Si nascondeva all’interno di una intercapedine, celata da una finta parete decorativa montata su un sistema di chiusura basculante, ricavata tra il tetto e il vano scala. E qui lo hanno trovato gli uomini della squadra mobile ieri sera. Dopo una latitanza durata più di un anno è stato arrestato il boss Giovanni De Luca. L’uomo era irreperibile dal 7 ottobre dello scorso anno. Dopo che nei suoi confronti era stata disposta la sospensione della misura della semilibertà, concessagli a suo tempo dal tribunale di sorveglianza di Messina, De Luca era ricercato perché destinatario di una misura cautelare nell’ambito dell’ operazione Flower, in cui emerse una pericolosa cellula della criminalità locale.
Tra i reati contestati ci sono estorsioni, rapina e sequestro di persona, tutti aggravati dal fatto di essere stati commessi con metodo mafioso. Nel mirino del gruppo erano finiti i titolari di locali notturni e oltre ad ad alcuni esercenti del capoluogo peloritano. Durante le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, era emersa l’imposizione «ai responsabili della sicurezza e ai titolari di pubblici esercizi, la corresponsione di somme di denaro per l’assunzione di personale addetto alla vigilanza, tentando addirittura, in alcuni casi, di estromettere la concorrenza e gestire così, in totale autonomia, il redditizio settore dei presidi di sicurezza presso lidi, discoteche, locali notturni ed altro» si legge nella nota diffusa dalla questura.
Le indagini, attraverso intercettazioni di comunicazioni telefoniche ed ambientali, servizi tecnico-dinamici sul territorio ed analisi di tabulati di traffico telefonico, hanno consentito ai poliziotti di accertare come De Luca avesse trovato rifugio nel circondario del Villaggio Santo. In particolare in una delle abitazioni che sorgono nel dedalo di stradine che caratterizza la zona.
Fin dal tardo pomeriggio di ieri hanno cinturato l’intera zona. Subito dopo sono scattate perquisizioni mirate. E intorno alle 22, nell’abitazione di Elena Micalizzi è stato scovato proprio De Luca. Per la donna è scattata l’accusa di favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose. All’interno dell’intercapedine è stato catturato il latitante che, vistosi braccato dagli investigatori, altro non ha potuto fare che arrendersi.
Numerose tracce della sua presenza erano presenti nell’abitazione-covo. Come indumenti, calzature maschili e farmaci. De Luca ha tentato, fino all’ultimo, di rimanere nascosto, ma la morsa dei poliziotti, ormai certi di essere vicinissimi alla sua cattura, non si è mai affievolita, al punto che, con l’aiuto dei vigili del fuoco, gli investigatori sono saliti sulla terrazza dell’abitazione scorgendo una piccolissima presa d’aria che consentiva al latitante di respirare all’interno dell’ingegnoso nascondiglio.
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