Continua la polemica tra l'assessore regionale alle Infrastrutture e il primo cittadino dello Stretto circa i passaggi e i finanziamenti necessari alla riqualificazione dell'area. La fuga in avanti del sindaco: «Ripristinata giustizia sociale, le ruspe sono in azione»
Messina, il sindaco De Luca torna sulle baraccopoli «Regione assente, mentre noi risolviamo i problemi»
Confronto a distanza tra il sindaco di Messina Cateno De Luca e l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone sulla questione legata alla rimozione delle baraccopoli della città dello Stretto. Se da una parte l’esponente del governo Musumeci richiama il Comune e l’Arisme – l’agenzia per il risanamento e la riqualificazione – al rispetto dei loro compiti, in assenza dei quali la Regione non potrà spendere i 38 milioni recuperati, dall’altro lo stesso primo cittadino, intervenuto in diretta all’interno della Rassegna stampa su Radio Fantastica-RMB, tiene a precisare che i progetti già ci sono e le operazioni avviate dovranno rispettare un cronoprogramma.
De Luca rivendica il suo intervento – contestato da più parti – per risolvere un problema «che andava avanti da quasi cento anni». Al contrario della Regione, dice, da cui sono arrivate solo «prese di posizione stucchevoli». «Una vergogna che riguarda oltre ottomila persone che vivono in condizioni da favelas, strutture precarie senza rete fognaria e coperte da amianto – dichiara il primo cittadino – Il Parlamento, su proposta della ministra Mara Carfagna, ha nominato un commissario, ma noi nel frattempo siamo riusciti a ottenere oltre 200 milioni di finanziamenti, più 100 milioni che si aggiungono con la legge speciale. La Regione, che nel 1990 aveva destinato 500 miliardi di lire, ha poi rubato i soldi alla città di Messina. Io non lo accetto: per questo ho ripristinato un rapporto di giustizia sociale e le ruspe sono in azione».
Le operazioni di sbaraccamento, avviate con l’obiettivo di riqualificare una ferita per il territorio, dovrebbero durare due anni: entro i quali tutte le famiglie dovrebbero uscire da questi alloggi di fortuna, per concludere l’intervento di demolizione in un altro anno ancora. Tabella di marcia del cui rispetto De Luca si dice fiducioso. E sulla questione finanziamenti sottolinea la capacità della città di attrarre fondi per la riqualificazione urbana: «L’ultimo importo aggiudicato è pari a 149 milioni di euro. La città di Messina è risultata prima e ha ottenuto i finanziamenti per cinque progetti. Musumeci e Falcone risultano non pervenuti, la Regione è stata assente».
E se da una parte si mette un punto alla questione baraccopoli, rimane in sospeso la vicenda del Ponte sullo Stretto. Un’opera strettamente collegata all’arrivo sul territorio siciliano dei treni ad alta velocità. «Il Ponte sullo Stretto di Messina avrà scritto sulle travi principali “De Luca” – conclude il sindaco – Sto completando il lavoro sporco sulle questioni che in città, per trent’anni, la politica non ha mai voluto affrontare. Ci siamo occupati di acqua, baracche e rifiuti. L’obiettivo non è soltanto il Ponte, ma è fare in modo che la Sicilia non sia il nord dell’Africa. Dovrà diventare una piattaforma del Mediterraneo, che richiede la realizzazione del Ponte sullo Stretto e il corridoio Berlino–Palermo. Io voglio che l’alta velocità arrivi fino a Palermo e che da Messina si possa raggiungere Roma in due ore e mezza come fanno coloro che vivono a Milano».