Come lavorerebbe un infermiere senza garze e siringhe? Un po’ come farebbe un navigator senza la necessaria infrastruttura informatica. Cioè male. Il paragone, che ai più sembrerebbe una forzatura, fotografa la realtà con cui è chiamato a fare i conti il personale che dovrebbe aiutare i percettori del reddito di cittadinanza a trovare un lavoro. Dalla loro istituzione i navigator sono anche oggetto di scontro politico tra Stato e Regioni per trovare una soluzione alla stabilizzazione. Intanto, come già avvenuto nel recente passato, continueranno a lavorare grazie a una proroga concessa fino al 30 aprile da Anpal Servizi, l’agenzia del ministero del Lavoro che li gestisce. All’orizzonte però sembrano ripresentarsi problemi già noti. Gli stessi che i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno messo nero su bianco in una nota di chiarimenti inviata ai dirigenti generali Gaetano Sciacca e Mauro Tringali, e alla referente di Anpal per la Sicilia Patrizia Caudullo.
Il nodo principale riguarda l’attività da svolgere all’interno degli uffici regionali dei Centri per l’impiego. «Sono stati assegnati obiettivi differenti tra le diverse aree territoriali – si legge nel documento – Non può esservi nessuna discrepanza considerando che il contratto aziendale ha le stesse previsioni su tutto il territorio siciliano e nazionale». Il limite fissato dovrebbe essere infatti quello di 28,6 beneficiari da prendere in carico per ogni navigator. Altro passaggio è quello relativo alla verifica delle condizioni dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Lavoro che prevede prima il coinvolgimento dei lavoratori dei Centri per l’impiego e successivamente quello dei navigator; quest’ultimi, per esempio, non dovrebbero effettuare le interviste telefoniche e conoscitive della situazione dei nuclei familiari di chi ottiene l’aiuto economico. «Da oltre un anno negli uffici – continua la nota – questa attività è svolta esclusivamente dal personale navigator, limitandosi poi i Centri per l’impiego solo a inserire a sistema i dati già raccolti telefonicamente».
I navigator – in Sicilia sono poco meno di 400 – dovrebbero anche occuparsi di fare da intermediari tra percettori del reddito e imprese per mappare le opportunità di lavoro. Durante la formazione del personale – agosto 2020 – era stata annunciata la fornitura di materiale e documenti tra cui un depliant informativo. «A oggi – prosegue la nota dei sindacati – a distanza di 16 mesi a non tutti i territori è stata fornita la documentazione relativa alla Regione Siciliana, lasciando monchi buona parte dei navigator». Il personale dell’Isola deve fare i conti anche con l’impossibilità di accedere alla piattaforma informatica di Anpal. Un problema legato «alla mancata fornitura delle credenziali dopo una comunicazione pubblica risalente al 7 luglio 2021».
In questo frullatore di presunte mancanze e criticità bisogna tenere in considerazione anche la questione relativa alla stabilizzazione dei navigator. Assunti dopo un concorso pubblico, a livello nazionale, risalente a maggio 2019. All’epoca si presentarono 80mila candidati con laurea magistrale e gli assunti, tre mesi dopo, furono 2980. Con loro Anpal stipulò un contratto di collaborazione a progetto per 21 mesi. Dopo la scadenza ad aprile 2021, la prima proroga è valsa fino a dicembre scorso. Si arriva così all’ultima con termine aprile 2022. Uno spiraglio ci sarebbe con il concorsone regionale per i Centri per l’impiego siciliani. Il bando, già al centro delle polemiche e con la scadenza per presentare le domande rinviata, per i navigator prevede una strada tutta in salita. «Questi lavoratori potranno partecipare al concorso ma abbiamo rilevato che rischiano di non svolgerlo – spiega a MeridioNews Andrea Gattuso, segretario regionale Nidil Cgil – Nella categoria D è previsto un numero massimo di partecipanti pari a cinque volte quelli disponibili. Come verranno scelti? In base a titoli studio e servizio svolto, cosa che penalizza i navigator. Riteniamo questa disposizione sui posti sbagliata perché, per esempio, non c’è nella categoria C, dove è previsto l’accesso solo tramite diploma e quindi con migliaia di partecipanti. Chiediamo di affrontare la questione del numero chiuso con il buon senso, la penalizzazione non è solo per i navigator ma anche – conclude Gattuso – per i cittadini che hanno i titoli».
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