Mafia in Canada, ‘ndrangheta alla riscossa

L’omicidio del Godfather Nick Rizzuto senior, il Patriarca del clan Rizzuto, a seguire quello, del 28 dicembre 2009, del nipote Nick Rizzuto jr, detto l’erede, figlio del potente Padrino Vito Rizzuto, è il segnale che è scoppiata la guerra di mafia in Canada. Il 10 novembre 2010, dopo una la lunga serie di omicidi ai danni del clan Rizzuto, è stato ucciso a colpi di pistola nella sua abitazione, a Montréal, in Avenue Antoine Berthelet (Cartierville, dimora di diversi mafiosi e criminali), Nick Rizzuto mentre si trovava nella sua cucina. Un agguato, quest’ultimo, che ha segnato profondamente le sorti del clan siciliano in Canada.
L’assassinio sarebbe avvenuto anche a causa del carisma del Patriarca, capace di poter riassestare il clan della ‘Sesta Famiglia’ dalla crisi di potere degli ultimi anni e ridargli nuovo smalto dopo dall’arresto di suo figlio Vito Rizzuto, detto “Vic”. Per la polizia di Montréal, infatti, si tratta di guerra tra mafie che vede contrapposte le ‘ndrine calabresi e la famiglia Rizzuto, entrambe filiazione dei Bonanno di New York. E’ stato il vice-capo della polizia di Montréal, Jacques Robinette, nel corso di una conferenza stampa, a rompere gli indugi. Nick junior, ucciso lo scorso dicembre, sarebbe la prima vittima illustre dello scontro in atto.
Messe da parte le piste fino ad ora seguite dalla polizia, l’indice viene puntato contro i calabresi. Regolamento di conti, spiega Robinette, la vendetta per l’omicidio, nel 1978, del reggente della famiglia Bonanno, a Montréal, Paul Violi, calabrese.

Il clan Rizzuto e la ‘Sesta famiglia’
Tutti made in Rizzuto: Nick, Vito e Nick junior. Il patriarca, il padrino e l’erede. Passato, presente e futuro della famiglia Rizzuto di Montreal, Canada. La ‘Sesta famiglia’ che ha avuto l’ambizione, e per un momento c’è anche riuscita, di imporre la propria legge sul Canada. Vito, il boss carismatico, l’unico dei tre ancora in vita, che ha aumentato il potere delle famiglie siciliane a Montréal estromettendo i calabresi che, per conto e su incarico dei Bonanno di New York, controllavano la regione del Quebec. Vito Rizzuto ritornerà in circolazione il prossimo anno. Dal 2004 si trova, infatti, in una prigione in Colorado dove sta scontando dieci anni per contrabbando e per il suo ruolo nell’eliminazione di tre membri del clan Bonanno. Riuscì a farsi riconoscere boss di Montreal mettendo d’accordo varie famiglia mafiose, delinquenti comuni, i criminali irlandesi e colombiani e la banda di motociclisti degli Hell’s Angels.
Il figlio Nick Junior, come già ricordato, è stato ucciso nel dicembre 2009 e nel novembre 2010 è toccata la stessa sorte al vecchio patriarca Nick, 86enne. I due se ne sono andati in una bara d’oro che tanto ha fatto discutere, seguiti da una processione di centinaia di persone malgrado la presenza palese di Cia, Fbi, Criminalpool e via continuando.
Il potere dei Rizzuto sembra ormai al tramonto, segnato dalla profonda crisi di ‘cosa nostra’ negli States, decimata dagli arresti, dalle rivelazioni dei pentiti. E, naturalmente, dalla concorrenza. Una concorrenza tutta italiana. Le ‘ndrine calabresi, inserite nel territorio del Nord America dalla mafia siciliana (famiglia Bonanno di New York), da tempo hanno soppiantato ‘cosa nostra’, accreditandosi come il “futuro” del crimine organizzato. Un futuro che i Rizzuto hanno cercato di contrastare.

