Napoli, dove l’abito da sposa è un’arte

Oggi voglio scrivere di sviluppo e di crescita, di configurazioni moderne e contemporanee, di trasmissioni di pensieri e di attitudini creative, trasmesse da madre a figlia, ovvero di generazione in generazione, e faccio questo parlando di procreazione, di matrimoni e di abiti da sposa.
Cosa vuol dire confezionare abiti da sposa in un tempo in cui si contano prevalentemente le separazioni ed i divorzi? Per me vuol dire tanto, vuol dire vincolarsi ad un religio, ovvero, antropologicamente parlando, ad una concezione religiosa che si esprime in simboli, in forme di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento. Parliamo principalmente di un valore che innalza e non distrugge, se scriviamo di matrimonio e di abiti da sposa confezionati per il giorno più atteso.
Fermiamoci qui per il momento, procedendo gradatamente partendo dallo sviluppo di Napoli, città in cui nasce nel 2005 la “Galleria del Mare” che è stata inaugurata il 30 marzo 2011 presso la Stazione Marittima del Porto di Napoli. Questo è avvenuto in virtù di un investimento di venticinque milioni di euro, utilizzati per riempire uno spazio precedentemente deserto, ospitando cinquantaquattro negozi divisi per aree tematiche, unitamente a nomi storici dell’arte e dell’antiquariato, come ad esempio la Fonderia Chiurazzi, fondata nel 1870 e specializzata nelle fedeli copie di statue Rinascimentali
Parlare di “Galleria del Mare” è quindi parlare anche di “Stazione Marittima”, opera monumentale costruita dall’architetto Cesare Bazzani nel 1936 in sostituzione della vecchia stazione sul Molo Pisacane. L’area della Stazione marittima può definirsi monumentale, come lo è l’edificio della Stazione per i suoi caratteri architettonici universalmente riconosciuti e vincolato con specifico decreto dalla Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici.
Con questa configurazione dello spazio si confrontò all’epoca la volontà rappresentativa del regime fascista, volta ad assegnare un nuovo ruolo al Porto di Napoli divenuto uno degli scali più importanti del Mediterraneo.
Elemento simbolico di un paesaggio rinnovato, l’edificio doveva assolvere al duplice compito di rappresentare la porta della città da mare e definire il fronte orientale della piazza. Ed è proprio in questi luoghi che si svolgerà la manifestazione “Nozze Qui”, dove verrà allestito una riproduzione di uno studio che ripercorre l’arte sartoriale degli anni ‘30, interpretato dalla Maison Angela Solla, che allestirà un laboratorio in bianco e nero rappresentando una sartoria d’epoca. Nomi prestigiosi dell’arredo si affiancheranno a questa brillante rivisitazione fornendo tappeti, parati e complementi di arredo. Nella realtà dei fatti si realizzerà un’operazione culturale che, retrocedendo nel tempo, vuole dimostrare che quando la qualità sartoriale raggiunge livelli di alta classe diviene essa stessa arte e cultura. Essa, in pratica, dipinge compiutamente il senso e lo stile di un popolo e di una città, esprimendo un modo di vivere.
E qui possiamo parlare dell’atelier sartoriale, ma principalmente possiamo scrivere di Angela Solla che è membro dell’Accademia dei Sartori, ed impone il suo taglio sartoriale che scaturisce da un’esperienza quarantennale. La prima cosa importante che definisce lo stile di un abito è fondamentalmente il taglio, con riferimento alla maniera con cui l’abile Angela Solla si esprime con toni netti e decisi. Nella creazione dei modelli, Angela Solla si avvale della creatività della figlia Anna Palladino, stilista e mente creativa e manageriale della griffe, che permette al marchio di valicare i confini locali facendolo approdare sulle passerelle più famose del mondo.
“Il nostro è un lavoro di cesello, pensiamo alla donna come una creatura preziosa della quale vogliamo esaltarne la naturale bellezza e sensualità. Ogni donna è rigorosamente diversa e unica – spiega Anna – ed i miei abiti sono come delle grandi tele bianche disegnate, traforate, ricamate, arricchite dal lavoro paziente di mani che applicano centinaia di fiori di tulle e migliaia di cristalli su un unico abito”.
Ed ecco allora fiori e foglie stilizzate che si trasformano in cascate, stelle marine, sottolineate da cristalli Swarowsky, che impreziosiscono l’abito bianco. Tessuti raffinati e superbi come duchesse, chermise e marroccaine. E, ancora, pizzi antichi, merletti e sete preziose, piogge di jais. Regna sovrana la passione e l’amore per il dettaglio, la qualità e le relazioni umane intessute con le clienti, che non sono più un numero, ma donne con una personalità che viene ascoltata e raccolta come un dono da esaltare nel giorno più bello.
Un ruolo importante lo ricopre la nipote Sally che rappresenta la quarta generazione che inanella la preziosa comunicazione aziendale. Gli allestimenti dell’atelier di Angela Solla saranno curate dall’interior designer, architetto Biancamaria Santangelo, e la maison sfilerà a “Nozze Qui” domenica 29 gennaio in due momenti distinti, alle 18,30 ed alle ore 20,00, presentando ad un pubblico di future spose la collezione 2012. Chiudo il mio articolo con una curiosità, visto che nel costruire la “Galleria Del Mare” erano stati ritrovati i vecchi banconi su cui gli emigranti firmavano i documenti per l’imbarco. Parimenti, noi auguriamo a tutti gli sposi che firmeranno i documenti di matrimonio di incontrare felicità emigrando in una nuova patria condivisa.


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