Avevano trasformato l’angolo tra via Piombai e via delle Calcare in una sorta di Stato autonomo della droga a gestione familiare con tanto di finestra social targata Tik Tok. Un pezzo del quartiere San Cristoforo per mesi è stato in mano ad Alfio Giovanni Di Martino e al nipote 20enne Giuseppe. I due, con la complicità di pusher, vedette e l’ausilio di almeno due cani, avrebbero sfruttato un cortile interno, collegato con almeno altre quattro abitazioni, per concentrare i gruppi di acquirenti. In una giornata di lavoro, suddivisa in turni, i carabinieri hanno accertato la presenza di circa 100 clienti per un giro d’affari complessivo da migliaia di euro. Le immagini delle telecamere hanno documento come ogni giorno, intorno alle 17, un pusher raggiungeva un terrazzo per prelevare la droga in un nascondiglio ricavato in un muro.
La famiglia Di Martino, come messo nero su bianco nelle carte dell’inchiesta, non sarebbe arrivata per caso al vertice del gruppo criminale. Dalla loro peserebbe la parentela con i pregiudicati Massimo e Michele Vinciguerra, ritenuti dagli inquirenti inseriti nel clan mafioso dei Cappello-Bonaccorsi. Ad Alfio Giovanni Di Martino, insieme alla moglie Silvia Maugeri, sarebbe spettata la gestione del turno diurno. La donna, finita ai domiciliari, è stata immortalata anche mentre spacciava con il figlio in braccio. Al giovane nipote Giuseppe Di Martino, secondo gli inquirenti, sarebbe stata riservata l’organizzazione del turno notturno. Una gestione senza mezze misure con tanto di bastonatura a una vedetta ritenuta troppo distratta. L’episodio risale alla fine di luglio 2020 quando Di Martino viene ripreso dalle telecamere nascoste dei carabinieri mentre con un bastone colpisce Pietro Pulvirenti. Alcune persone cercano di sedare la lite e la vittima riesce a scappare a piedi mentre Di Martino lo insegue. Poco dopo i due tornato insieme a bordo di uno scooter e si nota Pulvirenti, zoppicante, che viene spinto dal 20enne all’interno di un’abitazione al civico 52 di via Piombai.
La bastonatura non è l’unico episodio di violenza. Gli altri passano per il profilo Tik Tok di Di Martino e di altri frequentatori della piazza di spaccio. Una sorta di finestra social su via Piombai. Il 22 luglio 2020, stesso giorno del pestaggio, viene pubblicato un post in cui una persona si tuffa in cumulo di spazzatura in via delle Calcare. In questo caso però più che una vendetta nei confronti di qualche dipendente della piazza di spaccio sembra di essere davanti a un vero e proprio atto di bullismo. Il protagonista del video secondo quanto ricostruito da MeridioNews è un disabile psichico molto noto in città. Lo stesso che, in un secondo video postato il 14 febbraio, viene ripreso mentre sbatte, tra le risate, ripetutamente testa contro una saracinesca in via Piombai. A pubblicare il filmato in questo caso è lo stesso Di Martino.
Tra i suoi post è possibile vedere simboli di forza, aggressività e altri dettagli che rimandano al nuovo modello social della criminalità. A partire dalla descrizione del profilo del 20enne con le parole «onore, rispetto e dignità». Il 21 aprile dello scorso anno Di Martino si fa riprendere mentre è seduto sul letto della camera da letto. In mano ha una mazzetta enorme di soldi e, con il sottofondo di una canzone che richiama al narcotrafficante Pablo Escobar, butta i contanti sul copriletto. La presenza online di uno dei capi piazza scorre anche per i post mentre canta canzoni neomelodiche e trap e per un filmato in cui è immortalato come comparsa di una video-clip di un cantante . C’è poi il valore dell’amicizia. Come quella celebrata con un post dedicato a Enzo Valenti, ucciso a 21 anni nel dicembre 2017, e quelli insieme a un ragazzo recentemente finito al centro delle cronache perché gambizzato nel quartiere Monte Po.
Oggi la giunta regionale, presieduta da Renato Schifani, ha approvato il bilancio di previsione e…
Nonostante la sentenza della Corte costituzionale si va avanti. All'Assemblea regionale siciliana (Ars) la maggioranza…
È stato scarcerato qualche giorno fa, ma la procura di Termini Imerese fa ricorso. Il…
Il giudice per l'udienza preliminare di Palermo Paolo Magro ha condannato a 11 anni e…
La diga Ancipa è sempre più vuota. Arriva la conferma definitiva che dal 15 novembre…
I carabinieri di Ribera, in provincia di Agrigento, indagano per risalire agli autori di una…