L’ascesa dei calabresi oltreoceano
Il Quebec ha visto quindi, fino agli anni ’70, la proficua collaborazione tra ‘cosa nostra’ e la ‘ndrangheta. Numerosi boss calabresi sono entrati a far parte di ‘cosa nostra’ americana. La stessa scelta fatta, in altri contesti americani, da Frank Costello di Lauropoli, che divenne consigliori di Lucky Luciano e reggente della famiglia dello stesso Luciano a New York; o da Albert Anastasia di Tropea, che ebbe un ruolo di rilievo nella famiglia Mangano di New York. Tuttavia, i buoni rapporti tra siciliani e calabresi in Canada degenerano quando, proprio a Montréal, i siciliani cercarono di prendere il controllo della famiglia.
Nick Rizzuto senior e il figlio Vito, alleati delle famiglie siciliane originarie dell’Agrigentino, riescono a screditare la leadership di Paul Violi e, dopo averlo eliminato, assumono il controllo della famiglia. Dalla seconda metà degli anni ’70 i Rizzuto di Montréal daranno vita alla ‘Sesta famiglia’, formalmente longa manus dei Bonanno di New York in Canada, ma effettivamente del tutto indipendente.

La ‘ndrangheta, holding economica d’America
Accumulando denaro e potere, la ‘ndrangheta si è trasformata in una holding economica criminale. «Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 – si legge sulla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia del 2008 – i capi delle ‘ndrine calabresi che avevano a disposizione remoti canali di contatto con i produttori e gli intermediari sudamericani hanno preso direttamente in mano il nuovo business compiendo un salto di qualità, per passare da un ruolo di tradizionale smercio di ingenti partite di droga (…) a quello del diretto approvvigionamento presso i produttori colombiani e boliviani». La Dda ha calcolato, nella relazione del 2008, in 44 miliardi di euro il fatturato annuo della ‘ndrangheta, di cui 27 miliardi di utili derivanti dal traffico di droga.
Una potenza economica globale che «si adatta, si modella e si inserisce a livello mondiale, laddove trova le condizioni favorevoli per farlo e, dove non le trova, le crea». Il predominio dei calabresi sul traffico di cocaina è confermato dall’ultima relazione della Dna che conferma il «ruolo della ‘ndrangheta quale leader europeo nel traffico di cocaina; tale preminenza è ulteriormente confermata dal sequestro di ingenti quantità di stupefacenti e dai comprovati rapporti negoziali illeciti con potenti organizzazioni straniere africane, sudamericane e statunitensi».

I “picciotti” d’Oltreoceano e la “Sesta Famiglia”.
Questa guerra vede coinvolta la comunità italiana di Calabria e di Sicilia in Canada. Sembrano storie di altri mondi e forse lo sono. Ma si tratta in fondo dei nostri connazionali all’estero e non possiamo certo disinteressarcene o disconoscere certi intrecci criminali che tengono ancora oggi sotto scacco la Sicilia e la Calabria. Infatti, tra l’Ontario, l’Alberta, il Quebec, la British Columbia e la Nuova Scotia vivono migliaia di italo-canadesi d’origine calabrese e siciliana. Una comunità unita e importante che ha pure esportato nel Nord America, ex aequo con la pasta e la pizza, il “modello mafioso meridionale ispirato a ‘cosa nostra’ e alla ‘Ndrangheta”.
Per lungo tempo in Canada hanno comandato i calabresi, attraverso il superboss, originario di Mammola, Vic Cotroni, cui successe Paul Violi, nato a Sinopoli, e “compare” del capobastone di Siderno, Antonio Macrì, detto il “boss dei due mondi”.
Paul Violi, nel 1978, viene assassinato dai siciliani guidati dal padrino Nick Rizzuto, alleato dei Cuntrera e dei Caruana di Siculiana, provincia di Agrigento, con basi e interessi in Venezuela. Eliminati dalla scena Paul Violi – alleato, in Calabria negli anni ’70, di Saro Mammoliti di Castellace – ed i suoi due fratelli, Francesco e Rocco, Nick Rizzuto senior diventerà il “capo dei capi” in Canada. Ai Bonanno di New York che favoriranno la sua ascesa, il padrino offrirà il figlio e delfino, Vito, come Killer per ammazzare tre componenti della storica “famiglia” mafiosa statunitense (fondata nel 1930 da Joe “Bananas” Bonanno) che stavano tentando di dar vita ad una scissione interna.
Vito, detto “Vic”, il cinque maggio 1981, partecipa infatti all’uccisione, compiuta in un angusto club di Brooklyn, di Sonny Red, Philly Lucky e Big Trinny, condannati a morte perché troppo “autonomi” e irrispettosi. La volontà e il coraggio mostrati dal “compare” siculo-canadese convincono nell’occasione gli “americani” d’aver fatto bene a scaricare Paul Violi e favorire i Rizzuto.
Il dominio della “Sesta famiglia” – così è stata definita dal Bureau americano (Fbi) – “riconosciuta dalle cinque consorterie gemelle americane”, rimarrà per trent’anni quasi incontrastato. Il padrino, Nick, ha poi nel tempo ceduto lo scettro di comando al figlio, Vic, ed al genero Paolo Renda, marito della figlia, Maria, affiancati da Agostino Cuntrera, cugino dei “venezuelani”. E tutto è filato liscio sino all’arresto del temuto e rispettato Vic, ordinato nel 2004 dalle autorità americane.

