Tra i migranti recuperati a bordo di un gommone in avaria ci sono una bimba di un anno, diversi minori e tre donne di cui una incinta. «Non abbiamo ricevuto segnalazioni ma li abbiamo individuati con un binocolo», spiegano da Mediterranea a MeridioNews
Migranti, nave Mare Jonio ha soccorso 29 persone «Chiesto un porto sicuro». Salvini: «Restano chiusi»
La nave Mare Jonio dell’associazione Mediterranea saving humans ha soccorso 29 persone da un gommone in avaria in acque internazionali a 40 miglia al largo della Libia. «Tra loro ci sono anche una bambina di un anno, diversi minori e tre donne di cui una in gravidanza», fanno sapere i membri dell’equipaggio.
«Non ci è arrivata nessuna segnalazione – dicono a MeridioNews dall’associazione – ma li abbiamo individuati con il binocolo mentre facevamo le nostre normali attività di monitoraggio delle acque del mare». Dopo l’avvistamento «qualcosa è entrato nel nostro radar, così ci siamo avvicinati e abbiamo visto che si trattava di un gommone – proseguono – giunti nelle vicinanze abbiamo sentito che gridavano aiuto e, così, li abbiamo soccorsi».
Adesso, mentre procedono le operazioni dello screenig medico sanitario, la Mare Jonio ha chiesto un porto sicuro al centro di coordinamento italiano. Il più vicino sarebbe il quello di Lampedusa. «In attesa delle risposte, proviamo comunque una gioia immensa per le 29 vite che abbiamo messo in salvo», concludono da Mediterranea.
La risposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini non si è fatta attendere. «Un conto è una nave della marina militare, che attraverso il suo ministro di riferimento si assumerà le proprie responsabilità, un altro una nave di privati o dei centri sociali, come la Mare Jonio. Per loro, i porti restano chiusi».
Tornata in mare lo scorso aprile, per una nuova missione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, l’imbarcazione era stata posta sotto sequestro (e poi dissequestrata) dalla procura di Agrigento a seguito del salvataggio, a 46 miglia dalla costa libica, di 49 migranti e il successivo approdo al molo di Lampedusa. Il comandante Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini restano indagati con l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.