A più di 78 anni dalla misteriosa sparizione, le scoperte del giovane studioso restano attuali per le ricerche d'avanguardia: «Le sue leggi sono applicate alle nanotecnologie», spiega Corrado Spinella del Cnr. Nel panorama scientifico mondiale «se non fosse sparito avrebbe raggiunto Enrico Fermi»
Majorana, un nuovo film sul fisico etneo scomparso «Una rockstar internazionale ritirata troppo presto»
Ettore Majorana non è stato dimenticato. Superati 78 anni da quando si persero le tracce del fisico catanese, i suoi risultati scientifici continuano ad aiutare la ricerca, la sua figura ispira i giovani studiosi (e non solo), e il mistero che resta attorno alla sua sparizione viene raccontato da un nuovo film documentario. «Per la scienza è stato come una rockstar, scomparsa troppo presto», dice a MeridioNews Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del Consiglio nazionale delle ricerche.
La sala del cinema King di Catania era piena per la proiezione, la scorsa settimana, di Nessuno mi troverà – Majorana Memorandum. C’erano soprattutto professori, studenti e rappresentanti del mondo della ricerca. «Alcuni colleghi mi hanno confessato di essersi avvicinati alla fisica teorica dopo avere letto la sua biografia, scritta da Leonardo Sciascia», confida Spinella, che – incaricato dal Cnr – ha avuto il compito di accompagnare la visione della pellicola con alcuni approfondimenti sull’opera di Majorana.
Il film, diretto da Egidio Eronico, ne fa emergere lo spirito «visionario, capace di percepire gli aspetti straordinari della natura – commenta il professore del Cnr – Le leggi di Majorana sono essenziali ed eleganti come un bel vestito: pieno di simmetrie e armonico nelle proporzioni». E, come accade per una stella della musica rock che lascia il palco ancora giovane, tra i fan «le sue ricerche restano come delle canzoni evergreen. Ma c’è pure tanto rammarico per quel che di altro avrebbe potuto fare».
Giovane laureato 23enne, il fisico catanese collaborò alla ricerca sul nucleare. Alcune delle intuizioni da lui avute, racchiuse nelle leggi che prendono il suo nome, a più di 80 anni di distanza dalla prima scrittura restano oggi il riferimento per gli studi d’avanguardia, come quelli sulle nanotecnologie: «Nel corso della sperimentazione, è stato scoperto che in certi materiali il trasporto elettrico obbedisce al modello scoperto da Majorana», per esempio.
Nel documentario sono state approfondite le circostanze che nel 1938 avrebbero portato lo scienziato, allora 31enne, ad allontanarsi. «Di certo ha avuto motivazioni personali valide – sostiene Spinella – non solo riguardanti le relazioni di lavoro». Uno studioso schivo e geniale immerso in un ambiente, quello della ricerca scientifica, da sempre molto competitivo: «Bisogna gestire le rivalità, cercare di imporre le proprie idee, dimostrare di essere più avanti nella corsa alla soluzione».
Sono ancora numerosi i suoi studi che, interrotti dopo il presunto suicidio – a bordo del traghetto che da Palermo lo portava a Napoli -, attendono le dovute verifiche. «Cosa abbia fatto dopo la sua scomparsa – commenta lo studioso del Cnr – nessuno lo sa. Ma ha lasciato alla scienza delle sfide complicatissime». Gli spunti proposti e i risultati ottenuti fanno di Majorana «uno scienziato straordinario di livello mondiale», e in prospettiva l’avrebbero potuto portare «alla pari con Enrico Fermi».