Il consigliere comunale lascia il suo scranno in municipio per lasciare il posto alla prima dei non eletti, Anna Pesce. «Lo avevo promesso quando mi sono candidato alle Regionali e mantengo la mia parola», dichiara l'attivista No discarica mottese. E proprio sui rifiuti annuncia un dossier presentato alla magistratura
Motta Sant’Anastasia, Festa si dimette dal Consiglio «Dopo 9 anni, continuo a occuparmi della discarica»
«Dopo nove anni, è arrivato il momento che io lasci le sedi istituzionali. Lo avevo promesso quando mi sono candidato alle Regionali e mantengo la mia parola». Danilo Festa, anima del movimento No discarica di Motta Sant’Anastasia ed ex candidato a Palazzo d’Orleans nella lista Cento passi per la Sicilia di Claudio Fava, ha protocollato questa mattina le sue dimissioni dal Consiglio comunale mottese. Al suo posto entrerà nel senato cittadino Anna Pesce, prima dei non eletti. A lei spetterà il compito di portare avanti il lavoro fatto da Festa, da sempre volto delle proteste contro gli impianti di smaltimento dei rifiuti della società Oikos spa, a cavallo tra i Comuni di Motta e Misterbianco. «Continuo a occuparmi delle cose che riguardano la discarica – prosegue Festa, sentito da MeridioNews – Della gestione degli impianti e delle battaglie per la salute dei cittadini». Tutti elementi che ha raccolto in un lungo dossier presentato alla magistratura e che «mi impedisce di sedere nello stesso palazzo di persone con le quali non voglio condividere altri pezzi del mio percorso politico».
Da anni le discariche di contrada Tiritì e Valanghe d’inverno sono al centro dell’attenzione dei comitati No discarica cittadini. E, in qualche caso, anche della magistratura. L’inchiesta Terra mia della procura di Palermo, scattata nel 2014, aveva fatto sperare gli attivisti per la chiusura dei siti di conferimento nelle vicinanze dei centri abitati. Ma così non era stato e, una proroga regionale dopo l’altra, la spazzatura ha continuato ad arrivare – centinaia di tonnellate alla volta – negli impianti di proprietà della famiglia Proto. «Anche da non Consigliere, continuerò a occuparmi di questo tema e a tenere alta l’attenzione». Nell’attesa di sapere se, anche partendo dal suo esposto, i magistrati abbiano deciso di avviare un fascicolo sulla gestione della munnizza nel suo territorio.
L’attività politica di Festa, però, continua anche tra le file di Liberi e uguali. Il partito che correva alle scorse Politiche con Pietro Grasso e che è andato ben al di sotto delle aspettative sul piano nazionale. Dal territorio una prima botta difficile da mandare giù era stata la decisione di paracadutare in Sicilia il sindacalista Guglielmo Epifani (effettivamente eletto) a discapito di candidature forti sul locale. Del gruppo etneo di Leu, i primi a tirarsi fuori dalla possibile formulazione delle liste erano stati proprio Festa, l’ex presidente del Consiglio comunale di Palagonia Salvo Grasso e il consigliere comunale di Catania Niccolò Notarbartolo. «Non sono contento del risultato di Liberi e uguali a livello nazionale e non sono contento di come è stata gestita tutta l’operazione nei territori – conclude Festa – Domani ci incontreremo in un’assemblea pubblica per discuterne. Ma il mio impegno, anche in questo ambito, prosegue».