Lo ‘scivolone’ dell’assessore Di Betta

Un bizzarro comunicato diffuso ieri dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente, il ‘tecnico’ Sebastiano Di Betta, rilancia in modo consuso ed incerto il tema – che purtroppo in Sicilia è serissimo – della riforma urbanistica. Si legge nel comunicato dell’assessore: “Concordiamo con il ministro Clini quando dice che uno dei costi più alti per i danni al territorio è provocato dalle deroghe all’edilizia. E questo vale ancor di più in Sicilia, visto che se Clini parla della necessità di aggiornare la legge nazionale sull’urbanistica, nell’Isola la legislazione regionale che disciplina il settore risale al lontano 1978, con norme oggi assolutamente absolete. E’ necessario intanto ancorarci obbligatoriamente alla legislazione nazionale e per questo nell’immediato presenteremo una norma di un solo articolo per recepire in Sicilia la normativa nazionale”.

La cosa ci lascia un po’ di sasso perché, a nostra memoria, la legge urbanistica nazionale non è mai stata aggiornata. Quando abbiamo dei dubbi su tali argomenti ci rivolgiamo al professore Giuseppe Gangemi, docente di urbanistica all’Università di Palermo. E, in effetti, il nostro dubbio si rivela fondato.

“E’ vero – ci dice Gangemi – la legge urbanistica nazionale non è mai stata aggiornata, visto che è ancora quella che risale al 1942”. Quale legge urbanistica nazionale l’assessore ‘tecnico’ Di Betta vorrebbe far recepire dal parlamento dell’Isola?

Giunti a questo punto, chiediamo ulteriori ‘lumi’ al professore Gangemi. Che spiega: “I tentativi per approvare una nuova legge urbanistica sono stati fatti. Dal centrosinistra di Romano Prodi e dal centrodestra di Silvio Berlusconi. Nel 2005 si è arrivati a un disegno di legge (ddl) bipartisan denominato Lupi-Montioni, dai nomi dei due relatori. Il provvedimento è rimasto ‘arenato’ nell’ottava commissione legislativa della Camera dei deputati. Un peccato perché era una buona iniziativa parlamentare che lasciava campo libero alle Regioni”.

“Anche la Sicilia – ci dice sempre il docente universitario – ha provato a dotarsi di una riforma urbanistica. Questo è avvenuto quando il ruolo di assessore al Territorio e Ambiente è stato ricoperto da Francesco Cascio. Ricordo bene quel periodo perché sono stato chiamato in insieme con altri due colleghi a redigere il testo. I due colleghi sono il professore Giuseppe Trombino, dell’Università di Palermo, e il professore Bruno Gabrielli, dell’Università di Genova”.

“Questo ddl – racconta sempre Gangemi – ha superato l’esame di costituzionalità da parte dell’Ufficio legislativo e legale della Regione. Poi è stato approvato dalla giunta regionale. Ed è stato inviato alla competente commissione legislativa dell’Ars (quarta commissione Ambiente e Territorio). La commissione si è confrontata con i rappresentanti di tutti gli ordini professionali. Tutti si sono detti d’accordo con il progetto di riforma, ad eccezione degli ambientalisti. Sempre per la cronaca, il ddl non è mai arrivato in Aula”.

E oggi? “Se non ricordo male – aggiunge il docente – nella quarta commissione legislativa dovrebbero esserci due o tre ddl”. Hanno qualcosa a che spartire con il ddl sulla sanatoria edilizia presentata lungo le coste? “Credo proprio di no – osserva ancora Gangemi -. In quel caso si tratta di un obbrobrio che non ha nulla a che vedere con la riforma urbanistica”.

Per la cronaca, al di là di qualche ‘scivolone’ (ah, ‘sti tecnici…), la Sicilia, su una meteria così delicata, deve voltare pagina. Basti pensare che siamo l’unica regione italiana a non aver mai rinnovato la legge urbanistica. La legge urbanistica della Toscana, che è una delle più ‘vecchie’, risale al 2005. Mentre quella siciliana – e qui ha ragione l’assessore Di Betta – risale all’ormai lontano 1978 (legge regionale n. 71).

Tra l’altro, la legge regionale n. 71 del 1978, se dobbiamo essere pignoli, non è nemmeno una riforma. Infatti le prime righe di questa legge siciliana si aprono pressappoco così: “In attesa di una legge organica in materia urbanistica…”.

Un altro comunicato dell’assessore Di Betta annuncia l’insediamento del nuovo Consiglio regionale dell’urbanistica (Cru) per il quadriennio 2011-2015. “Ne fanno parte – si legge nel comunicato – rappresentanti del mondo universitario, delle associazioni degli enti locali, degli ordini professionali, della Pubblica amministrazione generale e i due dirigenti generali dei dipartimenti Urbanistica e Ambiente. Al Cru sono demandati dalla normativa regionale esame e pareri in merito ai Piani regolatori generali e agli altri strumenti di pianificazione urbanistica dei territori”. Nel comunicato non ci sono i nomi dei nominati. Pazienza.

“Ho riconvocato il consiglio per la prossima settimana – conclude l’assessore Di Betta – per dare un tempestivo impulso all’attività d’esame, in particolare per sbloccare i Prg presentati e dare così un sostegno al settore edilizio, in questo momento in forte crisi”.

 

 


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