La guardia di finanza ha chiuso le indagini sui titolari di due aziende agricole. Entrambi hanno precedenti per furto di bestiame e danneggiamenti e avevano visto rescissi i contratti con l'Azienda speciale silvo pastorale, ma avevano falsato i documenti. Con l'obiettivo di aggirare il protocollo di legalità voluto da Antoci
Nebrodi, denunciati allevatori di Tortorici e S.Agata Chiesti fondi Ue, pur avendo interdittiva antimafia
Nonostante avessero l’interdittiva antimafia, puntavano ai fondi europei. E per riuscirci avrebbero falsato i documenti così da risultare concessionari di terreni demaniali sui Nebrodi. Protagonisti M.P.G e M.P.S., imprenditori agricoli di Tortorici e Sant’Agata di Militello attivi negli allevamenti di bestiame, che con la stretta imposta dal protocollo di legalità tra prefettura di Messina e il Parco dei Nebrodi hanno visto rescissi i propri contratti con l’Azienda speciale silvo pastorale di Troina.
Entrambi hanno precedenti penali legati alla criminalità rurale, tra i quali furti di bestiame e danneggiamenti, e per questo non avrebbero potuto ambire ai finanziamenti comunitari. Il provvedimento prefettizio, tuttavia, non li aveva fatti desistere dall’intento. La guardia di finanza di Nicosia li ha denunciati per falso in atto pubblico finalizzato all’indebito conseguimento di provvidenze riferibili alla politica agricola comune, quantificando i contributi a cui i due puntavano in circa 280mila euro. Le Fiamme Gialle hanno avvertito avvertito l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), bloccando il trasferimento dei fondi.
Il protocollo di legalità, voluto dal presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci a marzo 2015, ha rimosso la soglia di 150mila euro come importo minimo affinché fosse le autorità deputati ai controlli avessero il compito di intervenire.