Il sindaco di Naro non ci sta. Se nel piccolo paese barocco dell’agrigentino ci sono due palazzine comunali che aspettano di essere assegnate alle famiglie più bisognose dal 2002, “non è colpa mia” dice a LinkSicilia Giuseppe Morello. La storia l’abbiamo raccontata qualche giorno fa nell’articolo “Naro, sei famiglie in mezzo alla strada.” Una storia fatta di povertà, rabbia ed esasperazione da parte dei cittadini naresi che aspettano da 10 anni di potere avere un tetto sulla testa. E che dinnanzi alla lentezza (loro parlano di “indifferenza”) delle istituzioni hanno deciso di occuparle quelle case. Anche se non in buone condizioni: manca la luce, manca l’acqua e molti dei 16 appartamenti sono danneggiati per le incursioni vandaliche che si sono ripetute in questi 10 anni di incuria. Attualmente sono quattro le famiglie che sono andate a viverci. “Questa storia dell’occupazione è l’epilogo di una vicenda che si trascina da mesi ma sia chiaro che non condivido questo metodo né penso che aiuterà le persone in questione” afferma Morello.
Va bene, ma sono 10 anni che aspettano. Le sembra normale?
“Non per colpa mia o di questa amministrazione. Le ho fatte costruire io quelle case nel 2002. L’amministrazione successiva non se ne è occupata. Poi quando sono tornato ad insediarmi come sindaco, nel 2010, ho subito affrontato il problema.
Come?
“Il problema è che aspettiamo l’ultima tranche del finanziamento della Regione. Solo ad ottobre l’assessorato alle infrastrutture ci ha riconosciuto i 90 mila euro che ci deve. Ci hanno detto che saranno inseriti nel prossimo bilancio regionale e quindi ci verranno erogati”.
La Regione ha qualche problema con il bilancio. E’ sicuro che questi soldi ci saranno?
“Lo spero, così mi hanno detto”.
E se non arrivassero?
“Ci siamo già mossi. E non perché hanno fatto queste proteste che non ho condiviso. Parliamo con loro da tempo non era necessario fare tanto rumore” (dopo il nostro articolo, molti giornali locali hanno dato spazio al caso, ndr)
Come vi siete mossi?
“Abbiamo chiesto allo Iacp di Agrigento di stilare una graduatoria per quelle case popolari che sono state assegnate ma non sono abitate. Intanto, in attesa di completare le palazzine comunali, potrebbero andare a vivere lì”.
E lo stanno facendo?
“Si ma i tempi sono quelli che sono”.
I tempi della burocrazia però sembrano infischiarsene dei bisogni della gente
“Questo è vero, ma sono sicuro che la vicenda si concluderà bene. Spero solo che queste persone non peggiorino la loro situazione con proteste estreme, come con questa occupazione. Non è mai mancata e non mancherà la mia disponibilità e la mia attenzione affinché tutto si risolva al più presto”.
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