cè un dato sul quale occorre riflettere: se per anni si martella lopinione pubblica con campagne stampa e tv sui magistrati toghe rosse, visti come un pericolo per la democrazia, alla fine qualcuno che ci crede, qualche fanatico che si eccita e passa allazione. Il problema quindi non sono le scritte, ma il substrato che le ha ispirate. Diciamo che più duno dovrebbe farsi un serio esame di coscienza". Sono le drammatiche parole pronunciate dal pm del procura di palermo, antonio ingroia, all'indomani delle minacce a lui rivolte in una lettera recapitata agli organizzatori di un evento a teramo, in ricordo di paolo borsellino. Lo stesso giorno in cui era previsto l'evento (lo scorso 26 aprile) erano comparse scritte intimidatorie nei confronti di ingroia su due muri del centro cittadino teramese: "morte per ingroia comunista" e "ingroia condannato a morte" e il disegno di una croce celtica. La lettera di minaccia invece era firmata sia dal fronte nazionale che da forza nuova, ma entrambe le organizzazioni hanno preso le distanze dall'episodio, condannandolo.
Minacce a Ingroia:”Qualcuno si faccia un serio esame di coscienza”
Cè un dato sul quale occorre riflettere: se per anni si martella lopinione pubblica con campagne stampa e tv sui magistrati toghe rosse, visti come un pericolo per la democrazia, alla fine qualcuno che ci crede, qualche fanatico che si eccita e passa allazione. Il problema quindi non sono le scritte, ma il substrato che le ha ispirate. Diciamo che più duno dovrebbe farsi un serio esame di coscienza”. Sono le drammatiche parole pronunciate dal pm del Procura di Palermo, Antonio Ingroia, all’indomani delle minacce a lui rivolte in una lettera recapitata agli organizzatori di un evento a Teramo, in ricordo di Paolo Borsellino. Lo stesso giorno in cui era previsto l’evento (lo scorso 26 aprile) erano comparse scritte intimidatorie nei confronti di Ingroia su due muri del centro cittadino teramese: “Morte per Ingroia comunista” e “Ingroia condannato a morte” e il disegno di una croce celtica. La lettera di minaccia invece era firmata sia dal Fronte Nazionale che da Forza Nuova, ma entrambe le organizzazioni hanno preso le distanze dall’episodio, condannandolo.
Oggi si dice molto preoccupato dal fatto, anche Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il magistrato ucciso nel 1992 nella strage di via D’Amelio a Palermo: “L’episodio mi ha fatto venire in mente quando Paolo, per aver fatto un’intervista in cui parlava della dissoluzione del pool antimafia, pure era stato deferito”. E aggiunge: “Le frasi contro Ingroia sono troppo simili a quelle delle Brigate Rosse e io sono convito che venissero scritti da esponenti deviati dei servizi segreti. Ritengo che abbiamo avuto un ruolo nella trattativa tra Stato e anti-stato. E per questo sono molto preoccupato”. Borsellino si dice preoccupato per i magistrati in pima linea nella lotta alla mafia, da quando sono state riaperte le indagini sulle strage in cui perse la vita il fratello,con cinque uomini e donne della scorta. Già allora, siamo a marzo di quest’anno, aveva dichiarato: “Ho paura per la vita dei magistrati che stanno indagando sulla strage di via DAmelio. Laria che si respira in Italia è troppo simile a quella che si respirava nel 1992?.
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