Marranzano World Festival: contro gli stereotipi

Studentesse erasmus entrando per la prima volta (e da semplici turiste incuriosite) nelle cucine dei benedettini, con lo sguardo vagavano alla ricerca di risposte. Per un attimo, i loro occhi spauriti sembravano aver capito. Si trovavano (o meglio pensavano di trovarsi) esattamente ad una riunione mafiosa. Anziani collaudavano i loro marranzani in attesa del concerto inaugurale, creando un quadro tipico in stile “il padrino”. Eppure il Marranzano World Festival è stato organizzato per sfatare il mito che vede il marranzano (meglio conosciuto come scacciapensieri) come uno strumento esclusivo siculo. No… vi sbagliavate. Anche un vietnamita, ospite della manifestazione, ha dimostrato come lo strumento possa essere suonato in modo impeccabile da qualsiasi abitante della terra.

Una serie di espositori trasparenti, dimostravano come la produzione di marranzani sia un fenomeno internazionale e non limitato, come comunemente si è soliti pensare, alla cultura siciliana.

Inaspettata partecipazione di giovani (la maggior parte “fricchettoni” convinti, probabilmente, dell’esoticità del marranzano). Atmosfera tipico sicula, sottolineata dai diversi ospiti (musicisti popolari), conduceva le menti dei presenti in viali sonori pseudo-bucolici. Ritmi tribali contaminati dalla timbricità dello scacciapensieri.

Applausi scroscianti all’esibizione del giovane Fabio Tricomi, figlio di un famosissimo costruttore di scacciapensieri, che per l’occasione ha deliziato il pubblico con una tarantella siciliana, suonata in uno stupendo assolo di marranzano.
Segue l’esibizione di Felice Currò, uno dei pochi produttori di marranzano superstiti, che ha coinvolto gli spettatori riproducendo l’atmosfera di festa popolare, accompagnando il suono dei suoi personali scacciapensieri, con tamburi a mano e sonorità vocali.

E’ poi il momento del più eccentrico degli ospiti, il vietnamita Tran Quang Hai che ha sfoggiato capacità uniche di cambi di ritmo e registri, coinvolgendo i partecipanti con i suoi suoni singolari e diversi, trasformando il suo scacciapensieri in uno strumento unico.

Ha concluso la serata inaugurale l’ideatore stesso del progetto, Luca Recupero, accompagnato dal suo gruppo, formato da un percussionista, una voce femminile, un Didjeridoo e un marranzano (da Luca Recupero stesso suonato). I Percussonici (questo è il nome del gruppo) hanno proposto una cantata da loro stessi scritta, secondo la filosofia del “dare” alla musica popolare, piuttosto che “ricevere” passivamente.

La manifestazione si concluderà giorno 20 Ottobre al centro culturale Zo con il concerto di chiusura, a cui prenderanno parte il vietnamita Tran Quang Hai, l’ungherese Aaron Szilagyi, Fabio Tricomi e Roberto Bolelli. E che i luoghi comuni ce la mandino buona.

Carmelo Greco

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