Mezzojuso, tutti col sindaco nel Comune sciolto per mafia? «Storia ribaltata, cornuti e mazziati. Il paese così è morto»

«Incredibile». Non sono pochi quelli che,a Mezzojuso, sarebbero stati colti di sorpresa dalla notizia piombata come una scure addosso al Comune. «Possibili infiltrazioni mafiose: sciolto il consiglio comunale». Notizia che per certi versi, invece, per molti altri era nell’aria da qualche tempo. Specie dopo la visita degli ispettori a giugno. Che il sindaco Salvatore Giardina tuttavia sembrava aver accolto con serenità. Lo stesso sindaco, ora decaduto insieme alla sua giunta, che mette in conto l’ipotesi di fare ricorso contro la pronuncia del consiglio dei ministri. E non sembra affatto mancargli il sostegno dei concittadini, che stanno in queste ore manifestando stupore e indignazione per la notizia dello scioglimento. «Che schifo – si sfoga qualcuno -. Ciò vuol dire forse che chi ha votato questa amministrazione è mafioso? Spero che la magistratura non sia collusa con questo governo di sinistra», spostando quasi la questione da un livello giuridico a uno politico.

«Tranquillo caro sindaco, i cittadini ti sono vicini – lo rassicura qualcun altro sui social -. E siamo increduli, come lo sono io, sicura della tua onestà e del tuo essere integerrimo». «Io sto con Salvatore Giardina, senza se e senza ma – scrive un altro concittadino -. Mi spiace, ma lo ritengo un atto illegittimo e grave allo stesso tempo. Avete penalizzato un’intera comunità. Avete azzerato un intero paese che negli ultimi anni volava abbastanza alto. Infine accostare il sindaco alla mafia… Ma per cortesia, va». E in molti si appellano a una «verità» altra che sperano verrà presto fuori. Ma quale verità? Sul fatto che in questa amministrazione non ci sarebbe stata, al contrario di quanto sostiene il cdm, alcuna infiltrazione mafiosa? Come a dire che l’eventuale collusione e mafiosità di una giunta passa, per osmosi o per magia, a ogni singolo cittadino del paese, a ‘mo di contagio? Sembra un po’, senza generalizzare, che quel metaforico dito puntato contro Giardina e i suoi, prima dal tribunale mediatico incalzato da Giletti nel suo programma e ora dal consiglio dei ministri, se lo senta in qualche modo puntato contro alla stessa maniera un paese intero. Tirato in ballo già prima della decisione presa dal cdm.

«Bisognerà conoscere le motivazioni. Ma, ad intuito, penso che a causare questo increscioso evento sia stata la spettacolarizzazione dei fatti, consumata in maniera cinica a danno di chi non ha potuto fare a meno, per il proprio stato, di subire – osserva un altro utente sui social, alludendo ai contorni mediatici assunti dalle denunce delle sorelle Napoli -. Un forte augurio che tutto possa essere chiarito al più presto, che le istituzioni e la comunità di Mezzojuso si possano riscattare». Ma da cosa esattamente? In primis, sembrerebbe, dalle etichette che la stampa, occupandosi della storia delle tre sorelle, avrebbe addossato al paese, «delegittimando con insistenza la cittadinanza e l’amministrazione», per dirla ancora con le parole di un altro abitante. «Qualcosa, in questa vicenda di semplice lettura, non quadra – insiste la stessa persona -. La colpa secondo me è di tanti cittadini che conoscono i fatti e non si fanno avanti per paura. Carissimi amici di Mezzojuso non abbiate paura, quella la tengono i deboli, i mafiosi e chi simula fatti non veritieri».

«Un’osservazione – dice più avanti -, a chi è predisposto agli accertamenti di rito quando viene eletta un’amministrazione comunale o per chi si candida a consigliere… Gli accertamenti li avete fatti sui candidati. Come mai a distanza di anni si scopre che qualche amministratore ha parenti? Purtroppo vi sono dei lati grigi e neri che dovranno essere chiariti non in tv, dove chi gestisce il gioco fa il leone. Che le persone oneste si decidessero a parlare e a raccontare la storia per il bene dei propri figli – ammonisce infine -. Svegliatevi e camminate sempre a testa alta. Siete persone meravigliose». Nel grande contenitore che sono i social, non manca chi a corredo della notizia dello scioglimento ha optato per la provocazione: «Le sorelle Napoli ora sono mafiose. Certificate due volte, vista la piena solidarietà data dal sindaco e dal Comune di Mezzojuso», scrive infatti Francesco Carbone, presidente dell’associazione di promozione sociale Governo del Popolo, che in passato s’è fatta carico di denunce e querele contro Giletti e la sua trasmissione rispetto ai servizi dedicati al caso delle tre sorelle e a Mezzojuso. Più d’un concittadino, intanto, sembrerebbe alludere a verità altre mai emerse fino ad oggi, rispetto proprio a quella vicenda che avrebbe trascinato il Comune nella situazione attuale. «Triste storia, ribaltata. Ovvero cornuti e mazziati. Mezzojuso è morto». 


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