Mafia e Covid19: Santapaola resta dietro le sbarre Arriva il via libera per il reggente del clan Toscano

Una notizia che non passa inosservata: «Nitto Santapaola attende di uscire dal carcere». Il capo di Cosa nostra a Catania, 83 anni detenuto nel carcere di Milano-Opera al 41bis, dopo 27 anni dietro le sbarre sarebbe pronto a rientrare a casa in regime di detenzione domiciliare? Al momento si tratta però di uno scenario improbabile. 

Il caso nasce da un passaggio contenuto in un articolo pubblicato sul sito dell’Espresso. Lo stesso in cui viene citato un documento, datato 21 marzo, inviato dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria a tutti i direttori delle carceri italiane. Obiettivo quello di avere una lista dei detenuti affetti da alcune patologie e con più di 70 anni d’età. Compresi coloro che si trovano al 41bis o in regime di alta sicurezza, cioè quello tradizionalmente dedicato agli appartenenti alla criminalità organizzata. Tutto per riuscire a fronteggiare l’emergenza Covid-19 e le possibili diffusioni del virus dietro le sbarre.

Queste le basi di quella che, giorno dopo giorno, potrebbe diventare la più grossa dismissione di mafiosi nella storia della Repubblica. Anche perché in quell’elenco ci sono personaggi del calibro di Leoluca Bagarella, Piddu Madonia, Salvatore Lo Piccolo e lo stesso Santapaola. Altri, come Francesco Bonura, il carcere lo hanno già lasciato, passando ai domiciliari. Passaggio fondamentale è la presentazione al tribunale di sorveglianza di un’istanza di scarcerazione per incompatibilità dello stato di salute del detenuto con il regime carcerario. A farlo può essere l’avvocato ma anche il diretto interessato.

Al momento, secondo alcune verifiche in ambienti giudiziarie fatte da MeridioNews, Santapaola non ha presentato direttamente richiesta. Per l’anziano padrino, diabetico da una vita e con diverse patologie, non si è mosso nemmeno il suo avvocato Carmelo Calì. Stesso discorso per i legali che lo hanno assistito negli anni: Pino Napoli e Giuseppe e Francesco Strano Tagliareni. A farlo invece, secondo quanto riportato da LiveSicilia, è stato Lorenzo Gatto, iscritto al foro di Reggio Calabria. Protagonista nel 2000 di una battaglia sullo stato di salute di Santapaola dopo un ricovero coatto all’ospedale civile di Parma. L’istanza presentata da Gatto però è stata rigettata dal tribunale di sorveglianza. A tornare a casa da diversi giorni per l’emergenza coronavirus è stato invece il 71enne Placido Toscano, ritenuto il reggente dell’omonimo clan mafioso di Biancavilla collegato alla famiglia mafiosa di Cosa nostra dei Santapaola. L’uomo sarebbe stato messo agli arresti domiciliari.


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