Cancellare una delle vergogne messinesi a colpi di ruspa. Un giorno storico per Messina perché è stata avviata oggi la bonifica di quella che è una delle aree simbolo delle baraccopoli della città dello Stretto. Un’area di 14mila metri quadrati che ha visto intere generazioni crescere tra fogne a cielo aperto, muffa e topi. Questa mattina ad assistere alla demolizione di quella che per anni è stata la loro casa c’erano gli abitanti di Fondo fucile. Centotrenta famiglie che adesso hanno una casa degna di questo nome. Nei prossimi mesi, di quell’insediamento resterà solo un ricordo.
A dare il primo colpo di mazza è stato il sindaco Cateno De Luca che si è intestato questa crociata fin dall’inizio del suo mandato e che oggi ha voluto ringraziare la prefetta Cosima Di Stani, che è anche commissario per il Risanamento. Proprio la rappresentante del governo ha sottolineato che non si tratta di un incarico semplice perché «di difficoltà ce ne sono abbastanza, ma stiamo operando per superare tante situazioni». A lavorare dietro le quinte in questi tre anni c’è stato l’assessore al Risanamento, Salvatore Mondello e il presidente di ArisMe Marcello Scurria. «Con un’azione sinergica si è riusciti laddove la politica degli ultimi anni non era arrivata» hanno detto. «Fondo fucile ha rappresentato la baraccopoli simile a un set televisivo. Da oggi comincia la speranza” ha detto Scurria. E il lavoro non si ferma con la demolizione.
Decine di milioni di euro saranno spesi grazie al progetto Qualità dell’Abitare. Verranno realizzati nuove abitazioni dove sistemare altre famiglie che attendono di avere una casa, ma anche parchi urbani e aree giochi per bambini e di ritrovo per anziani. «Oggi si realizza uno dei progetti più ambiziosi di questa giunta – ha commentato l’Assessore Mondello – dietro il gesto emblematico del sindaco, ci sono tre anni di frenetica attività, fatta di lotte, sinergie, cadute e riprese». I tuguri che stamattina si è iniziato a demolire appartenevano a 124 famiglie. Ciascun nucleo famigliare adesso ha un alloggio decoroso.
«In questi anni sono stati tanti i politici che ci avevano promesso una casa – spiegano con gli occhi lucidi gli ex residenti – Quando questo sindaco ci ha detto che avrebbe abbattuto le baracche abbiamo pensato fosse la solita promessa. Ma è stato vero». Ed è proprio Mondello che rivendica il lavoro di squadra «che ha avuto come denominatore unico la determinazione e la voglia di riscatto per Messina – conclude – che ha così potuto iniziare a cancellare una vergogna che è evidentemente passata sotto silenzio per troppi anni». Adesso andrà avanti l’abbattimento e la progettazione delle nuove aree che nasceranno.
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