L’eliminazione di Nick Rizzuto , Paolo Renda e Agostino Cuntrera
La forzata uscita di scena del “boss dei boss dei due mondi” ha facilitato l’offensiva di vecchi e nuovi nemici. Il 30 dicembre del 2009, infatti, è stato massacrato a Montreal il suo unico figlio maschio ed erede, Nick junior, poi sepolto in pompa magna all’interno di una bara tutta d’oro. Il 20 maggio del 2010 è scomparso per lupara bianca Paolo Renda, cognato settantenne di Rizzuto e amministratore delle finanze della “famiglia”. La sua auto è stata ritrovata dalla polizia canadese con i finestrini ancora aperti nella zona di Cartierville, a Montreal. Il successivo 30 giugno, nel quartiere italiano della metropoli d’Oltreoceano, a Saint Leonard, è stato infine assassinato, insieme con una guardia del corpo, Agostino Cuntrera, 66 anni, originario di Siculiana, e “reggente” della “Sesta famiglia”. A novembre dello scorso anno è toccato al vecchio padrino ottantaseienne Nick Rizzuto.

La meteora di Sal “Ironworker” padrino dei Bonanno
Qualcuno ha sostenuto che la progressiva distruzione dei Rizzuto sia coincisa con l’arrivo in Canada di Salvatore Montagna, detto “Sal” o “IronWorker”, padrino dei Bonanno, e originario di Castellammare del Golfo, espulso dagli Stati Uniti nel 2009 perché accusato di immigrazione clandestina. I rapporti tra i Bonanno ed i Rizzuto erano incrinati da tempo, da quando cioè Joe Massino, capo della famiglia newyorchese e ora collaboratore di giustizia, ordinò l’omicidio di Gerlando Sciascia, trait d’union tra Montreal e New York. Da allora la “Sesta famiglia”, cui Sciascia era legatissimo, aveva tagliato i ponti con i vecchi alleati statunitensi.
Ma c’è dell’altro. Le ‘ndrine della Locride – quelle un tempo fedeli a don Antonio Macrì, storico alleato di Vic Cotroni e Paul Violi – vorrebbero sostituire i Rizzuto nell’approvvigionamento della cocaina in Nordamerica, riaffermando il dominio calabrese in Canada. Un dominio “benedetto” da Montagna che, tuttavia, ha finito col pagare le sue scelte con la vita. Il 25 novembre 2011 scorso Sal, chiamato da amici e nemici “Ironworker”, è stato assassinato a colpi di pistola e gettato in un fiume ghiacciatogno di disprezzo. La morte del “godfather” dei Bonanno – tornato nella terra delle Giubbe Rosse per riaffermare il primato della storica “famiglia” newyorchese cominciato alla fine degli anni ‘50 con l’arrivo a Montreal di Carmine Galante, braccio destro di Joe “Bananas” – potrebbe segnare la riscossa della “Sesta famiglia” ormai stanca di subire lutti e vendette. Se così fosse è prevedibile che il numero di morti ammazzati a Toronto, Montreal, Ottawa e Vancouver sarà vertiginoso.

Guerra per vendetta ?
Il perché la ‘ndrangheta ha deciso di vendicarsi dopo 32 anni resta un mistero. Non è chiaro se si tratta effettivamente di vendetta per l’omicidio, nel 1978, del reggente della famiglia Bonanno a Montréal, il calabrese Paul Violi, oppure di una scusa per disfarsi di avversari ingombranti come i Rizzuto. Dall’omicidio del mafioso Paul Violi molto è cambiato nello scenario internazionale dei traffici di droga, e molto altro negli equilibri tra le mafie in Canada.
Con lo strategico controllo di Montréal, i Rizzuto sono diventati tra i protagonisti nel traffico internazionale di eroina proveniente dalla Sicilia e diretta verso gli Stati Uniti. Anche se capaci di diversificare le proprie attività illecite, interessandosi alla cocaina, l’eroina è la stata la base del potere della ‘Sesta famiglia’ in Canada. I cambiamenti del ‘mercato’ della droga e la centralità assunta dalla cocaina hanno indebolito i Rizzuto, così come tutte le altre famiglie di ‘cosa nostra’ sia negli Stati Uniti, sia in Sicilia. Favorendo, al contrario, la ‘ndrangheta calabrese che, nel giro di poco tempo, è riuscita ad imporsi come broker internazionale della polvere bianca.

