Nel primo appuntamento dell'anno, la squadra prosegue senza soluzione di continuità la propria marcia - al nono risultato utile consecutivo - verso i quartieri nobili della classifica travolgendo i sardi di Zola al suo debutto da allenatore su una panchina italiana
Manita rosanero al Cagliari Super Palermo nella prima del 2015
Anno nuovo, vita vecchia. Uno slogan perfetto per il Palermo che, cavalcando l’onda del 2014, nel primo appuntamento del 2015 prosegue senza soluzione di continuità la propria marcia verso i quartieri nobili della classifica travolgendo in casa il Cagliari con il punteggio di 5-0. La sosta non ha prodotto sorprese negative e soprattutto non ha spezzato il ritmo vincente degli uomini di Iachini che, con il nono risultato utile consecutivo, confermano l’ottima condizione psicofisica legittimando l’etichetta di squadra rivelazione del campionato. Il Palermo supera a pieni voti un esame pieno di incognite conquistando un successo convincente.
È chiaro che, in circostanze come queste, è sottile il confine tra l’exploit di una squadra e i demeriti dell’avversario. Il Palermo, in superiorità numerica dalla mezzora del primo tempo (espulso Conti), è stato bravo ad imporre la propria qualità ma, contestualmente, è stato agevolato dalle defaillance di un Cagliari volenteroso ma troppo vulnerabile e in balia dell’avversario dopo avere subito il doppio colpo iniziale. Avvio da incubo, dunque, per Zola costretto a fare i conti in occasione del suo debutto da allenatore su una panchina italiana con l’onda d’urto devastante di un super Palermo. Dopo dieci minuti di rodaggio, la squadra ha iniziato a carburare creando subito i presupposti per un match a senso unico. Un altro segnale di forza da parte di un gruppo che non ha alcuna intenzione di fermarsi e che vuole continuare a stupire.
E la cronaca spiega il modo in cui i rosanero hanno costruito questa brillante affermazione. Confermate le previsioni della vigilia: nella linea a tre difensiva Iachini rispolvera Feddal, preferito ad Andelkovic. Per il resto, il tecnico rosanero si affida all’usato sicuro riproponendo Rigoni nel ruolo di interno destro nella batteria di centrocampo completata da Maresca e Barreto. Solito copione tattico anche nel nuovo Cagliari targato Zola. L’ex numero 10 rossoblù dà continuità al 4-3-3 di Zeman e in attacco, privo degli indisponibili Ibarbo e Sau, fa leva sulla voglia di riscatto di Longo, punto di riferimento centrale del tridente composto anche da Farias e Cossu.
Una provvidenziale chiusura di Munoz su Longo inaugura la galleria di emozioni del match. Una gara che, già dopo dieci minuti, è incanalata sui binari rosanero grazie al doppio vantaggio firmato Morganella-Munoz. L’esterno svizzero sblocca il risultato al 6′, con la complicità del portiere Colombi, sfruttando un cross del suo dirimpettaio Lazaar con una conclusione di esterno destro sporcata da Crisetig. Il raddoppio arriva tre minuti dopo con il difensore argentino che, su una punizione calciata da Lazaar, supera il portiere rossoblù con una deviazione di petto. Il doppio schiaffo disorienta gli uomini di Zola che, nonostante il colpo subito, non si disuniscono andando alla ricerca di un episodio che possa rimetterli in carreggiata. E i sardi si affacciano con pericolosità in area avversaria come dimostrano gli interventi provvidenziali di Sorrentino su una carambola di Rossettini e al 25′ su un diagonale di Longo prima dell’errore a porta sguarnita di Farias.
L’asse del match, in ogni caso, resta totalmente dalla parte dei padroni di casa, in superiorità numerica dal 33′ per l’espulsione di Conti per somma di ammonizioni. I sardi continuano a manovrare con linearità ma gli equilibri sui quali poggia la struttura rossoblù sono piuttosto fragili. Clamorosi gli errori in fase difensiva degli uomini di Zola, completamente in tilt ogni volta che i rosa spingono sull’acceleratore innescando le ripartenze degli attaccanti rosanero. Sugli scudi Dybala che, dopo avere sprecato alla mezzora una buona occasione a tu per tu con Colombi, si ricatta immediatamente trasformando un calcio di rigore da lui stesso procurato (punito l’intervento falloso del numero 1 rossoblù in uscita sull’argentino). Al festival del gol vuole partecipare anche Vazquez pericoloso, a distanza di nove minuti, prima con un potente tracciante dalla distanza che sfiora l’incrocio dei pali e poi con una volée di sinistro su un cross di Lazaar che non inquadra lo specchio della porta.
Dopo l’intervallo Zola prova a scuotere la sua squadra e presenta due novità (Joao Pedro, ex di turno, prende il posto di Cossu e Dessena subentra a Crisetig). La trama della partita, però, è già delineata. Non cambia la struttura di un copione gestito senza patemi dagli uomini di Iachini. Un tiro a lato di Farias, propiziato al 20′ da una sbavatura di Feddal, è un potenziale acuto rossoblù in mezzo ad un monologo rosanero. Il Palermo rallenta per un po’ il ritmo ma quando torna a premere il piede sull’acceleratore sono dolori per i sardi. In evidenza, come da copione, Dybala. Il talento argentino va vicino al gol al culmine di un’accelerazione e al 27′ cala il poker battendo Colombi da distanza ravvicinata grazie ad un passaggio smarcante di Vazquez. I rosa (con Belotti al posto di Dybala al quale Iachini concede la standing-ovation del pubblico del Barbera) chiudono in trionfo e al 40′ trovano anche il quinto gol grazie a Barreto che fulmina l’estremo difensore avversario con una potente conclusione di destro da fuori area.