Megaservice Spa di Trapani (66 lavoratori a rischio): aspettando da un anno il Governo regionale

SENZA COPERTURA REDDITUALE PROSEGUE LA VERTENZA DEI LAVORATORI DELLA PARTECIPATA AL 100 PER CENTO DELLA PROVINCIA REGIONALE TRAPANESE. LA PROPOSTA DI GIOVANNI LO SCIUTO

Con l’approvazione della legge di Stabilità 2014, il Governo regionale ha distribuito ai commissari provinciali di sua nomina qualcosa come 20 milioni di euro per garantire stipendi e servizi. Sarà vero per tutti i lavoratori riconducibili alle Province? A leggere la nota dei lavoratori della Mega Service Multiservizi Spa di Trapani – società partecipata al cento per cento dall’amministrazione provinciale trapanese – non pare proprio così.
Il ‘calvario’ di questi lavoratori è iniziato da circa un anno, guarda caso in coincidenza con la presa in carico della Sicilia da parte del governatore Rosario Crocetta e della sua “sgangherata maggioranza” (che, in realtà non è una maggioranza, visto che a Sala d’Ercole il presidente Crocetta e il suo Governo sono spesso in minoranza) retta soprattutto dal Partito Democratico. Dopo un anno, osservando quello che succede in questa società, sono in tanti a chiedersi: come può un Governo che rivendica la ‘rivoluzione’ della Sicilia, la rinascita del popolo siciliano, la restituzione di diritti e legalità a lavoratori e imprese, dimenticarsi del personale della Mega Service? Forse che questi lavoratori appartengano ad un Dio minore?

Scorrendo la citata nota i lavoratori si dichiarano vittime incolpevoli della riforma della Province. Nel loro appello alle istituzioni chiedono che la vertenza possa avere un’accelerazione e portare ad una soluzione per il futuro lavorativo e la copertura retributiva, atteso che da oltre un anno vivono in condizioni disumane, senza sostegno finanziario e senza ammortizzatori sociali. Una delle tante vergogne sociali del Governo Crocetta.
Nel denunziare la condizione di insostenibilità causata dall’assenza di istituzioni e dalla poca incisività delle organizzazioni preposte alla salvaguardia dei lavoratori, questi ultimi precisano: “Tutto quanto non è più civilmente sostenibile perché mette a rischio la sopravvivenza di sessantasei unità lavorative e delle loro famiglie”.
L’ingresso del 2014 ha portato con sé tutti i vecchi dubbi sul futuro, anche immediato, di 66 lavoratori senza lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. Ed il Governo regionale che fa? Barzellette che però non fanno ridere. Poi parole, incontri, accordi con i sindacati. Per poi rimangiarsi ogni parola. Altro che sorrisi e risate, di mezzo c’è la sorte di 66 famiglie che non vedono ad oggi alcuno spiraglio di speranza lavorativa.

Una preoccupazione legittima soprattutto in relazione al fatto che la riforma delle Province, e la concretizzazione delle reali procedure per la salvaguardia occupazionale, è tutta da verificare. Come al solito, l’attuale Governo regionale affronta con leggerezza le piccole come le grandi emergenze sociali.
Lo scenario è complesso. Perché, in questa fase, non si sa nemmeno se le Province verranno soppresse per essere sostituite da libero Consorzi di Comuni, come prevede l’articolo 15 dello Statuto siciliano. O se, come ha già lasciato intendere il Parlamento dell’Isola, si ritornerà al voto per rieleggere i presidenti delle nove Province e io Consigli provinciali.
Ricordiamo che la riforma dello scorso anno non ha abolito le Province, ma ha solo eliminato gli organi elettivi. Che ritornerebbero in attività in assenza dell’improbabile soppressione delle Province.

Detto questo la domanda è un’altra: passi che il Governo abbia l’intenzione di abolire le Province: ma che c’entra questo con le società partecipate dalle Province? Per essere più chiari: perché tagliare le retribuzioni a 66 padri di famiglia? Solo perché sono deboli e non si possono difendere? E’ tutta qui la giustizia sociale del Governo Crocetta e, soprattutto, del PD trapanese, che è il vero soggetto politico responsabile di tutto quello che sta succedendo a questa famiglie?

