Il patrimonio è riconducibile a Giacomo Maurizio Ieni, ritenuto dagli inquirenti un elemento di spicco del clan Pillera-Puntina. La disposizione, chiesta dalla procura etnea, rientra nell'ambito delle indagini successive all'arresto dell'uomo, avvenuto nel maggio 2006. Guarda il video
Mafia, confiscati beni per quattro milioni Sigilli anche alla nota discoteca Empire
Sequestrato e confiscato un patrimonio dal valore di circa quattro milioni di euro riconducibile a Giacomo Maurizio Ieni, ritenuto dagli inquirenti un capomafia del clan Pillera-Puntina. La misura di prevenzione ha riguardato due imprese individuali, diversi rapporti bancari, due immobili e la nota discoteca Empire. Il locale, secondo quanto emerso durante le indagini, era formalmente intestato a Domenico Di Bella, titolare del locale e della società che lo aveva in gestione. L’uomo è ritenuto una presunta testa di legno dietro cui si celerebbero in realtà gli interessi di Nuccio Ieni.
Gli investigatori hanno chiuso il cerchio analizzando i redditi dell’uomo e notando una netta sproporzione rispetto a quanto dichiarato. Di Bella avrebbe giustificato i suoi investimenti spiegando di aver ottenuto grosse vincite con il gioco del Lotto per una cifra vicina ai 300mila euro. A non convincere gli inquirenti sono state le intestazioni delle utenze ma anche la presenza in via Zolfatai, dove ha sede la discoteca, di un’altra società intestata però al figlio di Ieni.
Il provvedimento eseguito dagli uomini della polizia rientra nell’ambito delle indagini successive all’arresto di Ieni, avvenuto nel corso dell’operazione Atlantide del maggio 2006. Tre anni dopo, nel 2009, all’uomo era stato revocato il regime del 41 bis a causa di una diagnosi di depressione. Ieni, 58 anni, conosciuto con il soprannome di Martuffo, era stato posto ai domiciliari tra numerose polemiche. Una decisione successivamente revocata. Attualmente l’uomo, assolto in primo grado nel processo, è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per un periodo di tre anni e tre mesi.
«Nell’indagine Atlantide – spiega la magistrata Giovannella Scaminaci – è emerso un inabissamento totale da parte del clan Pillera-Puntina. Stiamo parlando di una mafia intelligente ed evoluta che s’inserisce nel settore sano dell’economia». Il processo, attualmente in secondo grado, dovrebbe andare a sentenza a breve. «La misura di prevenzione di oggi è molto importante – continua Scaminaci -, possiamo davvero parlare di mafia 2.0».
La discoteca Empire nelle ultime settimane ha stretto una collaborazione con il Comune di Catania e l’Accademia delle belle arti per l’avvio dell’iniziativa la Strada degli artisti, inaugurata sabato scorso alla presenza del sindaco Enzo Bianco, dell’assessore Orazio Licandro e del titolare del locale, ritratti in una foto rilanciata poi sulla pagina Facebook di Palazzo degli elefanti.
Nel frattempo, arriva la replica di Domenico Di Bella, firmata dall’avvocato Attilio Floresta: «Prendo atto del decreto di confisca che ha interessato lo storico locale Empire gestito da quarant’anni dalla famiglia Di Bella e rappresento che, pur nel dovuto rispetto della decisione del tribunale, il provvedimento non appare convincente in quanto il titolare Mimmo Di Bella ha fornito esaustivamente gli elementi giustificativi della piena proprietà del locale di intrattenimento». Si legge nella nota. Che continua: «La circostanza che il locale fosse riconducibile a un soggetto terzo e che nella gestione fossero confluiti capitali estranei alla compagine societaria non trova, a parere della difesa, riscontro nelle evidenze probatorie della procedura. È notorio a Catania l’impegno indefesso profuso da Mimmo Di Bella nella conduzione della discoteca fin dagli anni ’70, ed è conoscenza comune che la sua persona si identifica con il locale oggi sequestrato. Tutto ciò è stato azzerato da una decisione che si confida verrà riformata dalla competente corte d’Appello».