Sette cittadini egiziani e un siriano sarebbero i responsabili della traversata di un peschereccio con a bordo 515 disperati. Dal racconto di alcuni dei sorccorsi sono emersi dettagli sul trattamento riservato loro durante un estenuante viaggio in mare durato oltre dieci giorni
Migranti costretti a pagare per avere acqua e cibo Fermati otto presunti scafisti al porto di Palermo
C’erano anche otto presunti scafisti tra i 173 migranti sbarcati ieri al porto di Palermo. Polizia e guardia di finanza hanno posto in stato di fermo giudiziario sette cittadini egiziani e un siriano con l’accusa di essere stati gli organizzatori della traversata del Canale di Sicilia di un peschereccio soccorso giovedì scorso dalla nave della guardia civil spagnola Rio Segura, con l’aiuto della motonave Peluso della guardia costiera italiana, con a bordo 515 migranti.
Dalle indagini è emerso che l’imbarcazione era solo l’ultimo punto di raccolta di una lunga serie di trasbordi a cui sono stati soggetti i passeggeri, provenienti da diversi Paesi dell’Africa subsahariana e dal Medio oriente, attraverso piccole imbarcazioni dalle coste africane, nel corso della navigazione, durata oltre dieci giorni. Secondo il racconto dei migranti, durante il viaggio gli sarebbe stato estorto del denaro per pagare le razioni di acqua e cibo.
In manette sono finiti gli egiziani Muhammad Ahmad, 24, Ibrahim Ahmed, 28 anni, Alimohammed 20 anni, Saber Essaied Salah, 33 anni, Ismail Mahammad, 33 anni, Khalil Hasan Ahmad Mahammad, 25 anni, Hassan Ayman Ahmed, 37 anni e il siriano El Omari Khaled, di 36 anni. Sono accusati di concorso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e attualmente si trovano nel carcere di Pagliarelli.