Lungomare liberato, male per i commercianti «Di mattina e fino alle 16 qui è un mortorio»

«Non è che noi non siamo propositivi, è che vogliamo che le iniziative siano sensate: si allarghi il marciapiede, si faccia la pista ciclabile, ma si lasci l’accesso alle macchine. Il parcheggio c’è. Invece così la gente è costretta a lasciare l’auto nel parcheggio dei Virlinzi». Tra i commercianti di viale Ruggero di Lauria e viale Artale Alagona non ce n’è uno che sia contento del lungomare liberato, l’iniziativa ieri al secondo appuntamento. Non ce n’è uno che non lamenti sostanziose perdite di denaro dovute all’impossibilità di accedere coi mezzi a motore al tratto di strada, lungo circa due chilometri e mezzo, compreso tra piazza Europa e piazza Mancini Battaglia.

«Di mattina e fino alle 17 qui è un mortorio», dice uno degli esercenti, che preferisce rimanere anonimo. E, nel frattempo, prende il cellulare e inizia a mostrare una galleria di foto: la strada è vuota, non ci sono passanti né ciclisti. «Perché non cambiare gli orari? Dalle 16 alle 20 l’isola pedonale potrebbe funzionare e andare bene anche per noi», continua. Lui ha perso, sostiene, il 40 per cento degli incassi: «È ovvio, no? Per mezza giornata non c’è nessuno». I proprietari del bar Ernesto di parlare coi giornalisti non ne vogliono neanche sapere. Vogliono incontrare direttamente il primo cittadino Enzo Bianco, senza intermediari. Hanno vietato le dichiarazioni alla stampa anche al personale. Qualcuno, però, una battuta se la lascia scappare: «Nel primo pomeriggio si poteva giocare a calcio in mezzo alla strada, non c’era un’anima».

Giuseppe Ternullo, gestore del Cafè de Paris, ironizza: «Se avessi un euro per tutti quelli che sono entrati a chiedere di usare il bagno o di avere un bicchiere d’acqua sarei ricco», dice. «Nelle ore più calde della giornata, di mattina e nel primo pomeriggio, non abbiamo visto clienti», racconta. E annuncia che ad agosto, se le cose non cambieranno, «la domenica in cui il lungomare sarà chiuso alle auto, io aprirò solo di pomeriggio, perché il resto del tempo è inutile». «La crisi c’è – afferma, sconsolato – se il sindaco ci mette la sua parte siamo messi malissimo». A suo avviso, per rendere il lungomare un’isola pedonale «decente» la strada da fare è ancora tanta: «Bagni chimici, fontanelle, attrazioni, eventi, concerti, comunicazione». E, aggiunge un altro commerciante, che pure lui chiede l’anonimato: «Qui c’è da guardarsi attorno e capire che le cose vanno fatte e vanno fatte bene – si accalora – Le bici, i pedoni, i monopattini, mi va bene tutto, ma la gente ha bisogno di incentivi per venire e restare qui. Invece il Comune cosa offre? Solo piazza Nettuno tutta transennata».

Luisa Santangelo

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