"Così stanno le Cose", format pomeridiano di attualità su La7, lascia i docenti e gli studenti dell'Università di Catania per una nuova settimana di dirette da un altro centro di ascolto. Ai microfoni di Radio Zammù Luisella Costamagna, conduttrice della trasmissione televisiva -"Così stanno le Cose" a Catania
Meno gossip, più fatti su La7
«Il pubblico televisivo è spesso superiore a quello che gli viene offerto». Lo sostiene Luisella Costamagna, giornalista e conduttrice di “Così stanno le cose”, nuovo format televisivo di La7 che «cerca di evitare l’idea del pettegolezzo, del gossip, della dietrologia» e lo fa proponendo, per i pomeriggi degli italiani, la disamina di argomenti di stretta attualità.
Termina oggi la seconda settimana della nuova programmazione pomeridiana di La7 che ha visto protagonista, in veste di pubblico, l’Università di Catania e nello specifico gli studenti del Monastero dei Benedettini. Una settimana di temi forti come il lavoro, l’aborto, l’integrazione religiosa e le carceri. Argomenti affrontati, oltre che dagli ospiti in studio a Roma, anche dagli studenti e dei docenti in collegamento da Catania. A poche ore dalla diretta di giovedì, la conduttrice del programma, Luisella Costamagna, è intervenuta ai microfoni di Radio Zammù, durante la trasmissione Circuiti Culturali, rispondendo a domande e curiosità dei due speaker Emanuele Brunetto e Roberto Sammito.
“Così stanno le cose” è un programma che va in onda dalle 16 alle 17, una fascia particolare nei palinsesti televisivi. Come nasce l’idea di fare un programma di approfondimento in un orario in cui i programmi delle altre reti sono rivolti a un target e a tematiche diverse?
«E’ una sfida, sono le sfide che fa sempre La7. Però, al di là di tutto, era uno spazio che La7 non aveva ancora utilizzato in diretta, tendenzialmente c’erano film. Quindi in realtà s’è deciso di aprire anche in una fascia pomeridiana uno spazio di diretta con argomenti di attualità. Dopo di che noi cerchiamo, sempre in stile La7, di parlare di temi di cui abitualmente si parla in prima e in seconda serata, temi di attualità, temi importanti. Parliamo di carceri, di immigrazione, cerchiamo di coinvolgere il pubblico su argomenti informativi, senza andare sul gossip, su temi necessariamente leggeri, anche perché il pubblico secondo me è spesso superiore a quello che gli viene offerto».
Le rubiamo due parole che ha appena utilizzato: “pubblico” e “gossip”. Una delle novità più interessanti del programma sta appunto nello spazio importante dato al pubblico, alla gente comune: qui a Catania gli studenti e i docenti, quando eravate a Forte Dei Marmi la gente che vive un bar. E poi la parola gossip. Voi date tanto spazio al pubblico, ma il pubblico non è per forza intenzionato – come in altri casi può sembrare in tv – a parlare di gossip…
«Infatti, questa è la dimostrazione che il pubblico non necessariamente fa solo da scenografia negli studi televisivi, così come spesso avviene nelle altre trasmissioni. Noi abbiamo avuto questa idea di andare a cercare gli italiani negli spazi che sono vissuti il pomeriggio, in cui loro stanno il pomeriggio – un bar, un’università, la prossima settimana saremo in un centro anziani – e sono persone che hanno ovviamente opinioni sulla realtà, sui fatti che succedono, e quindi li coinvolgiamo continuamente. Tra l’altro il contributo dell’Università di Catania e degli studenti è stato assolutamente fondamentale perché spesso gli ospiti, gli opinionisti, i politici si parlano un po’ addosso, non pensano a quelli cui si dovrebbero rivolgere, e questo è un modo invece per riportarli davvero alla realtà, con contributi che sono secondo me estremamente interessanti. Li coinvolgiamo su argomenti magari anche leggeri, ad esempio abbiamo parlato del co-housing, la coabitazione, quindi non necessariamente temi pesanti o drammatici. Però diciamo che cerchiamo di evitare l’idea del pettegolezzo, del gossip inteso in quel senso, della dietrologia, andiamo sui fatti».
A proposito di pubblico catanese, di cui ha parlato anche lei, come stanno rispondendo gli studenti dell’Università di Catania, come sta interagendo la diretta del programma da Roma con Catania?
«Molto bene, ci sono molti contributi, abbiamo parlato di RU486, di aborto, e sono venute fuori posizioni interessanti, che poi sono quelle di chi è favorevole e di chi è contrario. Così sull’immigrazione, sul dopo referendum svizzero sui minareti, e anche su questo loro hanno contribuito. La loro presenza è molto capillare nel programma, nel senso che al solito giro degli ospiti aggiungo sempre un intervento anche dei ragazzi e devo dire che i contributi sono assolutamente interessanti».
Tra le tematiche di attualità anche una questione scottante dell’ultimo periodo: le carceri…
«Abbiamo avuto come ospite Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano Cucchi, la storia d’attualità degli ultimi tempi, quella che sicuramente ha colpito di più l’opinione pubblica quanto alla situazione di ciò che purtroppo può succedere nelle carceri, drammaticamente. Presente in studio anche il Sottosegretario alla Giustizia con delega alle carceri e anche Rita Bernardini, radicale in sciopero della fame proprio per sensibilizzare sulla situazione delle carceri. Abbiamo trattato le tematiche del sovraffollamento, i problemi di droga che ci sono all’interno e questa situazione delle carceri che viene definita animalesca. Due le testimonianze che abbiamo raccolto: un ergastolano che ci racconta come sono le carceri in cui lui è stato e un Commissario di Polizia Penitenziaria. Le due parti, che mostrano i due lati opposti della barricata, si ritrovano per una volta dalla stessa parte riguardo il malessere delle carceri e denunciano situazioni allucinanti».
“Così stanno le cose” oggi lascia Catania, ma non il pomeriggio degli italiani. Tornerà infatti la settimana prossima con un altro pubblico, altri ospiti e altre tematiche d’attualità, sempre dalle 16 alle 17 in diretta su La7.
Ascolta la versione audio dell’intervista.