Migliaia di persone per uscire di casa – è possibile farlo solo nelle ipotesi previste dal decreto – ormai indossano guanti e mascherine. Nei supermercati o in fila all’ingresso delle farmacie si vede un po’ di tutto. C’è chi usa quelle chirurgiche e chi è munito di quelle con filtro e stringinaso. Alcuni, sprovvisti delle protezioni, coprono naso e bocca con sciarpe e fazzoletti di tessuto. Tutti questi sistemi però non sempre sono efficaci se non si rispettano alcune prescrizioni. Delle volte, addirittura, possono pure risultare controproducenti. «La prima indicazione è quella che bisogna stare a casa. Quando si esce, bisogna sempre rispettare la distanza stabilita dal decreto», spiega a MeridioNews Franco Del Campo, medico specializzato in Igiene e Medicina preventiva.
«Le mascherine possono essere utilizzate dalle persone per prevenire l’inalazione di aria contaminata – spiega – o per evitare le cosiddette droplet, cioè le goccioline nebulizzate costituite da acqua e residui cellulari che rilasciamo parlando, starnutendo o tossendo e che possono essere causa di trasmissione del virus da soggetto a soggetto». Le mascherine chirurgiche sono sicuramente quelle più diffuse. «Ma attenzione, essendo fatte di materiali porosi tengono a inumidirsi – precisa – Passate quattro ore necessitano di essere sostituite». Le precauzioni si estendono anche al modo in cui vengono indossate. Devono essere prese – con le mani pulite – dai lati, in particolare dagli elastici, e fatte aderire bene a naso e bocca senza però toccare la parte interna. Tra gli errori da evitare c’è quello di toccare le superfici e poi portarsi le mani al naso o alla bocca «questo causa un trasferimento di particelle che supera la barriera della mascherina».
Altre tipologie sono quelle tecnicamente indicate con tre classi di protezione: FFP1, FFP2 e FFP3, acronimo di filtering face piece: cioè maschera filtrante. «Sono quelle più performanti grazie agli appositi filtri – continua – Non fanno entrare aria dalle parti laterali e proteggono naso e bocca. Ma anche queste, pur durando di più, devono essere sostituite e non possono essere utilizzate in eterno».
Alcuni insieme alle mascherine utilizzano anche i guanti in lattice. In particolare tra gli addetti alle casse dei supermercati. «Sono utili fino a quando restano puliti. Se un fruttivendolo, per fare un esempio, usa i guanti e tocca la frutta e i soldi e non li cambia diventano un veicolo d’infezione. Bisognerebbe cambiarne un paio ogni 15 minuti. Per questo è molto più semplice lavare la mani con frequenza, utilizzando acqua e sapone, possibilmente non a pezzi ma con erogatore». Infine un appello a chi si copre con mascherina fai da te di tessuto o con le sciarpe: «Sono inutili e non garantiscono la copertura dalla penetrazione di particelle».
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