sacrificali sono animali da macello, immagini capaci di scandalizzare, per condurre lo spettatore alla catarsi. Le tele e i grandi camici bianchi adoperati e indossati durante la performance divengono pura pittura, e la seguente ostensione degli stessi completa il rito.
Ma “Hermann Nitsch-Das Orgien Mysterien Theater” sembra non raccogliere l’entusiasmo di molti palermitani. Così su Change-Org è stata avviata una petizione dal palermitano Antonio Leto – “Cancellate la mostra di Hermann Nitsch a Palermo” –, in cui viene trascritta per intero la “Dichiarazione universale dei diritti degli animali” dell’Unesco. Una raccolta firme che ha già raccolto l’appoggio di 8.500 sostenitori. Anche sui social network impazza la polemica tra ammiratori e animalisti.
Inutile dire che dato il carattere forte delle sue performance l’artista viennese porta in ogni luogo in cui arriva forti polemiche. Ma molti sono i suoi estimatori, che ne tessono le lodi e che trovano ispirazioni profonde nella sua arte. Dal 1971 ha eletto come luogo di riferimento del Teatro delle Orge e del Mistero il castello di Prinzendorf, dove nel 1998 ha realizzato una performance della durata di sei giorni.
«Siamo tempestati di mail e post su Facebook – dicono a MeridioNews gli attivisti della Lav di Caltanissetta -. Un’ondata di indignazione spontanea, alimentata non da associazioni, ma da semplici cittadini, che si dicono sconcertati per un’esposizione che somiglia a un mattatoio». Per i responsabili della Lega Antivivisezione al centro del dibattito non c’è il giudizio artistico, ma «le norme e le leggi che in Italia e in Europa tutelano gli animali, che sono esseri viventi e non cose». Insomma per gli attivisti della Lav nissena quella di Nitsch è solo «un’esposizione di oscenità, immagini raccapriccianti, che raccontano il barbaro massacro di animali».
Una posizione che l’assessore Cusumano respinge. «Nitsch è un artista riconosciuto a livello internazionale, uno dei massimi esponenti dell’arte contemporanea. Le sue performance sono state ospitate al Moma, al Guggenheim Museum. In Italia, in Turchia e a Vienna ci sono tre musei che portano il suo nome». Certo la sua arte può non piacere, ma nelle sue opere «non c’è nessuna sevizia nei confronti degli animali, che al contrario Nitsch ama profondamente – spiega Cusumano -. Rispetto la posizione degli animalisti e dei vegetariani, ma la mostra non viola nessuna legge». E poi è a costo zero per le casse del Comune.
Al contrario sull’esposizione è stata fatta «molta disinformazione». Il riferimento è al video che accompagna la petizione on line: «Riprende un macellaio e un veterinario e che mi risulti oggi i mattatoi in Italia non sono illegali». Insomma per l’esponente della Giunta Orlando «qualunque parere sull’artista è legittimo, anche le proteste lo sono, non lo è, invece, il tentativo di censura, perché la libertà di espressione va tutelata sempre». E lo stop alla mostra a Città del Messico, dove una petizione, simile a quella partita a Palermo, ha cancellato l’appuntamento? «La Fondazione Jumex – racconta Cusumano – aveva finanziato e organizzato la mostra, poi a seguito delle proteste ha deciso di cancellarla. Ma è stata la scelta di una fondazione privata, che nulla c’entra con le istituzioni. Lo dimostra il fatto che lo Stato del Messico ha organizzato, dopo la cancellazione della mostra, un concerto di Nitsch, che è stato un grande successo con cinque minuti di standing ovation».
«Il lavoro di Nitsch – aggiunge l’assessore – nasce da una filosofica accettazione della bellezza del creato. L’artista guarda a 360 gradi al movimento del cosmo e nelle sue performance ci sono anche momenti idilliaci. Non c’è assolutamente nessuna istigazione alla violenza». Eppure gli attivisti della Lav la bellezza dell’esposizione proprio non riescono a vederla. «Non siamo critici d’arte – aggiungono – e non cogliamo il messaggio culturale e di progresso che questa mostra consegna ai palermitani e ai siciliani. In ogni caso chiediamo il rispetto delle leggi, al di là di ogni giudizio morale».
E per bloccare la discussa esposizione dell’artista promettono il massimo impegno. «Siamo stati travolti da un coro di indignazione popolare, per questo motivo abbiamo chiesto all’ufficio legale della Lav dimettere in campo tutte le azioni utili a bloccare la mostra». Cusumano è tranquillo. «Non capisco in che termini si possa parlare di violazione della legge, dal momento che non c’è nessun maltrattamento di animali». Un primo risultato comunque la “mostra delle polemiche” lo ha già ottenuto: la visibilità del capoluogo siciliano in giornali di settore di livello internazionale. «Palermo torna al centro del circuito dell’arte contemporanea» dice l’assessore. Di più la mostra, per Cusumano, è l’occasione per accendere i riflettori sulle posizioni degli animalisti. «Finché la discussione resta dentro l’ambito di un confronto civile tra posizioni diverse direi che è un bell’esempio di come la cultura e l’arte possano stimolare il dibattito sociale». Con buona pace degli animalisti.