Muos di Niscemi, gli Usa rispondono. All’Italia non alla Sicilia…

La risposta americana è arrivata. Dopo l’ennesima giornata convulsa, fatta di notizie di difficile interpretazione, il Consolato Usa di Napoli  batte un colpo, o meglio un colpetto. Parliamo, ovviamente, del Muos di Niscemi e della revoca delle autorizzazioni firmata dal Governo siciliano guidato da Rosario Crocetta.

Oggi, come vi abbiamo raccontato qui, l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, ha fatto sapere che  stamattina, un funzionario regionale si e’ presentato alla base Usa di Sigonella per consegnare il plico dei documenti relativi allo stop dei lavori, ma che non sarebbe riuscito a portare a termine la sua missione: “E’ una vicenda che ha dell’incredibile – ha detto nel pomeriggio all’Adn Kronos, l’assessore regionale – abbiamo il nostro collaboratore bloccato a Sigonella che cerca di contattare l’Ambasciata”.

Dichiarazioni che hanno destato grande preoccupazione e molti dubbi. Si è subito diffuso  il sopetto che gli americani, abituati a dettare legge, sarebbero rimasti sordi alle proteste dei siciliani. Anche se espresse per via istituzionale.

Sospetti che hanno trovato terreno fertile nel silenzio degli Usa che, in questi ultimi giorni, hanno preferito tacere sul caso. Fino a stasera:

“Il Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli ha appreso da organi di stampa che alcuni funzionari del Governo regionale siciliano hanno provato a consegnare ai militari della Marina statunitense di stanza a Sigonella un documento contenente richieste riguardanti l’installazione MUOS di Niscemi. Come già dichiarato dal Segretario alla Difesa USA, Leon Panetta, durante la sua recente visita in Italia – sottolinea la nota del Consolato Usa – il Governo degli Stati Uniti è impegnato a considerare ogni preoccupazione riguardante il MUOS, e a tale scopo continuerà a collaborare con le autorità italiane”.

Tutto sommato, per quanto breve, la comunicazione Usa ci sembra un’apertura. Forse, è necessaria solo una ‘piccola’ precisazione.  Il Governo degli States dichiara che continuerà a collaborare con le autorità italiane. Ci permettiamo di suggerire che le autorità con le quali gli Usa dovrebbero confrontarsi sono quelle siciliane. Che sono cosa ben diversa da quelle italiane.

Soprattutto ora che c’è un Governo regionale, quello guidato dal Presidente Rosario Crocetta,  che sembra intenzionato a  fare valere le prerogative costituzionali dello Statuto siciliano.  E che, per sua sfortuna, ha ereditato dall’esecutivo nazionale di Berlusconi (è stato l’allora ministro della Difesa, Ignazio la Russa, come ci ha rivelato Wikileaks, a darsi un gran da fare perché il Muos venisse costruito a Niscemi) e da quello regionale guidato da Raffaele Lombardo una scelta che, come la maggior parte dei siciliani, non condivide.

Concetti ribaditi stasera a LinkSicilia dall’assessore Lo Bello: “Abbiamo ereditato questa vicenda e stiamo facendo di tutto per rimediare al danno fatto dai precedenti Governi “. L’assessore regionale al Territorio e Ambiente conferma che oggi, a Sigonella, il funzionario regionale non è riuscito a consegnare la revoca, ma aggiunge: “Abbiamo spedito il plico dei documenti per raccomandata. Quindi, comunque, sarà consegnata”.

Il resto,al di là di ogni ingenuità, dipenderà da ‘giochi politici’  più grandi. Che potranno essere influenzati solo se tutti i siciliani saranno compatti nel sostenere le loro ragioni dinnanzi agli Usa e dinnazi allo Stato italiano. La cosa più difficile, forse, sarà spiegare agli americani quanto il Governo nazionale italiano sia stato ed è lontano anni luce dai diritti, dal sentire e dalla vera storia  dei siciliani.

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