Sarà inaugurata domani e custodirà un corpus di cinquecento libri sull'arte contemporanea e la natura. Sarà fornita di una sala lettura con mobili realizzati apposta da Planeta, un'istallazione artistica di Mario Merz e la prima mostra delle quattro previste: il video d'arte dal titolo The Great Silence
Radiceterna, nasce una biblioteca all’Orto Botanico «Per lasciare qui qualcosa che rimanesse nel tempo»
«Se la forma scompare la sua radice è eterna». Da domani ci sarà questa scritta ad accogliere i visitatori dell’Orto Botanico di Palermo, un’istallazione artistica di Mario Merz, artista italiano morto nel 2003, che negli anni sessanta fu uno dei primi artisti a cercare e indagare la stretta connessione tra arte e natura. Domani alle 18 l’Associazione Culturale Radiceterna Arte e Ambiente, in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo (SiMuA) dell’Università di Palermo, inaugurano all’Orto Botanico uno dei progetti collaterali di Manifesta che prevede una biblioteca permanente di circa 500 libri, anche questi legati ai temi dell’arte contemporanea e della natura, un numero destinato ad aumentare grazie alle donazioni che già oggi stanno ricevendo. Ci sarà anche una sala lettura con dei mobili realizzati appositamente grazie a Planeta, che ha finanziato gli arredi e messo a disposizione delle maestranze specializzate. Il nume tutelare dell’iniziativa sarà proprio Mario Merz.
Un progetto a cura di Valentina Bruschi, Ignazio Mortellaro, Eveline Wüthrich e Vittorio Rappa. L’obiettivo è quello di offrire agli studenti e ai fruitori dell’istituzione un luogo per l’approfondimento e la riflessione sulle tematiche dell’arte e della natura. Il titolo del progetto, Radiceterna, fa riferimento all’opera significativa dell’artista Mario Merz, ispirata dai versi del poeta persiano del XIII secolo, Gialal al-Din Rumi, installata all’esterno del Calidarium, come progetto speciale realizzato in collaborazione con la Fondazione Merz. Sempre domani sarà presentata la prima delle quattro istallazioni artistiche che si susseguiranno fino ad ottobre.
«Volevamo lasciare a Palermo qualcosa che rimanesse nel tempo – spiega la curatrice Valentina Bruschi – per questo abbiamo pensato ad una biblioteca di libri d’arte contemporanea in connessione con la natura e l’ambiente. Anche Planeta, in collaborazione con la fondazione Merz di Torino, domani presenterà una nuova etichetta dedicata proprio al grande artista che riporterà la famosa frase dell’istallazione, Se la forma scompare la sua radice è eterna, che è stata anche esposta alla biennale di Venezia. I libri nella biblioteca erano 400, già l’università di Palermo e l’assessorato regionale alle Foreste ci hanno fatto le prime donazioni, contiamo molto anche su Una Marina di Libri e sui privati».
La prima mostra, alla quale ne seguiranno altre, prende spunto dal Libro di Plinio sul tema Astronomia e Meterologia degli artisti contemporanei Allora & Calzadilla. In occasione dell’inaugurazione della biblioteca al Calidarium, Radiceterna presenta il video The Great Silence, a cura di Valentina Bruschi e Ignazio Mortellaro. Per il video d’arte esposto in mostra, gli artisti hanno collaborato con lo scrittore di fantascienza Ted Chaing ad un testo che appare nei sottotitoli, sotto forma del racconto di un pappagallo di una specie in via di estinzione (Amazona vittata) che abita la foresta di Rio Abajo, a Portorico, dove è stato posto Arecibo, il radiotelescopio a singola apertura più grande del mondo. Mentre Arecibo trasmette e cattura onde radio da e per lo spazio più remoto, le immagini del film scorrono con i commenti del pappagallo sulla ricerca di forme d’intelligenza extraterrestre, e usa la metafora dell’apprendimento vocale – comune ai pappagalli e agli uomini – come elemento di riflessione sul suono prodotto dalle vibrazioni captate dal radiotelescopio, che gli astronomi chiamano radiazione cosmica di fondo. Un’opera che riprende il paradosso di Fermi.
Una sorpresa per il pubblico del video a Palermo che passeggia per l’Orto Botanico abitato ormai da anni da numerose specie di pappagalli, fuggiti dalla cattività, che hanno trovato un clima accattivante e rifugio nei tronchi cavi degli alberi, favorendo la loro riproduzione. Si tratta di due specie alloctone, originarie di Africa e Asia: parrocchetto dal collare e inseparabile facciarossa. Una migrazione di volatili che richiama quella delle piante che abitano l’Orto Botanico, principale ispirazione per Manifesta 12 che sviluppa l’idea di giardino planetario, esplorando la capacità di aggregare le differenze e generare vita da tutti i movimenti e flussi migratori, come affermato nel concept della biennale.