Mazzette e panini imbottiti: l’inchiesta sulle forniture sanitarie negli ospedali di Palermo

«Ci siamo aggiudicati tutto. Per centesimi! Per due euro, sei euro…». Il 14 dicembre 2022 le forze dell’ordine intercettano una telefonata carica di entusiasmo e dai toni trionfalistici. A parlare sono Giovanni Sorrentino e la sorella Carmen. Entrambi fanno parte, come amministratore unico e come dipendente, della So.Gi. Medical, società con sede a Palermo specializzata nelle forniture di prodotti medicali. Ruoli e date sono importanti in questa storia che, secondo i magistrati, celerebbe un nuovo scandalo nel mondo del sanità. Secondo gli inquirenti, i Sorrentino quel giorno stanno festeggiando l’aggiudicazione di una gara d’appalto che, stando a quanto ricostruito dalla procura, sarebbe stata alterata. Riguarda quella per la fornitura biennale in conto deposito, con eventuale rinnovo di 12 mesi, di materiale specialistico per l’elettrofisiologica in tre aziende sanitarie palermitane: il Civico, Villa Sofia e il Policlinico Paolo Giaccone.

Qualche settimana prima di quella telefonata, viene monitorato un incontro tra Sorrentino e il presidente della commissione che si occuperà della gara. Si tratta di Giuseppe Salamone, 61enne funzionario del provveditorato dell’Arnas Civico di Palermo, adesso accusato di avere ricevuto somme di denaro e altre utilità per favorire la So.Gi. Medical. Il faccia a faccia a casa di Salamone non sarebbe, però, l’unico punto di contatto che precede l’apertura delle buste. Il giorno prima dell’aggiudicazione, come riportato nell’ordinanza, il dipendente pubblico sarebbe stato incontrato sia da Carmen Sorrentino che dal fratello imprenditore. Sono ore frenetiche in cui la donna chiede a un collaboratore come sarebbe stato possibile cambiare la data del computer, in quanto avrebbe dovuto firmare digitalmente un file per il quale serviva una data anteriore rispetto a quella dell’operazione. L’indomani è il giorno della verità con la fornitura di quasi tutti i lotti che viene vinta dalla società dei Sorrentino a discapito della multinazionale americana Johnson & Johnson. «Giuseppe è stato un grande, un grande, un grande», spiega Carmen Sorrentino al fratello, «attribuendo il merito del successo – scrivono i magistrati – all’intervento decisivo di Salamone».

Secondo le accuse, i favoritismi di Salamone nei confronti della So.Gi. Medical sarebbero proseguiti anche in una sorta di intermediazione con il direttore dell’unità di Elettrofisiologia affinché non attivasse le procedure di risoluzione del contratto a fronte «dei significativi inadempimenti da parte dell’azienda, impossibilità a fornire quanto avrebbe dovuto». Il tutto a causa di un contenzioso con la Johnson & Johnson. Il funzionario pubblico avrebbe alternato il suo ruolo all’interno dell’ospedale a quello di consulente ombra della società privata mettendosi, secondo l’accusa, a disposizione in un’opera di intermediazione a vantaggio dell’azienda nelle tematiche riguardanti gli appalti banditi o da bandire da parte dell’ospedale Civico di Palermo. Il funzionario ha ammesso parzialmente gli addebiti, riconoscendo di avere ricevuto denaro ma indicandolo come una regalia inopportuna. Tuttavia ha negato di avere truccato alcuna gara a favore della So.Gi. Medical. Inoltre, avrebbe bollato come «una prassi abitudinale» quella di incontrare gli imprenditori nella sua abitazione ma che le informazioni fornite non fossero privilegiate trattandosi di chiarimenti. Nei confronti di Salamone è stata disposta l’interdizione dal pubblico impiego, mentre per i Sorrentino il giudice ha stabilito lo stop all’esercizio dell’attività di impresa con la società che per 12 mesi non potrà contrarre con le pubbliche amministrazioni.

Insieme a Salamone, è indagato anche il 70enne Francesco Talarico, nella qualità di direttore dell’unità operativa di Chirurgia vascolare del Civico. Il primario adesso in pensione, secondo le accuse, mediante «collusioni e accordi occulti», avrebbe favorito la So.Gi. Medical utilizzando le endoprotesi fornite dall’azienda nel corso degli interventi. Nel caso in esame, secondo la ricostruzione della procura, il medico avrebbe ottenuto mazzette da mille euro. Il medico ha ammesso, in sede d’interrogatorio, di avere ricevuto il denaro ma ha respinto le accuse circa i motivi di queste dazioni. Secondo Talarico, l’imprenditore sarebbe stato soltanto riconoscente nei suoi confronti da quando aveva salvato la vita al padre grazie a un’operazione. Inoltre avrebbe utilizzato le endoprotesi della So.Gi. Medical soltanto in otto interventi a fronte di 2011 operazioni all’aorta compiute dal 2012 al 2024. Tra gli aneddoti, uno riguarda una richiesta insolita. Giovanni Sorrentino, mentre era intercettato, racconta a un tecnico di avere ricevuto un ordine di 22,25 panini imbottiti. Il tecnico rispondeva «meglio questo che altro». Per i magistrati, la richiesta arriva direttamente dal medico. Lo stesso, interrogato sul punto, ha detto che ordini di questo tipo sarebbero stati una consuetudine gestita dal caposala del reparto, insieme ai fornitori, dopo lunghi interventi chirurgici.

Infine le contestazioni a Giuseppe Maria Migliore, 50enne dirigente medico dell’unità operativa di Emodinamica dell’ospedale Villa Sofia Cervello. Il medico, secondo le accuse, avrebbe ottenuto denaro per svolgere attività di sponsorizzazione dell’interno dell’ospedale con il fine, secondo i pm, di direzionare la scelta degli operatori sanitari al momento della selezione dei dispositivi medici da impiegare nell’erogazione delle prestazioni medico-chirurgiche sui palloni medicanti forniti dalla So.Gi. Il medico, in sede d’interrogatorio, ha ammesso le responsabilità sul denaro ricevuto ma lo ha ricondotto a dei prestiti di naturale personale. Sia per Migliore che per Talarico, il giudice ha disposto la sospensione per un anno dal pubblico ufficio.


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