Mirri-Di Piazza, duello verbale a ritmo di Pec Il presidente: «Ha mancato di rispetto al club»

Botta e risposta a ritmo di Pec. La decisione di Tony Di Piazza di lasciare le quote esercitando il diritto di recesso dalla società previsto dallo statuto di Hera Hora ha introdotto un altro capitolo, dedicato in questo caso allo scontro verbale con il presidente Dario Mirri. Come se tra i due fosse in corso di svolgimento una gara virtuale di scherma sulla pedana della dialettica. Stoccata di Di Piazza, replica di Mirri. Ad accendere la miccia è stato l’imprenditore italo-americano che, dopo avere rivolto su Facebook un pensiero alla tifoseria («Un grazie di cuore ai migliori tifosi del mondo per l’affetto nei miei confronti che ricambio. Forza Palermo sempre»), in una Pec inviata ai soci e ai membri dell’azionariato popolare ha elencato i punti di divergenza con gli azionisti di maggioranza (deleghe e competenze del direttore operativo Paparesta e il tema relativo ai decimi di capitale non ancora versati sono solo alcuni esempi) e spiegato le ragioni che lo hanno spinto a ribadire la propria volontà di farsi da parte sottolineando che «le intese raggiunte a suo tempo e sulle quali avevo fondato la mia decisione di entrare a far parte della società non hanno trovato attuazione secondo quanto mi aspettavo. Con mio grande rammarico come uomo, imprenditore e tifoso del Palermo».

Pronta la risposta di Mirri. Dopo avere rassicurato i tifosi sottolineando in una nota Italpress che «non ci saranno ripercussioni sulla disponibilità economica della società nel rispetto degli impegni assunti e del budget triennale complessivo approvato a luglio del 2019» e che «poco cambia rispetto al nostro percorso», attraverso una Pec ha voluto mettere i puntini sulle i non risparmiando frecciate all’indirizzo dell’ex vicepresidente che – secondo l’imprenditore palermitano – «disconosce i patti firmati a suo tempo in relazione alla gestione tecnica e amministrativa». Al di là dei ringraziamenti formali per avere partecipato al progetto di rinascita del Palermo, Mirri fa fatica a nascondere il suo disappunto per le parole scritte da Di Piazza in una lettera «con numerosissime inesattezze ed errori».

Vuole togliersi diversi sassolini il presidente rosanero secondo il quale «i comportamenti di Di Piazza avrebbero creato inutili tensioni e sterili polemiche e dunque un grave nocumento alla società e al suo valore. Il che – prosegue – se da un lato non può che portare la società a fare ogni riserva sui danni arrecati, dall’altro lato suona come l’ennesima conferma di ciò che ha caratterizzato la tua condotta a seguito dei tuoi ripensamenti: una continua e reiterata mancanza di rispetto verso la società e tutto quello di importante che questa rappresenta».
La stoccata finale arriva nella parte conclusiva del documento nel momento in cui, manifestando la volontà di proseguire oltre sul percorso da compiere e gli obiettivi ancora da raggiungere, il numero uno del club di viale del Fante ha accusato l’ormai ex socio di «avere un cuore nel quale evidentemente il rosanero non è mai riuscito a prendere il posto di quanto altro presente, come dimostra la tua decisione di abbandonare l’impresa in piena emergenza Covid lasciandoci soli (ovviamente fermi gli obblighi che tutti abbiamo già assunto) a portare avanti ciò che concretamente vogliamo realizzare. Io/noi non molliamo, non cerchiamo pretesti per fuggire».

Nella porzione di campo in cui nelle ultime ore si sono ‘scontrati’ Mirri e Di Piazza, in tackle sull’imprenditore originario di San Giuseppe Jato è intervenuto anche l’amministratore delegato Rinaldo Sagramola, compagno di squadra del presidente rosanero: «Di Piazza? Non cambia niente nei programmi della Palermo FC – ha sottolineato ai microfoni di Trm – è una decisione che non ci sorprende più di tanto perché il consigliere aveva già dichiarato la volontà di cedere le sue quote. Non sono preoccupato perché gli azionisti hanno sottoscritto per intero il capitale sociale. E’ stato creato un allarme ingiustificato. La Pec di Di Piazza? Non riesco a capirlo, per quanto riguarda Paparesta erano state fatte proposte per risolvere la sua posizione ma non sono state accolte. Attività di coordinamento da parte di Hera Hora o Damir sul Palermo? Non c’entra nulla, non sussiste e non c’è mai stata. L’abbiamo anche scritto nel bilancio».


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