La paura per la diffusione della malattia arriva negli ambulatori pubblici del capoluogo etneo, affollati da cittadini che vogliono vaccinarsi. E il direttore del servizio di Epidemiologia dell'Asp 3 Mario Cuccia spiega a MeridioNews come «l'allarmismo immotivato» porti a ulteriori problematiche nell'attivazione di vaccini gratuiti
Meningite, allarmismo e disordini anche a Catania L’epidemiologo: «È in corso una psicosi di massa»
Il verificarsi di alcuni casi di meningite in Sicilia, e in tutto il territorio nazionale, ha diffuso il timore di contrarre il virus anche nel capoluogo etneo. Dove, nei quattro ambulatori dell’Azienda sanitaria provinciale che distribuiscono il vaccino per il meningococco, si sono verificate lunghe file e, al momento dell’esaurimento delle scorte, anche qualche piccolo caso di agitazione da parte dei cittadini. «In questi giorni c’è il panico totale – commentano alcuni dipendenti del presidio di Corso Italia – sono venute decine di persone per sottoporsi alla somministrazione che, insieme alle normali vaccinazioni, hanno creato momenti di attesa poco piacevoli». Alcuni, preoccupati per la salute dei propri figli e per la propria, hanno aspettato all’esterno dell’edificio anche sabato pomeriggio, durante il giorno di chiusura del centro di vaccinazione. «Già questa mattina – spiegano – alle 7.45 erano in venti ad aspettare». Un’attesa solitamente «molto ordinata» anche se «qualche giorno fa’ è arrivata la polizia, forse perché erano finite le dosi per tutti e qualcuno non ha gradito il fatto».
In provincia solo 13 casi nel 2016, otto nel 2015
Nella provincia di Catania – a fronte di 13 casi complessivi nel 2016 (tre da pneumococco, uno da stafilococco e nove da meningococco), otto casi nel 2015 e tre nel 2014 – gli uffici delle Asp sarebbero stati dotati, solo la settimana scorsa, di circa 380 fiale che, però, non sono state sufficienti visto che questa mattina, in Corso Italia, le scorte erano già terminate. Per Mario Cuccia, direttore del servizio di Epidemiologia, il motivo dell’esaurimento delle scorte è quello che lui considera un «allarmismo immotivato». «Il vaccino è arrivato alle ore 18 del 6 gennaio – racconta Cuccia a MeridioNews – ma purtroppo per alcuni lotti le case farmaceutiche non hanno inviato le siringhe. Se questa mattina l’ambulatorio di Corso Italia era sprovvisto è per questo motivo. Gli altri ambulatori, quello di viale Fleming, quello di via Frassati e quello di San Giorgio, invece sono attualmente operativi», aggiunge.
«Siamo di fronte a una totale psicosi di massa»
Secondo il dirigente, l’attenzione degli ultimi giorni nei confronti della presunta diffusione della malattia infettiva sarebbe legata all’influenza del caso toscano sulla popolazione italiana. E, ovviamente, anche siciliana. «Stiamo assistendo come spesso capita a una totale psicosi di massa – conferma il professionista – Siamo vittime di un periodo di post-verità, come la definisce oggi un giornalista su Repubblica. Il numero dei casi a Catania è pari a quello atteso – spiega inoltre – anzi, forse anche meno. Il problema è circoscritto nella Valle dell’Arno, li c’è un aumento, tanto che hanno adottato una strategia vaccinale diversa».
Nella città di Catania, allo stato attuale, Cuccia conferma che le persone che si sono rivolte all’Azienda provinciale sanitaria per la somministrazione sono circa 150. Un numero che però è molto limitato rispetto alla domanda e, soprattutto, alla popolazione che grazie a un iniziativa dell’assessorato regionale alla Sanità può accedere gratuitamente al medicinale. «Gli aventi diritto sono più di un milione e mezzo – specifica Cuccia -. È vero che l’offerta è gratuita ma non è attiva subito per tutti, ma solo per i nuovi nati e per gli adolescenti. Dai 19 anni invece – continua – si procede secondariamente, in via di priorità». Un dato al quale si devono aggiungere le categorie più a rischio, ovvero quelle che potrebbero entrare a contatto con soggetti già infetti. «Se consideriamo forze dell’ordine e operatori sanitari – prosegue il medico – il numero sale ancora. Una richiesta enorme, che dobbiamo fronteggiare, ma con l’aiuto della politica regionale».
Il Comune vuole i vaccini nelle scuole
La situazione, infine, potrebbe ulteriormente divenire critica a causa di un’iniziativa, non ancora approvata, che il Comune di Catania vorrebbe attivare. «Ho sentito dire che l’amministrazione vorrebbe iniziare un percorso di vaccinazioni gratuite nelle scuole – aggiunge il direttore – Iniziativa lodevole però, prima, è necessario fare una reale ricognizione delle risorse». Gli istituti scolastici catanesi, secondo Cuccia, non sarebbero infatti attualmente pronti per ospitare il numero di alunni che dovrebbero sottoporsi al vaccino. «Non si può pensare di organizzare le cose in un sottoscala, ci vorrebbe un’infermeria in ogni scuola. Cosa che non esiste. Bisogna verificare fattibilità sul campo, altrimenti cose del genere diventano solo uno spot e momento di promozione e mi pare che le persone siano un po sature di questo atteggiamento».
Vigilantes per i disordini
Per fronteggiare infine gli episodi di disordine, generati dalle lunghe attese e dall’esaurimento delle scorte, l’Asp di Catania sta infine pensando di dotare tutte le sue strutture di un servizio di vigilanza privata. «So che c’è stato qualche momento di tensione, per questo stiamo pensando di spostare alcuni vigilantes nei nostri ambulatori. Ho ricevuto anche una mail di un cittadino che diceva che alcune persone erano state vaccinate e altre no – spiega il medico – Potrebbe essere falso ma verificheremo perché è nostro dovere. Noi non facciamo passare avanti nessuno: ho ricevuto telefonate anche di colleghi autorevoli ma non faremo corsie preferenziali», conclude direttore del servizio di Epidemiologia .