Migranti Diciotti, Ong offre il proprio supporto legale Gli atti dell’inchiesta su Salvini arrivano in Procura

Approderanno oggi alla procura di Palermo gli atti dell’inchiesta su Salvini, condotta dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che sta indagando il ministro dell’Interno – in merito al caso della nave Diciotti della guardia costiera, trattenuta per cinque giorni nel molo di Catania – sull’ipotesi di reato di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Ieri si è appreso che per il vicepremier alle accuse dei giorni scorsi si aggiungono le ipotesi di sequestro di persona a scopo di coazione, in quanto secondo i magistrati il titolare del Viminale avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull’Ue in direzione della ridistribuzione dei migranti; e l’omissione d’atti di ufficio, poiché avrebbe ignorato la richiesta della guardia costiera di un porto sicuro, indicando Catania solo come scalo tecnico. 

E intanto sul tavolo della procura di Agrigento da ieri ci sono altre carte che potrebbero essere un’ulteriore fonte di apprensione per il governo Lega-5stelle. L’organizzazione non governativa Cooperazione Internazionale Sud Sud (CISS) ha infatti presentato un esposto attraverso i suoi legali, gli avvocati Giorgio Bisagna e Francesco Billetta. L’esposto di 30 pagine prende le mosse dalla scelta del pm Patronaggio di identificare tutti i migranti a bordo, in modo da assicurare loro la piena tutela legale e la possibilità di costituirsi in giudizio contro il ministro dell’Interno. E secondo l’art.91 del codice di procedura penale gli enti e le associazioni senza scopo di lucro possono esercitare in ogni stato e grado del procedimento i diritti e le facoltà attribuiti alla persona offesa dal reato.

Insomma: in vista di un eventuale processo per Salvini Ciss potrebbe supportare i migranti della Diciotti che volessero costituirsi parte civile. Proprio perché la Ong palermitana ha come obiettivo la promozione e la tutela dei diritti umani, sia in Italia che nel resto del mondo, e svolge attività di cooperazione internazionale in paesi interessati da flussi migratori (come Marocco, Etiopia, Palestina, Egitto, Montenegro). I legali Bisagna e Billetta, che fanno parte dell’associazione Adduma (avvocati dei diritti umani), ripercorrono nel memoriale di 30 pagine le vicende che hanno tenuto banco per giorni. I fatti sono noti: è il 15 agosto quando la nave Diciotti della guardia costiera recupera in mare 168 naufraghi migranti. A Lampedusa ne vengono fatti sbarcare 13 per motivi di salute. «Rimangono a bordo – si legge nell’esposto – un ragazzino di 14 anni con un colpo di arma da fuoco in una spalla e le ossa della mano frantumate a mazzate e un altro con disturbi visivi dovuti a un anno di detenzione, al buio, nelle carceri libiche».

Per i due legali già la scelta di far approdare la nave a Catania, e non a Porto Empedocle (che è ben più vicina rispetto al primo porto sicuro di approdo, ovvero Lampedusa) sarebbe la prima di una lunga serie di violazioni delle procedure operative standard per le attività sar in mare. A partire dalla Convenzione di Amburgo che indica l’obbligo di prestare soccorso ai naufraghi, «ma comporta anche l’obbligo “accessorio” e “conseguente” di sbarcarli in un luogo sicuro». Per proseguire col Codice della navigazione, che all’art.4 specifica come «le navi italiane in alto mare gli aeromobili italiani in luogo o spazio non soggetto alla sovranità di alcuno Stato sono considerati come territorio italiano». E ancora gli art.1 e 33 della Convenzione di Ginevra che disciplinano lo status di rifugiato e la sua protezione, e perfino la Costituzione italiana.  

Nell’esposto l’Ong chiede poi che si accerti se e da chi sia stato dato l’ordine di proibire lo sbarco dei naufraghi, se siano state rispettate le competenze del Dipartimento di pubblica sicurezza e di quello delle libertà civili e dell’immigrazione e se, in caso di trattenimento indebito, questo sia stato finalizzato a «costringere un terzo, sia questi uno Stato, una organizzazione internazionale tra più governi, una persona fisica o giuridica o una collettività di persone fisiche, a compiere un qualsiasi atto o ad astenersene, subordinando la liberazione della persona sequestrata a tale azione od omissione». I legali chiedono ai magistrati di verificare, inoltre, se «sia stato legittimo, e non abbia causato danno erariale, il distogliere per numerosi giorni, dall’assolvimento della propria missione istituzionale nave Diciotti».

Intanto oggi la palla passa nuovamente a Palermo. Gli uffici diretti da Francesco Lo Voi avranno 15 giorni per inviare tutto al tribunale di ministri che avvierà la sua istruttoria e dovrà decidere entro 90 giorni (più eventuali 60) se archiviare o trasmettere nuovamente le carte al procuratore della Repubblica che dovrà inoltrare l’autorizzazione a procedere al Senato.

«Il trattenimento dei 150 migranti a bordo della nave Diciotti ha rappresentato una violazione di massa dei diritti umani – dice Sergio Cipolla – presidente del CISS – Da 33 anni ci battiamo contro ogni forma di violazione dei diritti non solo in Italia, ma nel sud del mondo, attraverso azioni in contesti di guerra, lottiamo contro la tratta degli esseri umani, in particolare contro lo sfruttamento delle donne, e non possiamo stare zitti di fronte a violazioni di questo genere, avvenute a pochi chilometri dalla nostra sede operativa. Il vero punto che deve emergere – continua Cipolla – è che si tratta di una violazione avvenuta ai danni di persone che avevano già subito inaudite violenze; e all’interno di questo gruppo di persone c’erano dei soggetti ulteriormente deboli, vittime di violenze ancora peggiori, mi riferisco ovviamente alle donne e ai minori. Questo tipo di violazione non riguarda solo i migranti, ma viene meno un diritto di cittadinanza generale in difesa del quale il CISS si è sempre battuto, e ognuno di noi ha il diritto-dovere di muoversi ed intervenire per garantirlo. Per fortuna l’Italia è una Repubblica fondata sul diritto, oltre gli strumenti della denuncia verbale e azioni di sensibilizzazione, ci sentiamo in dovere come associazione di muoverci sul piano legale in difesa dei diritti della nostra Costituzione». 


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