Il ricercatore americano Luke Thomas, famoso in Usa come «l'uomo che prevede i terremoti», aveva ipotizzato un evento sismico in Sicilia orientale tra il 16 e il 17 agosto. Ma all'indomani dalle forti scosse che ieri notte hanno colpito - e spaventato - il Messinese, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia etneo smentisce che possa trattarsi di un dato attendibile. «È un ciarlatano e nel suo metodo, inaffidabile, non c'è alcuna previsione scientifica», spiega a CTzen il sismologo Salvatore Giammanco
Messina, studioso aveva predetto il sisma Ingv: «Prevedere i terremoti è impossibile»
«Attualmente non è possibile prevedere i terremoti, non abbiamo assolutamente gli elementi che ci permettano di farlo». Salvatore Giammanco, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, smentisce categoricamente la teoria di Luke Thomas, studioso americano che, nei giorni scorsi, avrebbe predetto il forte sisma che ieri in tarda nottata ha colpito la zona del Messinese. Due scosse di magnitudo 4.1 e 4.2, registrate dall’Ingv poco dopo l‘una di notte, con ipocentro a 10,4 chilometri di profondità in prossimità di Brolo, Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi, Montagnareale, Patti, Piraino e Sinagra, e i cui tremori sono stati avvertiti anche in altre parti della Sicilia orientale, tra cui il Catanese, e sulle isole Eolie.
Fortunamente – a parte una casa crepata a Sant’Agata Di Militello e tanta paura, che ha fatto riversare i cittadini di mezza Sicilia orientale in strada in piena notte – il sisma non ha originato danni gravi a persone o cose. E mentre i vigili del fuoco – in nottata tempestati di chiamate e segnalazioni – sono ancora impegnati nei rilievi di rito, c’è chi in Rete richiama l’attenzione sulla teoria dell’«uomo che prevede i terremoti».
Luke Thomas è divenuto famoso sul web e non solo grazie ad un metodo con cui sostiene di poter prevedere scosse a cadenza regolare, diffondendone i dati sul suo sito, Quakeprediction.com. Le previsioni sono basate su parametri legati a condizioni meteorologiche, temperatura della superfice terrestre e riscaldamento per attrito. Elementi con cui avrebbe ipotizzato – e schematizzato in una tabella – anche un sisma di magnitudo 5.2 che, proprio tra il 16 e il 17 agosto, con la stessa percentuale di probabilità, avrebbe potuto interessare una vasta area tra Catania e Napoli, fino a Pescara. «In pratica ha previsto terremoti in tutto il Paese – afferma Giammanco – sbagliando non solo la zona, ma anche la magnitudo». Il ricercatore dell’Ingv etneo, infatti, non ha dubbi: in merito ai terremoti si può parlare solo di «previsione deterministica», che deve individuare «luogo, magnitudo e orario esatti dell’evento sismico». E che, ad oggi, non è possibile mettere in atto. «Così siamo bravi tutti – continua Giammanco – È facile dire che prima o poi in Sicilia ci sarà un terremoto, considerando che ce ne sono circa 13mila all’anno in tutta italia, ma solo qualche decina supera la magnitudo che li rendi avvertibili dalla popolazione».
Secondo il ricercatore dell’Ingv, quindi, si tratterebbe di una previsione del tutto infondata. «È un ciarlatano – sottolinea Giammanco – e negli Stati Uniti è stato definito addirittura pericoloso». Sono diversi gli elementi del metodo Thomas che non convincono gli esperti di fenomeni sismici, tra cui i parametri legati alla temperatura tenuti in considerazione dallo studioso americano. Che, come spiega Giammanco, non possono essere utilizzati per effettuare valutazioni perché «hanno un’energia talmente piccola rispetto a quella dei terremoti che è come se dicessimo di voler riscaldare casa nostra con un accendino». Senza contare che, in merito ai sismi ipotizzati, «non ci sono previsioni scientifiche» e le teorie «non hanno mai previsto scosse ben più gravi come quelle in Emilia o all’Aquila», spiega il ricercatore. «È una persona del tutto inaffidabile – ribadisce il sismologo dell’Ingv – che contribuisce solo a diffondere uno stato di ansia, rischiando di provocare paura e pericolo tra la popolazione».
Eppure, in merito alle previsioni elaborate da Thomas, c’è chi non è del tutto scettico e crede che l’aver azzeccato il sisma messinese di ieri notte non possa dipendere solo dal caso. Un dato che, secondo Giammanco, dipenderebbe dal desiderio dell’uomo di riuscire a conoscere quando e dove avverrà un evento sismico. Per prevenirne i rischi. «Negli ultimi 40 anni sono stati tantissimi i tentativi di prevedere i terremoti», spiega Giammanco, ricorrendo a «gas, campi elettromagnetici e addirittura i comportamenti animali». Ma, secondo il ricercatore, come nel caso del metodo Thomas, si tratta solo di casualità. «Anche se occasionalmente è capitato che ci sia stato un riscontro – conclude l’esperto – non si può comunque parlare di previsioni perché lo stesso parametro non si è mai ripetuto una seconda volta».
[Foto di °Florian]