Musumeci: «Prima riforme, poi si può andare al voto» Il presidente senza maggioranza apre a nuove elezioni

«Un governo delle riforme» con quattro-cinque priorità tra cui la modifica della legge elettorale, da approvare col sostegno delle opposizioni, «poi se si vuole, si può discutere di andare a votare, perché io non sono attaccato allo sgabello, sono il presidente della semina e non della raccolta». Prima di riunire la giunta, il presidente Nello Musumeci apre allo scenario più estremo: il ritorno alle urne. Lo fa rispondendo alle domande dei giornalisti a Palazzo dei Normanni, consapevole, come ampiamente ammesso, di non avere una maggioranza parlamentare all’Ars. Colpa, a detta del presidente, della legge elettorale in vigore. 

Nel frattempo il governo ha ceduto alle richieste dei deputati e ha deciso la proroga di un mese dell’esercizio provvisorio, fino al 30 aprile, per permettere all’aula di studiare la Finanziaria, arrivata solo oggi nella disponibilità dei parlamentari regionali. La richiesta era stata avanzata dal Pd in conferenza dei capigruppo. «Prendiamo atto della richiesta del Parlamento – dice Musumeci – ci rendiamo conto che nella legge di stabilità ci sono 3-4 norme sulle quali occorre tempo per affrontarle, sono convinto che la manovra, se c’è la volontà, può essere approvata anche a metà aprile in modo così da lavorare poi alle riforme». Il ddl di proroga non appena approvato dalla giunta sarà trasmesso all’Ars per l’esame in commissione Bilancio e poi in aula.

Sempre in sede di capigruppo è stato confermato il passo indietro di Vittorio Sgarbi da assessore ai Beni culturali. «L’assessore Toto Cordaro – riferisce Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 stelle – ha riferito ai capigruppo dell’Ars che entro questa settimana il presidente Musumeci darà il nome del nuovo assessore ai Beni culturali che prenderà il posto di Vittorio Sgarbi». Il M5s aveva presentato una mozione di censura nei confronti di Sgarbi e per garbo istituzionale aveva acconsentito a non fare pressioni per calendalizzarla in aula proprio nella prospettiva che il critico d’arte fosse sostituito in giunta dopo che è stato eletto alle nazionali. «Non abbiamo insistito ma se da qui a Pasqua non succederà nulla porteremo avanti la richiesta di censura», aggiunge Cancelleri.

La conferenza dei capigruppo dell’Ars ha stabilito di incardinare il Defr 2028-2020, approvato stamani in commissione Bilancio, e di procedere con la votazione di rendiconto e bilancio consolidato 2016. L’aula è stata aggiornata a domani alle 16. 


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