L’attivista veneto, che vive e lavora a Palermo dal 2012, era stato costretto in casa perché accusato di aver occupato nel 2003 un immobile sfitto da anni per un progetto di autorecupero e per il quale aveva richiesto l’affidamento sociale, mai concessogli. «Questo risultato lo devo anche ai concittadini»
Luca Casarini torna libero, tribunale sospende domiciliari «Ringrazio i palermitani, continuerò con le mie battaglie»
«Ho sempre denunciato l’arbitrarietà di quello che stava succedendo» dice a caldo a MeridioNews Luca Casarini, il noto attivista veneto condannato a tre mesi di arresti domiciliari con l’accusa di aver indebitamente occupato nel 2003 una casa sfitta da anni per un progetto di autorecupero e che adesso torna libero. Lo stesso tribunale che aveva deciso la misura cautelare ora si smentisce. «C’è una malattia nel nostro sistema – dice l’uomo – Quella di considerare sostanzialmente da un lato il dissenso sociale una specie di crimine e dall’altro la pena come un tentativo per nascondere i problemi sociali, che sono dietro a vicende come questa». Non si spiega ancora, Casarini, il rifiuto da parte delle autorità competenti di accogliere la sua iniziale richiesta per ottenere l’affidamento sociale della casa al centro della vicenda. «Il modo di intendere l’affidamento in prova e tutte quelle misure alternative che dovrebbero favorire il reinserimento delle persone è sbagliato, vengono molto spesso svilite da applicazioni punitive e questo è un problema che noi abbiamo e sul quale bisogna lavorare» dice ancora l’attivista.
«Per quanto riguarda me – aggiunge subito – io da libero continuo, non ho mai smesso, questa battaglia che riguarda non solo me ma tutti i cittadini». Rivolge un pensiero anche agli oltre mille palermitani, da Emma Dante a Davide Enia, Barbara Evola, Massimo Milani, Giusto Catania e ancora Matteo Di Gesù e molti altri, che si sono spesi in prima persona contro il provvedimento preso nei suoi confronti. «Non posso non avere un pensiero di ringraziamento per tutti i miei concittadini di Palermo, a partire dai più di mille che hanno firmato l’appello per me a quelli del mio quartiere, insomma tutta la gente che si è mobilitata e che ringrazio tantissimo, perché è anche grazie a loro che è successo quello che è successo».
Torna anche a scrivere sulla sua pagina Facebook, alla quale affida un lungo post liberatorio: «Ci siamo di nuovo. Alle 13.40 di oggi la Digos di Palermo, sezione Movimenti Politici, mi ha notificato il provvedimento di scarcerazione. Sono di nuovo libero. La mia detenzione è stata sospesa dallo stesso Tribunale di sorveglianza che l’aveva disposta un mese fa» scrive Casarini, che più avanti aggiunge: «L’assurdo e l’ingiusto di questa misura era anche il divieto assoluto di comunicazione con l’esterno. Ho presentato istanza al Tribunale di Sorveglianza di Palermo per poter scrivere su un blog, quindi senza interazioni con altri. Negato, perché in virtù di possibili contatti con la criminalità organizzata e non, della pericolosità sociale, bisogna contenere la personalità del reo – scrive, citando le stesse frasi che un mese fa gli erano state rivolte dalle autorità – Ora cari tutti voi che vigilate sulla mia pericolosità sociale e sui miei contatti con la mafia, vado a farmi un tuffo al mare con mio figlio più piccolo, che il caldo s’era fatto opprimente senza la meraviglia di Mondello».