Tutta colpa della polvere bianca!
La potente ‘ndrangheta ha quindi deciso di regolare i conti con i siciliani, non tanto e non soltanto per vendicarsi dell’omicidio di Paul Violi, quanto per mettere le mani sulla piazza di Montréal, la porta d’accesso agli Stati Uniti. Se i calabresi sono stati estromessi dai Rizzuto dal Quebec, hanno mantenuto il controllo di un’altra piazza importante: Toronto. Le cosche operative nella regione sono originarie della costa jonica: Siderno, Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Ionica, federate nel passato nel cosiddetto “Siderno Group”, una sorta di “commissione” per la spartizione dei traffici e delle aree di influenza.
Secondo la Commissione antimafia, “il Canada è come la Calabria , le famiglie si sono spartite il territorio esattamente come hanno fatto dividendosi le diverse aree di competenza tra Ionio, Tirreno e città di Reggio Calabria “. Il “Siderno Group” ha inserito le famiglie calabresi del Canada nel grande business del narcotraffico. Basti pensare agli arresti eccellenti compiuti proprio a Toronto. Nel 2005 l’operazione Siderno Group ha portato all’arresto di Antonio Commisso, ritenuto dalla Commissione antimafia il «capo indiscusso del clan accusato di aver gestito il traffico di droga in Canada, Stati Uniti e Australia e ritenuto la proiezione economica della sua famiglia in terra nordamericana».
Nel 2008, sempre a Toronto, è stato arrestato Giuseppe Coluccio boss della cosca Coluccio – Aquino di Marina di Gioiosa Jonica, in seguito all’operazione Nostromo coordinata dalla Dda italiana. Coluccio, considerato uno tra i più importanti broker del traffico di cocaina, gestiva la compravendita di grossi carichi di droga, trattando di persona con i narcotrafficanti latinoamericani. Coluccio a Toronto era in affari con Giuseppe Cuntrera, figlio di Pasquale boss della famiglia Cuntrera-Caruana, storici e grandi alleati dei Rizzuto. La presenza agguerrita e minacciosa delle ‘ndrine calabresi in Canada è la sfida che la “Sesta famiglia” dovrà affrontare nell’immediato. Una lotta per la sopravvivenza di una famiglia di ‘cosa nostra’ che rischia di disgregarsi per l’ondata di arresti che ne ha azzerato la leadership.

Il padrino Vic Rizzuto e il ponte sullo Stretto
Alla fine resta sempre il padrino Vic Rizzuto quale risorsa della ‘Sesta Famiglia’ e delle sue speranze di vincere l’attuale guerra di mafia contro la ‘Ndrangheta. Una lotta per la sopravvivenza di una famiglia che rischia di disgregarsi per l’ondata di arresti che ne ha azzerato la leadership. Il Padrino, Vic, pur essendo detenuto negli Usa, è ancora in grado di comandare. Gl’investigatori americani e canadesi lo descrivono come un gran ragionatore. È spietato, ma usa il cervello e gode d’un forte carisma sui superstiti della ‘Sesta famiglia’.
Quanto fosse intelligente e vocato agli affari lo capirono pure gl’inquirenti italiani nel 2004, quando tentò addirittura di riciclare nel nostro Paese cinque miliardi di dollari, infiltrandosi (senza successo) nelle procedure d’appalto avviate per la costruzione del ponte sullo Stretto. L’iniziativa, sventata dalla Dia di Roma, gli costò un mandato di cattura internazionale.
Siamo quindi alle prime battute di una battaglia per il controllo del narcotraffico dall’Europa verso il Canada e gli Stati Uniti che si preannuncia densa di colpi di scena e di un numero di morti ammazzati, tra le città di Toronto, Montreal, Ottawa e Vancouver, destinato a crescere vertiginosamente.

 

Virginia Di Leo

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