Proviamo a capire cosa pensa di questa incredibile storia Giovanni Lo Sciuto, deputato del Partito dei Siciliani (Mpa) all’Assemblea regionale siciliana eletto proprio nel collegio di Trapani. “Era stata l’assessore regionale alle Autonomie locali, Patrizia Valenti – dice Lo Sciuto – ad assumere precisi impegni circa la definizione della vertenza lavorativa”.
L’esponente autonomista racconta al nostro giornale di una riunione promossa in occasione di una seduta aperta del Consiglio comunale di castelvetrano. Di fronte al Sindaco, alle parti sindacali ed alla cittadinanza il Governo regionale, attraverso l’assessore Valenti, si era impegnato a trovare una soluzione per i lavoratori.
“Ho proposto che in sede di riforma delle Province – aggiunge Lo Sciuto – di costituire una società partecipata regionale dove far confluire tutto il personale delle società partecipate di tutte le province siciliane. I dipendenti sono stati assunti da società dove la partecipazione delle Province è del cento per cento del capitale pubblico ed il personale potrebbe continuare a lavorare nel territorio di appartenenza continuando a svolgere sempre gli stessi lavori”.
“Si tratterebbe di un provvedimento – sottolinea il parlamentare trapanese – che non riguarda sola la Mega Service, ma tutte le partecipate delle nove Province siciliane”.

In sede di riforma l’esponente autonomista dice che tornerà alla carica per chiedere al Governo la creazione di una partecipata regionale che assorba tutti i dipendenti delle società di proprietà al cento per cento delle Province.

“Ho particolarmente a cuore la vicenda della Megaservice – conclude Lo Sciuto – perché proprio nel 2004 sono stato uno dei promotori, da consigliere provinciale – insieme all’allora assessore provinciale Enzo Chiofalo, sotto la presidenza della provincia di Giulia Adamo, oggi Sindaco di Marsala – della creazione della Mega Service Multiservizi Spa, che ha salvato tutti i lavoratori licenziati dall’Imam, azienda di Castelvetrano del terziario Fiat che aveva cessato l’attività”.

Come si è arrivati a questo ‘gran casino’? Cominciamo col dire che la società è nata nel 2004 e, come si legge nel profilo istituzionale del sito www.megaservice.provincia.trapani.it, “la Provincia regionale di Trapani è probabilmente l’unico ente che, invece di svendere il proprio patrimonio immobiliare, ha dato vita, assieme ad Italia Lavoro Spa, ad un progetto di grande valenza sociale ed economica, che ha già creato posti di lavoro reali e non fittizi, consentendo anche la buona tenuta e la rivalutazione delle strutture e dei beni provinciali, peraltro, senza alcun costo a carico dell’amministrazione, salvo l’iniziale capitale sociale”.

Peccato che le buone intenzioni, i posti di lavoro creati e le risposte al territorio sono durate meno di dieci anni. Di cosa si occupava la Megaservice? L’attività operativa di produzione della società è stata indirizzata esclusivamente, si legge sul richiamato sito istituzionale, ad interventi di manutenzione e servizi relativi a beni e strutture, infrastrutture di competenze e di proprietà della Provincia regionale di Trapani sintetizzabili in tre settori: servizi, manutenzione di immobili e manutenzione strade.

La società partecipata – come già ricordato, al cento per cento dalla Provincia regionale di Trapani – è stata però posta in liquidazione nel febbraio del 2013 dal Consiglio provinciale di Trapani su disposizione dell’allora Commissario straordinario, Luciana Giammanco.
Eppure soltanto nel giugno del 2013 nel corso di un incontro a Palazzo d’Orleans, sede del Governo regionale, i rappresentanti della Regione si erano impegnati “a valutare qualsiasi forma praticabile di politica attiva – come riportato dal giornale online BlogSicilia – relativamente ai lavoratori interessati del settore servizi garantendo l’accompagnamento fino alla data del 31 dicembre”.

Lo scorso anno il segretario provinciale della Uiltucs di Trapani, Mario D’Angelo, pensava che, entro il 2013, le Province sarebbero state soppresse e i dipendenti di Mega Service, non si capisce bene a che titolo, sarebbero stati assorbiti dai Consorzi di Comuni.
Con quali risorse finanziarie? La verità è che gli organi elettivi delle Province sono stati soppressi per risparmiare. E che le Province dovrebbero essere soppresse sempre per risparmiare. Buttando a mare i dipendenti di quelle società collegate alle stesse Province privi di ‘raccomandazioni’.
I 66 dipendenti di Mega Service non sono ‘raccomandati’ dal Governo Crocetta e dal PD. E quindi vanno buttati ‘a mare’.
Forse l’unica salvezza per questi dipendenti è il ripristino – che non è affatto improbabile – dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali. Ripristinando gli organi elettivi potrebbero tornare a lavorare a a percepire le retribuzioni. Se non fallirà prima la Regione.

 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]