Una grande folla di avvocati che però dovranno aggiornarsi nuovamente mercoledì prossimo. Salta per il momento l’autopsia sul corpo di Valentina. La mamma di 32 anni deceduta nella tarda mattinata di domenica scorsa all’ospedale Cannizzaro insieme ai due gemelli che portava in grembo da cinque mesi. L’esame disposto dalla procura di Catania, che sul caso ha aperto un’inchiesta, era inizialmente previsto per oggi. Il rinvio, dopo un breve confronto tra avvocati e magistrati negli uffici giudiziari di via Francesco Crispi, si è concluso con un nulla di fatto perché non si è riusciti a trovare tutti i consulenti da affiancare a ogni indagato. Al momento infatti le persone sotto la lente d’ingrandimento del titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Fabio Saponara, sono 12. Praticamente quasi l’intero reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Cannizzaro. Un atto dovuto, quello dell’iscrizione nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo, per dare a tutti la possibilità di difendersi durante l’esame autoptico.
Tra i legali presenti nei corridoi del primo piano degli uffici dell’ex pretura anche l’avvocato Salvatore Catania Milluzzo. Che, per conto della famiglia della vittima, si è occupato di presentare la denuncia. Fin dal primo momento, quando questo giornale ha pubblicato la notizia, ha spiegato che l’obiettivo è quello di «verificare eventuali negligenze da parte dei medici». La scena però negli ultimi due giorni è stata catturata da una frase contenuta nell’esposto ed emersa solo successivamente. Domenica scorsa, giorno del decesso della donna di Palagonia, un camice bianco avrebbe detto: «Sono un obiettore. Fino a che è vivo io non intervengo». Parole smentite dai vertici dell’ospedale ieri durante una conferenza stampa ma che vengono confermate anche oggi dall’avvocato Milluzzo: «Il padre giura di averle sentite», racconta a MeridioNews.
Nonostante per il primario di Ginecologia Paolo Scollo sia stato fatto tutto il possibile per salvare la vita della mamma, per la famiglia i fatti racconterebbero una storia diversa. «La donna domenica è stata a lungo lasciata da sola e nella settimana precedente non sono state fatte ecografie ed ecocardio», conclude il legale. Una mancanza che per Catania Milluzzo avrebbe causato l’aggravarsi del quadro clinico. Adesso, nonostante la folla di medici indagati, bisognerà verificare chi si è occupato della paziente durante il periodo in cui è stata in cura al Cannizzaro. Dal 29 settembre al momento del decesso, le 13.45 del 16 ottobre. Stando a quanto riferito dal Cannizzaro la morte sarebbe avvenuta per una «sepsi emorragica diffusa». Intanto oggi si è ufficialmente insediata la task force del ministero della Salute. Gli ispettori saranno chiamati a effettuare alcune verifiche all’interno dell’ospedale catanese.
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