Sequestrata una cava abusiva di materiale basaltico lavico in contrada Casellaccia, nel Comune di Nicolosi, che si trova in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e naturalistico del Parco dell’Etna. I carabinieri del comando per la tutela ambientale del nucleo operativo ecologico di Catania, in collaborazione con i militari di Nicolosi, hanno sequestrato anche un escavatore munito di martello pneumatico usato per le operazione di sbancamento e tutto il materiale abusivamente estratto dalla cava. Il titolare dell’azienda, il 60enne di Nicolosi G. A. è stato denunciato alla procura della procura di Catania per attività di estrazione abusiva e deturpamento di bellezze naturali.
I carabinieri hanno colto in flagranza di reato un operaio mentre manovrava un escavatore per estrarre il materiale basaltico lavico vicino all’impianto di frantumazione di pertinenza della stessa ditta. Bloccata l’azione del mezzo, sono iniziate le verifiche della
documentazione in possesso del titolare dell’azienda al termine
delle quali è emerso che l’area sulla quale stava operando l’escavatore ricade all’interno della zona D del Parco dell’Etna, sottoposta a
speciale vincolo e dove è vietato condurre qualsiasi attività che ne possa modificare o alterare l’aspetto.
Il titolare dell’azienda, inoltre, non è risultato in possesso di autorizzazioni valide e l’area è risultata essere stata oggetto di estrazione abusiva. L’escavatore e il materiale estratto, che si trovava accantonato nelle vicinanze, sono
stati sottoposti a sequestro preventivo.
Il verbale di sequestro è stato trasmesso al magistrato di turno della procura di Catania per la convalida.
Diverse sono le contestazioni mosse al titolare che è stato denunciato per aver avviato dei
lavori di sbancamento all’interno di un’area all’interno di un parco naturale in assenza della concessione estrattiva e per aver causato il deturpamento dei luoghi sottoposti a speciale
tutela.
Con questo sequestro sono cinque, nel corso dell’ultimo anno, le aziende presenti nel
territorio dei Comuni di Mascali, Milo e Nicolosi sottoposte a ispezioni che hanno consentito il sequestro
complessivo di otto cave abusive, tre impianti di frantumazione e di produzione di calcestruzzi
trovati privi delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, e di diverse
decine di escavatori, pale meccaniche e camion sorpresi a operare illecitamente.
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