Mozione del Senato Accademico dell’Università di Napoli ‘Federico II’

Il Senato Accademico dell’Università di Napoli “Federico II”, riunito il 14-07-08, viste le misure per l’Università contenute nel Decreto Legge 112 del 25 giugno 2008 ritiene che, in assenza di sostanziali correttivi, esse compromettano gravemente i programmi di risanamento finanziario e di rinnovamento avviati, pregiudicando lo stesso funzionamento ordinario dell’Ateneo.

Il Senato Accademico ricorda che le Università negli ultimi anni sono state chiamate a profonde innovazioni dell’organizzazione didattica per adeguarsi agli indirizzi di politica europea. Queste innovazioni, realizzate a costo zero, hanno avviato un processo di riqualificazione della didattica con un’attenzione crescente alla qualità dei servizi offerti e con l’avvio di procedure di valutazione nazionale.

Il Senato Accademico ricorda le finalità dell’università pubblica, la cui autonomia è rivolta a promuovere formazione e sviluppo scientifico-tecnologico in un quadro di libertà della didattica e della ricerca. D’altra parte nell’Università risiede la parte essenziale della ricerca e dell’alta formazione in Italia. E la formazione di giovani ricercatori con conoscenze adeguate al rapido sviluppo della scienza e della tecnologia è elemento centrale per il futuro del paese.

Tutto ciò è messo in crisi dall’insieme delle misure previste dal D.L. 112. Basta pensare anche al solo taglio progressivo del FFO che arriverà in quattro anni a 450 milioni di euro. In un periodo di rapidi e tumultuosi cambiamenti che hanno mutato ampi settori delle organizzazioni sociali, le Università italiane non conoscono una legge di riforma organica da oltre 30 anni. Si è proceduto attraverso una miriade di interventi limitati, a volte contraddittori. E’ necessaria una riforma con un disegno chiaro e coerente che valorizzi le risorse intellettuali e che ponga rimedio alle storture che pure si sono accumulate negli ultimi decenni.
Il DL 112 di fatto ridisegna l’Università italiana in maniera impropria. Nella sostanza perché parte da esigenze puramente di finanza pubblica senza dare la prospettiva necessaria alle esigenze di ricerca e di formazione. Nella forma perché un decreto legge in questo caso è uno strumento inappropriato ad affrontare trasformazioni profonde con riflessi a lungo termine sul sistema-paese.

Il Senato Accademico ritiene che in questa fase sia fondamentale mantenere la massima unità da parte del sistema delle Università Italiane. Pertanto condivide e fa proprio il documento approvato dalla CRUI il 3 luglio 2008. Dà mandato al Rettore di rappresentare ad ogni livello politico-istituzionale la necessità di profonde modifiche del D.L. ovvero dello stralcio delle normative relative all’Università per farne un disegno di legge che consenta di arrivare in modo meditato e condiviso ad una riforma profonda del sistema.

Il Senato Accademico invita la comunità accademica a seguire con massima attenzione la situazione riservandosi di intraprendere le iniziative necessarie.


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